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Champions, tre vittorie e zero gol subiti: nessuno meglio della Juve

Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala (ansa)
Ai bianconeri basterà un punto per qualificarsi agli ottavi. Mourinho: "Bonucci e Chiellini potrebbero tenere un corso di difesa ad Harvard"
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MANCHESTER - Al giorno d'oggi, non c'è niente di meglio della Juventus, a livello europeo: neanche un gol subito, tre partite e tre vittorie una diversa dall'altra, artigliate sopravvivendo in dieci al Mestalla e violando l’Old Trafford in punta di piedi, quasi senza sforzi apparenti. "Non siamo al loro livello", si è arreso Mourinho dopo la partita. "Il calcio è soprattutto una questione di qualità e la Juve ne ha dappertutto. Bonucci e Chiellini potrebbero tenere un corso di difesa ad Harvard. Ma li avete visti, che belli che sono quando giocano?". Non sarà una laurea a Oxford, ma un diploma consegnato dallo Special One ha il suo perché, e dà le sue soddisfazioni. BASTA UN PUNTO - Adesso alla Juventus sarà sufficiente un pareggio in casa con il Manchester, mercoledì 7 novembre, per raggiungere anche sul piano aritmetico gli ottavi di Champions League, traguardo che Allegri centra ininterrottamente e implacabilmente dal 2010. Una vittoria garantirà il primo posto nel girone, e di conseguenza un sorteggio più morbido quando comincerà la fase a eliminazione diretta. Ma soprattutto i bianconeri hanno la possibilità di mettere da parte le faccende europee con un mese d'anticipo sulle scadenze canoniche, alleggerendo le fatiche da fare in campionato: sarebbe un vantaggio non da poco, visto che tra l'11 novembre e il 22 dicembre la Juve affronta la fase più complicata del calendario, con le trasferte di San Siro (Milan) e Firenze, le sfide casalinghe con Inter e Roma e il derby col Toro. Se la concorrenza si augurava che la Champions potesse distrarre i bianconeri dagli affari interni, ha perso pure quella speranza.


LE CORREZIONI - Allegri ieri era molto soddisfatto, perché la squadra ha seguito alla lettera le sue indicazioni tenendo palla, facendola circolare (nel primo tempo, il possesso è stato del 71%), mandando a vuoto la prevalenza fisica degli inglesi. Ma per la perfezione, dice, manca ancora qualcosa: "Dobbiamo migliorare nella gestione della palla quando siamo pressati e soprattutto nella scelta dell'ultimo passaggio, è questo il motivo per cui non abbiamo fatto qualche gol in più" ha detto, perché è ancora insoddisfatto del modo di sostenere e alimentare Ronaldo che hanno Dybala e Cuadrado, i due che lo hanno accompagnato ieri, ma anche Bernardeschi, che ultimamente ha perso qualche considerazione nelle gerarchie del tecnico, che da lui pretende più lucidità, più immediatezza e meno fronzoli. Non a caso l'ex viola non è più titolare da tre partite, e l'ultima volta che lo è stato (con lo Young Boys) venne severamente e pubblicamente rimproverato dall'allenatore, alla faccia degli abbondanti voti in pagella ricevuti.

Mourinho: "Bonucci e Chiellini potrebbero insegnare ad Harvard come si difende"


L'INTESA - Di sicuro sta crescendo l'intesa tra Ronaldo e Dybala, non tanto nel dialogo tecnico tra i due, che di palle non se ne scambiano moltissime, quanto perché l'argentino sta imparando a muoversi in contesti e posizioni diversi da quelli a cui a cui era abituato. Dybala tatticamente deve ancora imparare molto e non è poi così duttile, lo dimostrano anche le difficoltà che ha avuto a integrarsi con Messi nell'Argentina, ma ha capito che la Juve non ruota più attorno a lui come due anni fa e deve adeguarsi, sta a lui farlo: "So che davanti un posto è di Cristiano, ne restano uno o due e siamo in molti a giocarceli". Fino a qualche mese fa era un intoccabile, era imprescindibile, ma adesso non più: anche al nuovo status deve adattarsi e sta cominciando a farlo, con una mentalità più nuova, si direbbe più matura. Ed è così dopo Wembley, ha lasciato il segno anche all'Old Trafford: il romanzo di formazione di un campione passa da questo genere di imprese.
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