Bologna

I quattro giovani che hanno battuto Salvini riempiendo la piazza di sardine

Trentenni, non fanno politica. E hanno coinvolto dodicimila persone, senza disordini né simboli di partito, col solo tam tam di Facebook e unìidea: creatività e bellezza opposta agli urlatori del web e dei comizi
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BOLOGNA - Hanno trent'anni, fanno tutt'altro nella vita rispetto alla politica. Ma ieri sera a Bologna hanno riempito la piazza battendo Matteo Salvini, che al PalaDozza in contemporanea dava l'avvio alla campagna elettorale in Emilia Romagna per il voto del 26 gennaio. Come? Con la forza dei numeri. E tanta pacifica creatività. I quattro che fecero l'impresa sono Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa. Amici da una vita. Poco social, doppia laurea in tasca, lavoro e sogni, molto impegno nel volontariato e nel sociale. E voglia di reagire all'avanzata sovranista, non per protagonismo, ma per spirito di partecipazione e di comunità.

Giulia arriva da San Sepolcro, vive a Bologna da anni, è fisioterapista: compie 30 anni il prossimo febbraio, è la più giovane dei “quattro Moschettieri”. Roberto è ingegnere, nel tempo libero tiene laboratori creativi sul riciclo della plastica. Andrea, arrivato da Savona a Bologna all'età di sei anni ha una laurea magistrale in scienze della comunicazione pubblica e sociale. Ha girato il mondo con i suoi studi: Valencia, California e Washington. Ha concluso con una tesi in comunicazione ambientale, ora è guida turistica, accompagnatore in ciclopercorsi in tutta Europa.

Bologna, piazza Maggiore strapiena contro Salvini. La folla canta "Bella ciao"


Giovani con lo sguardo sugli altri e sul mondo. Mattia, laureato in Scienze politiche e in Economia, educatore e istruttore di Ultimate frisbee, ha creato l'associazione “La ricotta”: ogni anno organizza il torneo di basket “Gallo da tre” per finanziare il rifacimento di campetti di periferia in memoria dell'amico Davide Galletti, morto di leucemia. Roberto e Andrea scendono in campo, canestro e solidarietà. Sempre insieme.

Come è nata la piazza delle “sardine”? Via Facebook. Mattia non ci dormiva alla notte: perché Salvini può dire che prenderà l'Emilia e tutti noi stiamo zitti? Così è partito il messaggio agli amici: troviamoci. Nella cucina della casa che hanno condiviso per anni è nata l'idea: "Salvini arriva al PalaDozza: il palazzetto ha 5.570 posti. Noi dobbiamo essere di più". Di qui il flash mob “Seimila sardine “ in piazza Maggiore a Bologna.


La scelta del simbolo: un pesce muto, che non grida come gli urlatori del web e dei comizi, ma che sta in banco. Insieme, in tanti: ecco il messaggio. Dal lancio social sono passati al volantinaggio nelle serate di movida degli universitari nelle vie del centro a Bologna, e poi il porta a porta, le telefonate. Vecchi metodi, si direbbe. Hanno funzionato: si aspettavano seimila persone in piazza, avevano pure paura di non farcela. Ne hanno portate il doppio.