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Cesare Cremonini riempie San Siro, è la notte del candore pop

Circa 55mila spettatori per il concerto di Milano: "È il mio punto d'arrivo"

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Nella conferenza stampa del pomeriggio l'aveva detto e anche piuttosto chiaramente: "Quello che porto in scena durante questi concerti è quello per cui ho lavorato per tutta la carriera, il punto d'arrivo che sogno da quando ero ragazzino". Cesare Cremonini il suo sogno l'ha realizzato, ha riempito lo stadio di San Siro, che non è solo il tempio del calcio, ma anche quello dello spettacolo musicale, e a vederlo lì su quel palco, in mezzo alla gioiosa macchina da guerra allestita per il suo debutto ai piani alti dei concerti, sembra un ragazzino felice, per nulla impaurito, deciso anzi a godersi ogni momento di questa serata speciale. Il sogno viene da lontano, è cominciato più o meno vent'anni fa, e l'ha ricordato verso la fine della serata riproponendo quel gioiellino da boy band che fu 50 special, e chiamando sul palco il suo vecchio compagno di strada Ballo per fargli cantare Happy birthday da tutto lo stadio, essendo il suo compleanno e dopo aver sottolineato che compiere gli anni il giorno di San Siro, è un bel colpo di fortuna. Un'occasione imperdibile. Ma di strada ne è stata fatta tanta, e lo si capisce dal pezzo che ha aperto il concerto dopo l'intro strumentale di Cercando Camilla (che ricorda gli archi felici di George Martin che ci porta dentro la guerra del sergente Pepper), ovvero Possibili scenari, molto più sofisticato, aperto, pieno di aperture che sembrano l'intestazione di un viaggio che infatti parte scatenato e denso con la dance di Kashmir Kashmir che accende la folla, e sale con Padre madre, Il comico e altre amatissime canzoni, intonando la voglia collettiva del popolo di Cesare Cremonini, che è un popolo buono, colorato e melodioso, selezionato naturalmente per condividere affinità elettive.

Cesare Cremonini: "Porterò la mia anima felice negli stadi"


Siamo ovviamente nella massima esaltazione del candore pop, di buone e accattivanti melodie, è un circo divertente e scintillante, lontano dal furore rock che qui a San Siro ha prodotti eventi indimenticabili, ma Cremonini dirige la macchina come un giovane apprendistra che ha studiato sui testi sacri di Brian Wilson e Paul McCartney, alla ricerca di un suono che si colloca su un ideale ponte steso tra la via Emilia e l'Inghilterra, lo stadio risuona di fiati e cori alla Beatles, di chitarre brit pop, ma il canto è italianissimo, corposo, viscerale, e passano La nuova stella di Broadway, una applauditissima Latin lover, e ancora Lost in weekend, Un uomo nuovo, fino all'esplosione di Buon viaggio (share the love) che spande nell'atmosfera una sfrenata dose di "buone vibrazioni" e fa sembrare lo stadio un'allegra astronave lanciata nella notte.

C'è tanta empatia, voglia d'amore e buoni sentimenti, la scenografia è potente, maestosa, ma non copre la fisicità e la presenza del protagonista, ci sono cinque enormi barre-monolito che si muovono nell'aria e producono effetti di ogni genere, ma Cremonini rimane in primo piano, non si nasconde, e al centro della serata si permette addirittura una lunga sequenza da solo al pianoforte, con Figlio di un re, Una come te, Dicono di me, Il primo bacio sulla luna, e Sei e ventisei. L'ambizione è alta, è un bel sogno da condividere con uno stadio esaurito (55.000 spettatori circa) su un grande palco disteso sul lato lungo dello stadio, con una grande parte centrale e due parti più piccole ai lati per i momenti solitari, quello col piano e un altro con la chitarra, interamente dedicata a Dev'essere così. L'integrazione tra scenografia, schermi e musica è perfetta, minuziosa, cucita su misura sul concerto e sul mondo che oggi Cremonini vuole raccontare, tra stelle filanti e laser saettanti. Che poi è alla lettera una canzone che si intitola Mondo, che scivola in Logico #1 e Greygoose.


Una macchina potente, ma non disumana, con racconti d'amore, visioni brillanti e immagini di trasparenze emotive, un'enorme sfera analogica sottintesa alla sfavillante scenografia mobile con le cinque enormi barre luminose che si muovono nell'aria come un sorprendente gioco di prestigio. Il gran finale inizia con Marmellata #25 e punta dritta al singolo che ha trainato il nuovo disco Possibili scenari, una melodia raffinatissima e coinvolgente, con riverberi antichi e un'attitudine rivolta all'essenza della musica pop, intitolata Poetica, e lo stadio sembra definitivamente arreso. Poi ancora Nessuno vuole essere Robin, e infine Un giorno migliore. "Se mi vuoi" canta sul finale, "domani sarà un mondo migliore" e sembra si stia rivolgendo al pubblico, che per una sera vuole davvero crederci. Basta volersi, accettarsi l'un l'altro, e forse domani potrà essere un giorno migliore.