Scuola

Scuola, studenti in piazza in tutta Italia. A Torino bruciati manichini di Salvini e Di Maio

(ansa)
Prima manifestazione del nuovo anno scolastico. Cortei e sit-in in molte città. A Roma i ragazzi sfilano fino alla sede del ministero in viale Trastevere, slogan e cori contro i due vicepremier. Il ministro dell'Interno: "È una cosa schifosa". Luigi Di Maio: "Importante manifestare, ma le porte del ministero sono aperte al confronto".
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Più di 70mila studenti, in oltre cinquanta piazze, hanno manifestato oggi contro la manovra del Governo e per sollecitare un intervento sui costi economici dello studio. Annunciando uno stato di agitazione permanente, le reti di studenti Uds, Rete conoscenza e Link denunciano la mancanza di risorse e di provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. 

 A Torino alcuni studenti hanno bruciato i manichini raffiguranti i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Sui lampioni di piazza Castello, dove sono arrivati in corteo, sono state attaccate alcune foto dei leader di Lega e Movimento 5 Stelle col volto imbrattato di vernice rossa. Il segretario leghista ha commentato così, su twitter, il gesto: "Questi "democratici" studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore,avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che BRUCIARE in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa".  Ora risultano due le persone denunciate, dopo avere bruciato i due fantocci, per villipendio delle istituzioni: due ragazze del centro sociale Askatasuna, di 17 e 18 anni. 

Davanti al Miur, in corso Vittorio a Torino, i ragazzi hanno bruciato anche una telecamera di cartone posta sopra dei mattoni. "Sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni - spiegano - Le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci".

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha commentato così la mobilitazione nazionale: "Ci sono ragazzi che stanno manifestando, per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte. Le manifestazioni si devono fare, andate avanti - ha aggiunto - ho fatto il rappresentante degli studenti, so bene quale è il valore di una pressione sociale pacifica. Ma non è vero che tagliamo a scuole e università. Vediamoci per un confronto". Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza, ha presto ribadito: "Non siamo per niente soddisfatti della risposta. Di Maio non dà alcune garanzie sull'aumento dei finanziamenti al diritto allo studio. Il ministro dell'Istruzione Bussetti è invece scappato dal confronto con gli studenti" richiesto dal corteo romano, alla fine della manifestazione.


Al grido di "Chi ha paura di cambiare? Noi no!" è iniziata la manifestazione degli studenti romani a piazzale Ostiense, che ha sfilato lungo le vie di Roma per concludersi davanti alla sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere. Secondo gli organizzatori i partecipanti sono stati cinquemila, molti di questi con indosso una bandana rossa con la scritta "Agitiamoci". Davanti alla Piramide i manifestanti hanno organizzato un flash mob che evoca la serie di Netflix , "La casa di carta", indossando delle maschere di Dalì. Un muro costruito con delle scatole di cartone, su cui sono state messe le foto dei ministri del Governo, è stato poi abbattuto dagli studenti in marcia lungo via Marsala. "Si tratta - ha spiegato uno studente - di un gesto simbolico. Abbiamo distrutto il muro della paura e del razzismo che è stato costruito da questo governo". Il corteo ha provocato disagi al traffico nella zona, mentre è in corso anche lo sciopero dei trasporti pubblici. Alla fine del corteo una delegazione di studenti ha chiesto di incontrare, davanti al ministero, Bussetti per un confronto, ma il ministro ha rifiutato.

Da piazza Garibaldi, a Napoli, è partito invece il corteo che ha visto sfilare insieme studenti e migranti, che alla testa del corteo mostrano uno striscione con scritto: "Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere". Diversi i cartelli contro il governo, come "Napoli non si Lega" e di solidarietà per il sindaco di Riace Mimmo Lucano.  I manifestanti si sono diretti, scortati dalle forze dell'ordine, sotto la Prefettura.

In tremila, secondo gli organizzatori, sono scesi in strada a Bari, radunandosi in piazza Umberto per dirigersi davanti alla sede della Regione Puglia, in via Capruzzi. La manifestazione, organizzata in tutte le sei province pugliesi, è promossa da Rete della Conoscenza Puglia, Link e Unione degli Studenti.
"In Italia il diritto allo studio non è garantito - dicono gli organizzatori - nella manovra manca un cambiamento reale per i giovani. Tutti parlano di noi ma nessuno parla con noi studenti, dalla regione Puglia nessuna risposta strutturale."

A Catanzaro oltre 500 studenti delle scuole superiori hanno partecipato allo sciopero nazionale. Un corteo ha attraversato le principali strade del centro storico, provocando disagi e rallentamenti alla circolazione. Gli studenti hanno protestato per i continui tagli ai fondi per il diritto allo studio, per i disagi derivati dall'alternanza scuola-lavoro, per la mancata sicurezza nelle scuole a causa di edifici troppo vecchi e fatiscenti. 

Anche gli studenti di Palermo si sono radunati in piazza Castelnuovo per sfilare nelle strade del centro storico nonostante la pioggia battente. Le rivendicazioni, portate oggi in piazza, parlano di scuole gratuite per tutti, di libri a costo zero, dell'abolizione delle ore investite nel progetto di alternanza scuola-lavoro e di un intervento immediato sull'edilizia scolastica.

Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, ha dichiarato: "Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di 8 miliardi. Diciamo no al taglio di 100 milioni annunciato qualche giorno fa, se il governo non ha paura di cambiare, lo dimostri investendo in istruzione".

Giacomo Cossu, coordinatore nazione di Rete della conoscenza, ha aggiunto: "Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche. Questo non è cambiamento: il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi, mentre per noi giovani mancano le risorse".

Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari, ha concluso: "Sull'Università non c'è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento del sistema o per superare il numero chiuso, ma solamente annunci e slogan che dimostrano una mancanza di visione. Questo Governo  trascura l'istruzione ma non dimentica mai di demonizzare gli ultimi e di calpestare diritti acquisiti in anni di lotte. Il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, torneremo a mobilitarci".
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