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Iraq, bombardata base militare, un morto e otto feriti

Accordo raggiunto per la Aquarius. Migranti suddivisi tra cinque paesi. Il flop dei rimpatri: 866 in due mesi

La nave gestita da SOS Méditerranée insieme a Medici Senza Frontiere attraccherà a Malta. Salvini: "Abbiamo dato". Ora Gibilterra le revocherà l'autorizzazione a battere bandiera del Paese. "Chiederemo alla Germania"

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ROMA. Anche questa volta una soluzione condivisa con la ripartizione tra diversi paesi europei dei 141 migranti soccorsi risolverà nelle prossime ore la situazione di stallo in cui da venerdì scorso è la nave Aquarius di Sos Mediterranee.

Sono cinque questa volta i paesi disposti ad accogliere parte delle persone soccorse. Lo ha confermato il premier maltese Muscat aggiungendo che i 141 migranti a bordo saranno distribuiti in cinque Paesi: Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Spagna. "Malta darà all'Aquarius il permesso di entrare nei suoi porti, pur non avendo l'obbligo giuridico di farlo", sottolinea il premier.

Quasi la metà dei 141 salvati venerdì scorso dalla nave Aquarius davanti alla Libia è composta da minori non accompagnati, due terzi provengono da Eritrea e Somalia. Al momento l'imbarcazione umanitaria si trova ferma a 32 miglia dalla costa italiana e a 32 miglia dalla costa maltese. Secondo l'accordo, Aquarius dovrebbe attraccare a Malta.

"Posso ribadire che l'Italia ha accolto più di 700mila immigrati sbarcati negli ultimi anni. Abbiamo dato. I nostri porti sono chiusi, i nostri cuori sono aperti per aiutare questi ragazzi a non scappare da casa loro. Se questa ennesima nave attraccherà, mi dicono lo farà a Malta e gli immigrati verranno suddivisi su altri Paesi europei.

Finalmente. Era l'ora. L'Italia non poteva continuare ad essere il campo profughi di tutta Europa. Evidentemente il no, la determinazione e il coraggio di questo governo è servito a svegliare l'Europa", il commento del ministro dell'Interno Matteo Salvini.

In evoluzione anche la vicenda della revoca dell'iscrizione nel registro navale di Gibilterra della nave delle ong Sos Mediterranee e Msf. Nel registro navale risulta iscritta come "search and rescue vessel", ma l'autorità marittima di Gibilterra ha annunciato che tra sei giorni revocherà l'autorizzazione in quanto non registrata come nave per il salvataggio e dunque la Aquarius non potrà più battere bandiera di Gibilterra.

"Una manovra politica volta a danneggiare il lavoro dell'Ong SOS Méditerranée,che insieme a Medici Senza Frontiere gestisce la nave", accusano gli stessi esponenti dell'Ong, ricordando che per due anni e mezzo ha rispettato tutti i requisiti normativi e ha superato le verifiche tecniche sulla sicurezza della nave, che è attualmente alla ricerca di un porto sicuro per i 141 migranti, tratti in salvo venerdiìscorso in due distinte operazioni di soccorso nel Mediterraneo.

"È probabile che chiederemo alle autorità tedesche di battere bandiera della Germania visto che la nave precedente era immatricolata e di proprietà tedesca. In ogni caso chiederemo bandiera ad un altro Paese e almeno fino al 20 agosto faremo ancora riferimento a Gibilterra", ha poi precisato il coordinatore dei soccorsi della nave Aquarius, Nicola Stalla. Per poter proseguire nella propria navigazione, la nave deve infatti necessariamente avere l'autorizzazione di uno Stato.

La nave, ormai ferma da 48 ore, tra Linosa e Malta è ancora in attesa che qualche Paese europeo manifesti la disponibilità ad accoglierla in porto. Fino ad ora ha raccolto solo dei no da Italia, Malta e Spagna.

Questa mattina, in un tweet, il ministro dell'Interno Matteo Salvini sottolinea l'operazione con la quale le autorità tunisine hanno annunciato di aver fermato nove presunti jihaidisti che stavano per imbarcarsi su un gommone verso l'Italia. Una rotta sempre più trafficata che i tunisini prediligono anche per le elevate possibilità di dileguarsi e di sottrarsi ai rimpatri previsti, come dimostrano i numeri di cui Repubblica è in possesso: solo 866 rimpatri ( e non solo di tunisini) effettuati tra giugno e luglio, durante i primi due mesi di Salvini al Viminale, una cifra inferiore rispetto a quella dello stesso periodo dell'anno scorso.

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