Bologna

Vergato, la crociata di Pillon contro la fontana di Ontani: "Satanasso". "E' un fauno"

Il senatore leghista chiede di coprire l'opera dell'artista con una colata di cemento, il sindaco Pd del Comune sull'Appennino replica: "Rappresenta il fiume Reno, è arte". Lo scultore: "Ho giocato con le mitologie"
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Sta facendo discutere a Vergato, comune nell'Appennino bolognese, una fontana dedicata al fiume Reno e scolpita dall'artista Luigi Ontani, tra chi vede nell'opera rimandi satanici e chi invece la difende in nome dell'arte pubblica. Tra chi ne vorrebbe la rimozione, c'è il senatore della Lega Simone Pillon su Facebook l'ha definita "imponente statua di un satanasso con tanto di corna e di pene vistosamente eretto, che porta sulle spalle un bambino con ali di farfalla". E si è augurato "una colata di cemento".

Il sindaco Massimo Gnudi, Pd, ha spiegato alla stampa locale che il fauno ritratto è il fiume Reno, che porta sulle spalle il torrente Vergatello, mentre il tritone alla base è l'Appennino. Insomma, è un'opera che racconta il territorio, con lo stile dell'artista.

Certo è che il dibattito è acceso. E si scatenano gli ultrà della famiglia: "Polemica sulla fontana di Ontani a Vergato: "E' oscena e va rimossa subito"
La fontana di Ontani è oscena, offende i bambini e va rimossa" dice Mirko De Carli, leader del Popolo della Famiglia e candidato alle prossime Europee per la circoscrizione Italia Nord Orientale
.  A Pillon si sono accodate numerose realtà di destra e cattoliche, tanto che dell'opera si è discusso persino alla Scuola di esorcismo dell'Ateneo pontificio Regina Apostolorum di Roma
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Ma anche la consigliera Dem del comune di Bologna Raffaella Santi Casali commenta in Facebook bocciando l'opera: "Io a Vergato, se proprio fosse stata necessaria una scultura, avrei fatto un monumento alla patata o alla castagna o al tartufo. Avrei speso molto meno e non avrei costretto chi va in stazione a vedere la mostruosità raccapricciante che troneggia in quella povera piazzetta".

Luigi Ontani, originario del paese sull'Appennino bolognese, difende la sua opera:  "Non c'era nessuna intenzione di provocare o di scandalizzare nessuno, né di trasgredire", perché si tratta di "mitologie rappresentate in una totale dimensione di fantasia". In un'intervista all'emittente locale 'E-Tv' smentisce l'idea di riferimenti satanici o di un'opera blasfema: "Per me è una sorpresa, perché cerco di esprimere un'idea che abbia una presenza, un simulacro fuori dal tempo e un appiglio col territorio. Essendo nato a Vergato, ho immaginato questa presenza allegorica. Io sono affascinato da tutto ciò che fantasticando ci dà la possibilità di immaginare un altrove e gioco anche sul grottesco".
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