Cronaca

Riace, il sindaco Trifoli dichiarato ineleggibile

L'esponente leghista non poteva candidarsi in quanto dipendente del Comune calabrese, lo ha stabilito il ministero dell'Interno. Ora tocca al Consiglio comunale pronunciarsi, ma intanto potrebbe arrivare anche la decisione del tribunale sui ricorsi
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Ha regalato Riace alla Lega, ma il suo mandato rischia di finire prestissimo. Antonio Trifoli, neosindaco dell’ex borgo dell’accoglienza, non poteva né candidarsi, né essere eletto. A confermare quanto anticipato da Repubblica qualche mese fa, è un parere del ministero dell’Interno, che la prefettura ha già trasmesso all’amministrazione per le conseguenti valutazioni da parte dell’organo consiliare».

Per il Viminale, Trifoli è in tutto e per tutto un dipendente del Comune di Riace e questa è una delle cause di ineleggibilità prevista dal Tuel. Ma il neosindaco ne colleziona addirittura due perché per il Testo unico sugli enti locali – la bibbia dell’amministrazione – dice chiaramente che i vigili urbani non possono candidarsi nel Comune in cui svolgono le proprie mansioni. E proprio come “ispettore della sicurezza” era inquadrato il neosindaco di Riace fino al 27 aprile, quando ha chiesto e ottenuto di entrare in aspettativa non retribuita per motivi elettorali.



Peccato che lui non potesse chiederla e il Comune non potesse concedergliela. In quanto dipendente a tempo determinato infatti, Trifoli non ha diritto ad accedere all’aspettativa. Per la Cassazione e la Corte Costituzionale, che al riguardo si sono più volte pronunciate, la stessa natura dell’incarico a tempo o a progetto è incompatibile con un periodo programmato di astensione dal lavoro, perché si suppone che le mansioni dell’interessato siano necessarie esattamente per il periodo per cui è stato contrattualizzato.

Questioni che Trifoli conosceva benissimo, ma che ha respinto al mittente tentando di far valere la propria condizione di ex Lsu-Lpu, dunque in carico alla Regione. Ma il ministero ha scoperchiato il bluff. “Posto che il signor Antonio Trifoli –  si legge nella nota del Viminale – è un ex lavoratore di pubblica utilità che, a far data dal primo gennaio 2015, è stato contrattualizzato (dal Comune di Riace) con fondi a totale carico della Regione Calabria, nel caso di specie viene in considerazione la situazione di ex lavoratori socialmente utili o di pubblica utilità stabilizzati a termine e, quindi, titolari di un rapporto a tempo determinato con il Comune. Il sig. Trifoli infatti, originariamente utilizzato dal Comune di Riace come Lavoratore di pubblica utilità ai sensi della legge 196/1997 è stato poi assunto dal predetto ente con contratto a tempo determinato, con qualifica di istruttore di vigilanza cat.C, nell’ambito del processo di stabilizzazione dei lavoratori Lsu/Lpu della Regione Calabria».

 Da quando ha iniziato a fare il vigile urbano a Riace – mette giù chiaro il ministero – è da considerare un dipendente del Comune. Adesso la palla passa al Consiglio Comunale. Si può fare ricorso per quanto meno tentare di prolungare il mandato di Trifoli e della sua Giunta, o in alternativa prendere atto dell’ineleggibilità del sindaco, dichiararne la decadenza e la conseguente caduta dell’amministrazione. Ma la maggioranza a trazione leghista di Riace potrebbe non avere tutto questo tempo.

Sull’eleggibilità del sindaco potrebbe arrivare molto presto la decisione di un Tribunale. Al riguardo sono già stati presentati due ricorsi - uno dall’ex candidata sindaco dei lucaniani, Maria Spanò, l’altro da tre cittadini – che verranno discussi il prossimo primo ottobre. A difendere Trifoli ci sono leoni locali del foro, contrattualizzati in via diretta e con tanto di delibera a spese del Comune, ma il parere del ministero rischia di essere uno scoglio difficile da superare.

Di certo, politicamente per la Giunta a trazione leghista di Riace è una tegola pesante che la nuova cartellonistica che cancella “il paese dell’accoglienza” e inneggia “a san Cosimo e Damiano” rischia di non riuscire a far dimenticare. Anche perché si tratta della seconda. Qualche settimana fa, a dimettersi precipitosamente era stato Claudio Falchi, segretario locale di “Noi con Salvini” e consigliere di peso fin quando la prefettura non lo ha dichiarato ineleggibile a causa di una condanna per bancarotta rimediata nel 2003. “Un’onta” per la lista che ha conquistato il Comune inneggiando a “Legalità e trasparenza” che la maggioranza ha tentato di coprire invitando Falchi a dimettersi “per motivi familiari”. Una bugia che ha tenuto poco meno di un paio di giorni ed è costata alla Giunta l’ennesima segnalazione alla prefettura.


Riceviamo la seguente precisazione dall'avvocato Massimiliano De Benetti e pubblichiamo:

«L’articolo di Alessia Candito impone una replica ed una formale richiesta di smentita - scrive l’Avvocato Massimiliano De Benetti del foro di Padova, uno dei difensori di Antonio Trifoli sindaco di Riace - È falsa l’informazione secondo cui i difensori del sindaco definiti impropriamente “leoni locali del foro” siano stati “contrattualizzati in via diretta e con tanto di delibera a spese del Comune” posto che trattasi di mandato conferito direttamente dall’assistito per la difesa della sua posizione personale, e non dall’Ente che è una autonoma e distinta parte processuale con proprio e diverso difensore; è altresì falsa e tendenziosa l’informazione contenuta in particolare nel titolo dell’articolo secondo cui il sindaco Antonio Trifoli sarebbe stato “dichiarato ineleggibile”, essendo tutt’ora la questione della sussistenza o meno della presunta condizione di ineleggibilità oggetto di accertamento nei procedimenti in corso avanti il Tribunale. Il sindaco Antonio Trifoli allo stato ricopre la sua carica in piena legittimità; si sta difendendo, come è nel suo diritto, sostenendo legittimamente le proprie tesi ed avendo piena fiducia nella Magistratura. Non è pertanto né l’autore di una “bugia” né il fautore di presunte “illegalità” come si vorrebbe far apparire nell’articolo.»

Di seguito la replica di Alessia Candito:

Ringraziamo l’avvocato De Benetti per i toni garbati con cui ci ha informato della sua nomina a difensore di Antonio Trifoli, ma segnaliamo che ad affermare la condizione di ineleggibilità dell’attuale sindaco di Riace non è un articolo di Repubblica, ma il ministero nel parere trasmesso dalla Prefettura di Reggio Calabria al segretario comunale e al presidente del Consiglio comunale. Per quanto riguarda invece la “bugia” di cui il legale nega l’esistenza, emerge dal verbale del consiglio comunale del 4 settembre scorso, durante il quale il sindaco Trifoli, su specifica domanda della consigliera di minoranza Maria Spanò, ha ridotto al rango di “comunicazione di carattere generale” la nota con cui la prefettura dava conto dell’ineleggibilità del consigliere Falchi, omettendone il contenuto. L’accaduto è stato anche segnalato alla Prefettura di Reggio Calabria dai consiglieri di minoranza Maurizio Cimino e Flavia Diciommo.  Segnaliamo infine che l’incarico di rappresentare in Tribunale “il Comune di Riace, in persona del sindaco pro tempore” – per come indicato nei documenti presenti sull’albo pretorio– è stato affidato con le delibere n.53 e n.54.