Esteri

Scompare nel fiume il mago indiano Mandrake, voleva imitare il suo mito Houdini

(reuters)
Si è immerso nelle acque dell'Hoogly bendato con le catene su mani e piedi, ma qualcosa è andato storto
1 minuti di lettura
BANGKOK - Chanchal Lahiri era un illusionista e controfigura di professione col nome d'arte Jadugar (mago) Mandrake, come il celebre fumetto degli anni '30. Se aveva un certo seguito nel Bengala indiano lo doveva alle sue performance temerarie legato e ingabbiato in acqua come il suo mito Houdini, ma invece di esibirsi in qualche piscina lo faceva nel grande tributario del Gange di nome Hoogly.

Domenica a Calcutta il mago 40enne ha tentato davanti a un pubblico in panico l'ultimo rischioso trucco di una carriera non sempre cristallina come quella del suo illustre predecessore. Ma qualcosa è andato storto e non è riuscito a risalire tra l'angoscia crescente di chi lo ha seguito a bordo delle barche e lo ha visto immergersi bendato con le catene su mani e piedi.

La polizia è stata chiamata nel primo pomeriggio pochi minuti dopo che il pubblico e i parenti hanno capito cos'era successo, troppo tardi. I sommozzatori l'hanno cercato inutilmente fino a sera e tutto lunedì a valle del pilastro numero 28 del Ponte Howrah, dove si era fatto calare dentro una gabbia di 1 metro e 80 restando evidentemente incastrato in balia delle forti correnti.

Accusati di non aver impedito o controllato il rischioso spettacolo, i poliziotti hanno detto che il mago aveva assicurato per iscritto anche alle autorità portuali di volersi esibire solo sulla barca e non in acqua. Ma sarebbe bastato vedere i suoi precedenti per capire che non sarebbe stato così.

Come sempre aveva invitato i media ad assistere all'evento e in particolare un fotografo che aveva seguito altre sue imprese concluse bene come la sua prima immersione - nello stesso punto - in una bara di vetro sigillata dalla quale uscì in 29 secondi senza che si scoprisse mai il trucco.

Esaltato dal successo dieci anni fa annuncioò di poter camminare sulle acque come Gesù Cristo per dimostrare che anche questa era solo una magia, ma all'ultimo momento rinunciò. La sua carriera subì un duro colpo nel 2013 quando il pubblico si accorse di una porta sul retro della gabbia di ferro nella quale si era calato nel fiume e la polizia dovette salvarlo da un'aggressione.

Stavolta probabilmente cercava una rivincita senza lasciarsi davvero vie d'uscita se non nei misteriosi contorsionismi rivelatisi inefficaci. Prima di scendere sott'acqua pieno di lucchetti era stato lui ad ammettere con un epitaffio il livello della sfida con se stesso che voleva sperimentare: "Se posso aprirli - ha detto al fotografo - allora sarà magico, ma se non ci riesco sarà tragico".