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"L'unico interesse era come garantirsi i voti": le chat che accusano Lara Comi e gli altri arrestati

(agf)
Lunedì interrogatori di garanzia per l'ex europarlamentare azzurra e l'ad di Tigros Orrigoni (ai domiciliari) e per l'ex direttore di Afol Zingale. I messaggi sul telefono consegnato dall'avvocato Bergamaschi ricostruiscono finte consulenze e presunte truffe
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"L'unico orizzonte dei politici e dei manager coinvolti nell'inchiesta erano le competizioni elettorali in programma e il bacino di voti che i protagonisti" dell'indagine "sono in grado di garantire": è da questo scenario che si partirà lunedì, quando ci saranno gli interrogatori di garanzia. Per tutti: per chi è in carcere, come l'ex direttore dell'Agenzia del lavoro Afol Giuseppe Zingale, e per chi è ai domiciliari. Toccherà quindi a Lara Comi, l'ex parlamentare europea di Forza Italia, e a Paolo Orrigoni, ad dei supermercati Tigros e candidato sindaco della Lega a Varese nelle ultime Comunali, difendersi dalle accuse. Pesanti, pesantissime: corruzione, truffa ai danni dell'Unione europea: diversi i capi di imputazione che riguardano l'ex enfant prodige berlusconiana, non rieletta a Strasburgo alle ultime elezioni, quando già il vento dell'indagine "Mensa dei poveri" diventava burrasca.


Da tempo l'ex europarlamentare azzurra aveva capito che stava rischiando grosso. "Scarica Telegram (chat che permette la cancellazione immediata dei messaggi, ndr ), se dovessero chiamarti non rispondere né al telefono, né agli sms, poi ti spiego", intimava a Maria Teresa Bergamaschi, presidente della Camera penale di Savona, quando sospetta di essere intercettata. Ed è a lei che chiede, il 10 maggio: "Secondo te mi possono indagare?". Sarà proprio l'avvocato Bergamaschi, tre giorni dopo, a consegnare il suo telefono ai pm con quelle chat, nel momento in cui da teste diventa indagata. In quelle chat si racconta molto: "Comunque oggi io dirò che non ho mai preso 17k (17mila euro, secondo l'accusa, ndr), non ho mai avuto consulenze con Afol né di società a me collegate che non esistono...".


Da ieri Comi è ai domiciliari, su disposizione della gip Raffaella Mascarino, che ha accolto le richieste dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, coordinati dal capo della Dda di Milano Alessandra Dolci. L'avvocato di Comi, Gian Piero Biancolella, assicura:"chiariremo tutte le circostanze contestate ed evidenzieremo che non esistono esigenze cautelari di sorta in quanto la mia assistita si è dimessa da tutte le cariche pubbliche". In un passaggio dell'ordinanza la gip scrive invece che vista la "refrattarietà dimostrata dalla Comi in merito al rispetto delle regole" potrebbe ripetere le condotte che le vengono contestate "in una pluralità di scenari che non presuppongono necessariamente l'attuale copertura di una pubblica funzione".

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Ad accusare Comi e gli altri sono anche le parole di Nino Caianiello, il presunto "burattinaio" di nomine e incarichi in Lombardia arrestato nelle prime fasi dell'inchiesta, che ha scelto di collaborare (ora è ai domiciliari). E' lui a descrivere la "spasmodica ricerca di finanziamenti che potessero garantirle la rielezione", ed è sempre lui che, intercettato, sbottava: "Questa è matta! E' fuori controllo eh! Capisco la frenesia elettorale...porti a casa 25 mila euro al mese...sò 11 anni...io non ho visto un euro!".
Per giustificare la necessità della misura cautelare - in particolare per il presidente di Afol, Giuseppe Zingale (in carcere) e per l'ex parlamentare europeo Lara Comi (ai domiciliari) - il giudice sottolinea le "modalità mercantili" di gestione della cosa pubblica. E anche le speranze e le aspirazioni di tanti giovani che hanno visto in Afol, un'ente della Città metropolitana che si occupa di "contrasto della disoccupazione e promozione del capitale umano" , una opportunità per realizzarsi nella società. Invece, scrive il gip, "a proposito della gestione dei finanziamenti stanziati per un elevato numero di giovani, provenienti dall'Italia meridionale", il gruppo di indagati "traducono in cifre ciò che potranno ricavare dallo sfruttamento illecito di tale problematica, che per gli stessi rappresenta nient'altro che una golosa torta da spartire". Zingale - già indagato per istigazione alla corruzione per aver proposto al presidente della Regione, Attilio Fontana, di assegnare consulenze all'ex socio del governatore dopo la mancata elezione - finisce ora in carcere per corruzione per la consulenza da 21mila euro affidata all'avvocato Maria Teresa Bergamaschi su indicazione di Lara Comi. " Non si è fatto scrupolo alcuno di utilizzare e strumentalizzare la carica rivestita in Afol per la realizzazione di interessi privati - scrive la gip - trasformando l'ente in un terreno di scambi politici".
 
Paolo Orrigoni, proprietario della catena di supermercati Tigros ed ex candidato appoggiato dalla Lega alle Comunali di Varese, finisce ai domiciliari per corruzione per una presunta tangente di 50mila euro, pagata per ottenere la variante al Pgt per un nuovo supermercato a Gallarate. Ma le intercettazioni dell'inchiesta svelano le manovre su un altro progetto di supermercato in via Cabella, a Baggio. Caianiello, il "burattinaio" delle nomine, lo scorso 14 marzo, è con Orrigoni. E "in merito a una problematica urbanistica su un progetto di un Tigros, consiglia di contattare Marco Bestetti, presidente del Municipio 7" , competente territorialmente per l'opera. Il giorno dopo, al ristorante 'Da Berti' incontra l'imprenditore Daniele D'Alfonso e il consigliere comunale Pietro Tatarella (arrestati a maggio nell'inchiesta) e annuncia un appuntamento per il 25 marzo. "Facciamo 'sta cosa con quello della Tigros". Si tratta dell'incontro con Tatarella e Bestetti, anche coordinatore nazionale di Forza Italia Giovani (non indagato). E quando arriva Orrigoni, li presenta. "Sono i miei 'figliocci' milanesi - dice all'imprenditore - anche se hanno già superato il papà, hanno già imparato...Volevano darti una mano, perché lì c'erano dei problemi sul progetto". Pochi giorni dopo, Caianiello parla al telefono dell'esito dell'incontro: " Hanno detto "Nino, facciamo modificare il progetto...ci stanno mettendo troppo...".