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Alitalia, chiusa inchiesta sulla gestione: ci sono 21 indagati eccellenti

(afp)
Si tratta di vertici, ex componenti del cda, commissari e consulenti. Tra gli indagati nell'inchiesta anche l'attuale ad di Unicredit Jean Pierre Mustier, la vice presidente di Confindustria Antonella Mansi e l'ex commissario di Alitalia e liquidatore di Air Italy, Enrico Laghi
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ROMA - Rischiano di andare a processo in 21 tra alti dirigenti, ex componenti del cda, commissari e consulenti che si sono susseguiti negli anni nell'amministrazione di Alitalia. La procura di Civitavecchia ha chiuso le indagini sulla gestione della compagnia di bandiera notificando il 415 bis agli indagati. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza, falso in atto pubblico.
Secondo l'agenzia Ansa, tra gli indagati nell'inchiesta su Alitalia figurano anche l'attuale ad di Unicredit Jean Pierre Mustier, la vice presidente di Confindustria Antonella Mansi e l'ex commissario di Alitalia appena nominato liquidatore di Air Italy, Enrico Laghi. Nel procedimento - oltre ai nomi già noti degli ex ad Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo, Cramer Ball e l'ad di Ethiad James Hogan - risulta indagata anche la stessa Alitalia in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
 

False plusvalenze e bilanci "abbelliti"

Al termine dell'inchiesta sul crac della compagnia la procura di Civitavecchia sostiene che per quasi tre anni, dal 2014 al febbraio 2017, gli indagati abbiano in sostanza fatto galleggiare la società tramite false plusvalenze, facendo opera di maquillage sui bilanci per farli apparire più ricchi. Operazioni che hanno aggravato la situazione di Alitalia, obbligata a farsi carico di rotte poco redditizie favorendo Ethiad, e hanno portato alla bancarotta della ex compagnia di bandiera.

Nell'avvio di chiusura indagini i magistrati e gli investigatori del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza parlano di "più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso". "In tal modo - argomentano - fornendo indicazione di dati di segno positivo difformi dal vero e consentendo il progressivo aumento dell'esposizione debitoria, cagionavano o comunque concorrevano a cagionare il dissesto della società, anche aggravandolo".

Dall'avviso risulta che, per far sopravvivere la compagnia, nell'esercizio 2015 sono state registrate a bilancio false plusvalenze per 136 milioni e 700mila euro, per attestare le perdite a 199 milioni anziché a 335 milioni, facendo così "falsamente rispettare le previsioni del piano industriale 2015-2018". Nell'esercizio 2016, invece, le false plusvalenze ammontano a 83 milioni.

Le altre accuse

Mustier, Laghi e Mansi sono anche accusati in concorso con altri di aver ostacolato la vigilanza da parte dell'Enac, esponendo "fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica patrimoniale o finanziaria della società" e "occultando con mezzi fraudolenti fatti che avrebbero dovuto comunicare". Laghi, infine, è anche indagato per falso in atto pubblico poiché accettando l'incarico di Commissario straordinario ha "dichiarato falsamente" al Mise di non aver collaborato con Alitalia nonostante avesse "emesso parere su incarico della citata società" a settembre del 2015.

Ma nella voragine dei conti Alitalia, secondo i magistrati, non c'era solo questo. I tre Ad Cassano, Montezemolo e Cramer Ball, assieme al Cfo Duncan Naysmith, avrebbero infatti "distratto e dissipato" altri 600mila euro: 133mila circa per pagare i catering organizzati in occasioni delle riunioni del Cda, quasi 6mila per cene di gala e 458mila per eventi aziendali. Spese che sono state sostenute inizialmente da Ethiad ma che poi sono state "indebitamente riaddebitate" ad Alitalia.