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Egitto, l'ex presidente Mohamed Morsi è morto dopo un'udienza in tribunale

(reuters)
Esponente dei Fratelli musulmani, eletto nel 2012 nelle prime elezioni del dopo Mubarak, era stato deposto con un colpo di Stato nel 2013. Era stato processato con diverse accuse, l'ultima di spionaggio. La Fratellanza accusa le autorità egiziane: "Un omicidio in piena regola". E chiama manifestazioni davanti alle ambasciate. Erdogan: "Un martire"
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L'ex presidente egiziano Mohamed Morsi, 67 anni, deposto nel 2013 con un colpo di Stato da parte del generale al Sisi, suo ministro della Difesa, è morto lunedì in tribunale durante un'udienza del processo in cui era imputato per spionaggio. Morsi aveva chiesto e ottenuto di poter intervenire, al termine dell'udienza si è accasciato colpito da un infarto.

Ingegnere chimico, con un master all'Università della California, Morsi faceva parte dei Fratelli musulmani, un movimento politico islamista molto influente nel mondo arabo, e stava scontando una condanna a sette anni per aver falsificato la sua candidatura nella corsa alle presidenziali del 2012.


Nel giugno di quell'anno, dopo le proteste di piazza Tahrir che avevano portato alla deposizione dell'ex presidente Hosni Mubarak, Morsi vinse le prime elezioni libere con il 51% dei voti contro il 48% di Ahmed Shafiq, ex primo ministro di Mubarak. La sua destituzione dal potere manu militari fu approvata da molti esponenti noti della società civile egiziana, dall'allora leader dell'opposizione laica Mohamed El Baradei e anche dall'imam dell'università al Azhar del Cairo, la più importante autorità del mondo islamico, Ahmad Muhammad al-Tayyeb.

Il Cairo a ferro e fuoco: quando Morsi venne arrestato ed esplose la protesta, agosto 2013


La sua presidenza era stata molto contestata e controversa, nonostante fosse il frutto delle prime elezioni libere dell'Egitto, per il piglio autoritario con cui Morsi aveva iniziato il suo governo e la visione islamista delle questioni costituzionali e sociali. Da poco al potere, si attibuì poteri molto ampi in materia giudiziaria e avviò l'iter per l'approvazione della nuova Costituzione che avrebbe dovuto assumere la sharia, la legge islamica, come "principale fonte della legislazione egiziana".

A questa svolta si opposero le minoranze religiose, come quella dei copti, e anche molti cittadini, non solo laici, ma le proteste di piazza furono ignorate dal nuovo presidente.


Deposto con un colpo di Stato nel 2013, Morsi fu imprigionato e processato con diverse accuse per le quali negli anni è stato condannato. La Fratellanza fu messa al bando in Egitto e molte delle sue figure di spicco imprigionate. Nel maggio 2015 arrivò la sentenza più pesante, la pena di morte per l'ex presidente, accusato di aver fatto evadere dal carcere i vertici dei Fratelli musulmani nel 2011, ma in seguito il tribunale penale del Cairo la annullò e decise che il processo era da rifare.


Nel marzo del 2018, un gruppo di politici e avvocati britannici guidati dal deputato conservatore Crispin Blunt, come ricorda il giornale Middle East Eye, lanciò un allarme sulle condizioni di detenzione di Morsi, definendole inadeguate al suo stato di salute.

La tv al-Alam dice che l'Egitto ha decretato lo stato d'emergenza, si temono manifestazioni dei sostenitori dell'ex presidente.

I Fratelli musulmani hanno definito un "omicidio a tutti gli effetti" quello di Morsi, invitando gli egiziani a radunarsi per un funerale di massa. In una dichiarazione sul suo sito web, la Fratellanza ha anche invitato i fedeli a radunarsi fuori dalle ambasciate egiziane in tutto il mondo.

"Che Dio conceda al nostro martire, il nostro fratello Morsi, la sua misericordia", ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, accusando i "tiranni" del Cairo di essere responsabili della morte dell'ex presidente egiziano. "La storia non dimenticherà mai i tiranni che lo hanno spinto a morte mettendolo in prigione e minacciando di ucciderlo", ha detto Erdogan in un discorso trasmesso in tv a Istanbul.

L'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, ha espresso le condoglianze alla famiglia dell'ex presidente egiziano Mohamed Mursi "e al popolo egiziano fraterno" in un tweet. Come la Turchia di Erdogan, il Qatar sostiene con forza la Fratellanza musulmana.

Di morte "prevedibile" ha parlato invece l'organizzazione internazionale Human Rights Watch:  "È terribile ma era del tutto prevedibile, visto che il governo non gli ha concesso cure mediche adeguate, e meno ancora visite da parte della famiglia", ha scritto su Twitter Sarah Leah Whitson, coordinatrice per il Medioriente e l'Africa di Human Rights Watch.

Amnesty chiede una inchiesta indipendente e trasparente sulla morte dell'ex presidente.