Bari

Tap, sit-in degli attivisti a San Foca contro il gasdotto. A fuoco bandiera del Movimento 5 Stelle

La bandiera M5S bruciata dai No Tap a San Foca (ansa)
Manifestazione davanti alla torre di San Foca a Melendugno. Proprio dove i pentastellati avevano promesso di bloccare i lavori per il gasdotto. Il governatore Emiliano: "M5S disastrosi come Renzi"
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LECCE - Dalla vittoria bulgara alla bandiera in fiamme. In tanti a San Foca, la marina di Melendugno dove approderà il gasdotto Tap, strappano anche la tessera elettorale. Sit-in ai piedi della torre. Il vento di scirocco soffia forte, ma non ferma la protesta dei comitati No Tap. La manifestazione è stata organizzata in fretta dopo che il premier Giuseppe Conte ha dato il via libera all'opera con l'avallo del vicepremier Luigi Di Maio, che parla (impropriamente) di una penale da 20 miliardi di euro nel caso in cui non dovesse essere realizzata.

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Polemico anche il governatore pugliese Michele Emiliano. Colpisce l'hashtag finale del suo post su Twitter: #m5sundisastroallarenzi. Il paragone è tra l'operato del grillini di governo all'ex segretario del Pd quando era a Palazzo Chigi. Il cinguettio si completa con l'amarezza. "La delusione che provo per il voltafaccia del Movimento 5 Stelle su Ilva e Tap è davvero devastante - scrive Emiliano - Bugiardi e spregiudicati nel dire agli italiani: 'Che volete? Non sapevamo che cazzo stavamo a dì'. E hanno anche consegnato i nostri voti progressisti alla Lega". Nel tweet il governatore ricorda la sua proposta di spostare l'approdo del gasdotto: "Se spostiamo l'opera di 30 chilometri a nord non c'è alcuna penale e alcun risarcimento. La localizzazione spetta al governo italiano e neanche un metro di tubo è stato calato in mare o sul territorio italiano. Non ci sono pericoli di danni".
Il Movimento 5 Stelle aveva vinto a Melendugno con oltre il 63 per cento nelle ultime elezioni politiche. Un risultato simile a quello di altri centri del Salento e che ha fatto eleggere sette parlamentari, con la successiva nomina  di Barbara Lezzi a  ministra per il Sud. Ma proprio di questi parlamentari oggi gli attivisti chiedono le dimissioni: insieme con la bandiera con le 5 stelle hanno bruciato in piazza un manifesto con i volti dei parlamentari. "Questa terra non è in vendita", si legge su uno dei tanti striscioni. "Ho bruciato la bandiera dei 5 Stelle: mi scuso con gli attivisti ma non con i parlamentari, perché sono traditori e falsi - afferma Alfredo Fasiello, gestore di lido San Basilio - Come fa il ministro Sergio Costa a dire che è tutto legittimo quando ci sono un sequestro probatorio e un fascicolo sull'incidente probatorio in merito alla legge Seveso?".

Rabbia e delusione fra gli elettori dei pentastellati. Qui anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì, aveva votati 5 Stelle nonostante la propria estrazione di centrosinistra. "Le promesse elettorali vanno mantenute - afferma - Non si può cambiare così in fretta e cancellare quello che si è fatto per sei anni. Questo governo non ha avuto né la volontà politica né il coraggio di prendere alcuni decisioni. Dovrebbero prendere spunto da quello che fa Matteo Salvini, che pur di mantenere le promesse fatte al suo elettorato decide di chiudere i porti e di non accogliere le vite umane violando il Trattai di Dublino".

Potì continua a sostenere che il gasdotto Tap è una follia ingegneristica: "Una speculazione finanziaria - dice - un'opera inutile dannosa e pericolosa. Di Maio lo ha sempre sostenuto con noi e oggi lo ha dimenticato davanti a una fantomatica penale tutta da dimostrare". E la ministra Lezzi replica via Facebook a stretto giro di post: "Le maniere da teppistello con le quali il sindaco di Melendugno mi intima di non tornare lì non mi fanno paura perché non ho niente da temere". E ancora: il sindaco "non può dirmi dove andare. A casa mia ci torno quando e come voglio, perché non ho nulla di cui vergognarmi e vado a testa alta".

La parola più pronunciata durante la manifestazione è 'tradimento'. Anna Buttazzo, una grillina delusa, è stata la prima ad aver strappato la sua tessera: "Ho dato fiducia e speranza a questo nuovo governo - spiega - Invece ci hanno traditi e venduto. Io non voterò più, sono stata tradita dal vecchio e dal nuovo nello stesso modo. Non mi rappresenta più nessuno".

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Tra i manifestanti ci sono anche i grillini della prima ora e sono i più infuriati: "Hanno raccolto un consenso bulgaro sulla base di promesse elettorali che non hanno mantenuto - afferma l'avvocato Italo Porcati - Hanno tradito un popolo e un messaggio di speranza. Da avvocato vi dico che non esistono penali da pagare: eventualmente si può parlare di azioni risarcitorie che Tap o chi per lui dovrà comunque dimostrare".  Dopo due ore di manifestazione in cui si sono alternati anche gli interventi dei sindaci dei comuni vicini, compreso il primo cittadino di Mesagne (il gasdotto attraverserà anche la provincia di Brindisi), il sit-in si è sciolto con la promessa di non mollare la lotta. I comitati No Tap sono pronti a fare le barricate non appena ripartiranno i lavori al cantiere.