Economia

Ubi, il giudice dispone il rinvio a giudizio per Bazoli e Massiah

Disposto il rinvio a giudizio da parte del gup di Bergamo nell'inchiesta sul controllo dell'istituto. La banca: "Nessun ostacolo alla vigilanza, nessuna omissione informativa, nessuna influenza in assemblea"

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MILANO - Il gup di Bergamo ha disposto il rinvio a giudizio per il banchiere Giovanni Bazoli, l'amministratore delegato di Ubi Victor Massiah e per gli altri 29 imputati (compresa la banca come persona giuridica) per la vicenda Ubi.

Un paio di mesi fa il presidente emerito di Intesa Sanpaolo, Bazoli, era stato ascoltato nell'udienza preliminare, davanti al gup di Bergamo Ilaria Sanesi, come imputato insieme, a vario titolo, ad altre 30 persone (tra cui lo stesso istituto in base alla legge 231 del 2001) per ostacolo all'esercizio dell'attività degli organismi di vigilanza e per presunte irregolarità nella raccolta delle deleghe in vista dell'assemblea del 2013.

Al centro dell'inchiesta il modo con cui, secondo la procura, le componenti bergamasche e bresciane di Banca Ubi si sarebbero spartite per anni il controllo dell'istituto di credito. E un ruolo predominante come dominus lo avrebbe avuto proprio GIovanni Bazoli. Nel corso delle sue dichiarazioni spontanee durante l'udienza ha ripercorso tutta la vicenda che ha portato alla fusione tra Bpu e Banca Lombarda e piemontese rivendicando la correttezza del suo operato. Il banchiere non ha risparmiato critiche alle indagini e ha dichiarato: "Ho agito correttamente".


Il procedimento avviato a Bergamo riguarda dunque le accuse di ostacolo alle autorità di vigilanza e influenza illecita sulle decisioni dell'assemblea. Secondo l'ipotesi accusatoria, all'interno dell'istituto sarebbe stata creata una "cabina di regia" che decideva le nomine di Ubi banca e delle sue partecipate e che riusciva a influenzare le decisioni dell'assemblea "con atti simulati e fraudolenti". Tale regia era frutto di una intesa tenuta nascosta a Banca d'Italia e Consob tra le due anime della banca, ovvero quella bresciana, legata a Banca Lombarda, e quella bergamasca, che faceva riferimento a Bpu, le due banche che fondendosi hanno dato vita a Ubi Banca. A regolare l'intesa tra le due città ci sarebbero stati Emilio Zanetti e Giovanni Bazoli, entrambi tra le persone rinviate a giudizio questo pomeriggio dal gup di Bergamo.

Oltre a loro, sono stati rinviati a giudizio gli uomini dei due presunti "fronti" all'intero di Ubi, ovvero i bergamaschi: Andrea Moltrasio, l'avvocato Giuseppe Calvi (ex vice presidente vicario del cds), il commercialista Italo Lucchini (ex cdg), il notaio Armando Santus (vice presidente cds), Mario Cera (vice presidente vicario cds), Mario Mazzoleni (ex cds), Carlo Garavaglia (ex cds), Federico Manzoni (ex cds) e i bresciani: Franco Polotti (ex presidente cdg), Francesca Bazoli (cds, figlia di giovanni), Enrico Minelli (ex cds), Flavio Pizzini (vice presidente cdg), Pierpaolo Camadini (cds).

Per il capo di imputazione relativo alla illecita influenza sull'assemblea, il processo riguarderà ancora Zanetti, Bazoli, Italo Folonari, Victor Massiah, Andrea Moltrasio, Ettore Medda e Marco Mandelli (entrambi direttori responsabili in Ubi) Giuseppe Sciarrotta e Guido Marchesi (referenti a livello nazionale della gestione libro soci dell'Ubi), Gemma Maria Baglioni (responsabile raccolta deleghe), Enrico Invernizzi (referente operazioni assembleari), Antonella Bardoni (ex direttrice Confiab), Angelo Ondei (ex presidente Confiab) i componenti della cdo bergamasca Rossano Breno, Matteo Brivio, Ettore Ongis, Stefano Lorenzi, Giovanni d'Aloia.

In una nota, Ubi ha preso "atto con rammarico della decisione", ma nel contempo si è detta "certa e ribadisce che il dibattimento, entrando nel merito, dimostrerà l'infondatezza delle accuse rivolte all'ente e ai propri esponenti, ritenendo che non vi sia stato alcun ostacolo alla Vigilanza, alcun patto occulto, alcuna omissione informativa, alcuna influenza nel determinare la maggioranza assembleare.
Al contrario troverà conferma il costante e scrupoloso rispetto di leggi e regolamenti, l'adozione di regole rigorose di governance e la trasparenza di condotta da parte della Banca stessa".