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Patatine fritte, evoluzione del mito: arrivano quelle "da bere"

Patatine fritte, evoluzione del mito: arrivano quelle "da bere"
#NationalPotatoChipsDay: una giornata per festeggiare uno snack antico, ma sempre capace di rinnovarsi. Come i veri protagonisti della cultura pop. Seguici anche su Facebook 
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Crunch. Il suono onomatopeico tra i più famosi in assoluto, che fa pensare subito a qualcosa di mangereccio, goloso, godurioso. Il suono che in pubblicità, fumetti e chi più ne ha più ne metta siamo abituati ad abbinare a uno dei cibi più saporiti e amati - anche perché grasso e con il sapore del "proibito" - di sempre: le patatine fritte. Quelle in busta, comprate da bambini per merenda o da adulti per una piccola trasgressione, per coccolarsi, che hanno - come molti cibi - il loro BDay. Il 14 marzo. 

Una storia che quest'anno compie - anno più anno meno - un congruo numero di candeline, che si aggira attorno ai 160.  Ma come sono nate? Leggenda vuole che il 24 agosto 1853, nel ristorante di tale chef George Crum, un cliente continuasse a lamentarsi di patatine troppo spesse, tagliate in modo grossolano ed eccessivamente piene d'olio. Il responsabile della cucina, esasperato, decise di affettare le patate il più sottili possibile, friggendole fino a renderle croccanti e aggiungendo altro sale. Con sorpresa dello chef, la ricetta vinse ogni resistenza di quel cliente e di molti altri, tanto che nel menu entrarono ufficialmente le "Saratoga Chips".
Ma come per molti cibi iconici, non è detto che questa genesi sia quella reale e i natali delle patine fritte all'americana sono molto contesi; alcuni li attribuiscono alle ricette di Alexis Soyer, che pubblica una ricetta simile nel 1845 o addirittura si narra di un riferimento in un ricettario del 1824, il "The Virginia House-Wife" di Mary Rundolph. Il dilemma? Non è chiaro se fossero fritte, e quindi le reali capostipiti di ciò che mangiamo oggi. O invece semplicemente croccanti, asciugate al forno - variante oggi tornata molto di moda, soprattutto tra gli appassionati di healty food -.  Di sicuro il nome dato a questo piatto da Crum è stato quello con più successo. Dalla fine degli anni '70 del XIX secolo veniva usato come sinonimo un po' ovunque, sui menu di quasi tutti gli States, fino a che non divennero un prodotto semi industriale. Quasi al sorgere del '900, infatti, venivano fatte nelle panetterie e rivendute alle famiglie con il suggerimento di "riscaldarle nel forno caldo per alcuni minuti". Un pasto pronto ante litteram. 

Una storia di un fenomeno commerciale globale quasi senza precedenti, che già nel 1908 - circa - era prodotto su scala industriale. In questo secolo infatti, uscirono dalle cucine degli chef per approdare nelle fucine di compagnie come la Potato Chip Company di Mike Dell, in Ohio, e più avanti le famose Lays, San Carlo, e chi più ne ha più ne metta. Sono proprio le compagnie industriali che negli anni '50, con il diffondersi di una società più consumistica, inventarono le "flavoured potato", ovvero le patatine aromatizzate che oggi spopolano in tutto il mondo. Partecipi di un giro di affari che vale oltre 15 miliardi (di dollari) di fatturato all'anno. 

Un'enormità che come ogni sotto cultura pop crea nuovi fenomeni in continuazione. Come le "Patatine da bere", che sembrano in procinto di arrivare dal Giappone. Nel paese del Sol Levante, infatti, più di un'azienda, complice il forse eccessivo boom tecnologico, si è trovata a fronteggiare la richiesta di un prodotto che potesse non ungere le dita, e quindi gli schermi degli smartphone. E così come sono nate le corsie pedonali per utilizzatori compulsivi di cellulari, così sono nate le patatine che "non si toccano". I primi sono stati i produttori di patatine giapponesi della Koike-ya hanno avuto la geniale intuizione di proporre un prodotto «One Hand» cioè «a una mano». Il pacchetto è stato progettato con un'apertura in un angolo, in modo da poter far "bere" le patatine - tagliate in più piccoli pezzetti - in un solo gesto e senza troppo stress. Un'altra delle notizie più recenti che arriva dal Paese che ha inventato il KitKat al Matcha, è quella delle patatine in busta "da scaldare". Ovvero un ritorno al passato, se si pensa come erano vendute alla fine del 1800. La nuova serie Renji de ("In the Microwave") del produttore Calbee è stata messa in vendita il 19 febbraio, con la prima offerta di Renji de Poterich Rich Butter Soy Sauce Flavor, prodotto con burro proveniente dall'isola di Hokkaido, nel nord del Giappone. Le buste sono pensate per essere mono porzione e utilizzabili nel microonde, come i popcorn. Così si potranno mangiare patatine fritte comprate al supermercato, senza usare olio, ma sempre calde. 

Ma se volete festeggiare e onorare il 14 marzo, potete farlo anche senza queste piccole diavolerie. Le linee guida per il #InternazionalPotatoChipsDay sono le seguenti. Basta scegliere il proprio gusto di patatine preferite, aggiungere magari una busta dal sapore più "estroso" e scattare foto da lanciare sui vostri profili Instagram e Facebook. Perché in fondo le patatine sono tra i cibi più social che esistono.