Genova

Naufragio Andrea Doria, se n’è andato il vicecomandante Guido Badano

Salvò centinaia di passeggeri, con il comandante Piero Calamai, prima che il transatlantico affondasse
 

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La sua vita era il mare e quasi ogni giorno - estate o inverno che fosse - si tuffava per una bella nuotata. Guido Badano, secondo ufficiale dell'Andrea Doria - transatlantico gioiello della flotta italiana varato nei Cantieri Navali Ansaldo di Genova che si inabissò nelle acque americane a poche miglia da New York il 25 luglio del 1956, dopo essere stato speronato dal mercantile svedese Stockholm - già Medaglia d'Oro per Lunga Navigazione e Commendatore della Repubblica, si è spento ieri ad Alassio, dove aveva scelto di vivere. Aveva 92 anni. Una scomparsa che ha commosso l'intera comunità alassina e non solo.

"Persone come ' Il Comandante', così amavano chiamarlo gli amici dei Bagni Molo compagni di tuffi e nuotate, sono perle rare di un mondo che non esiste più. Ricordarle, tenerne viva la memoria, potrà solo aiutarci ad essere migliori", ha commentato il vicesindaco alassino, Angelo Gualtieri. Ed è vero. Di uomini come Il Comandante Guido Badano, di origine sassellese, galantuomo d'altri tempi, ne rimangono pochi. Icona storica della nostra marineria insieme a Calamai, Donno, Cosulich e Soletti, era appunto secondo ufficiale dell'Andrea Doria quando la 'turbonave' affondò. Fu anche grazie a lui, oltre che a Piero Calamai, Osvaldo Magagnini e gli altri ufficiali e marinai, se si riuscì a salvare la maggior parte dei passeggeri, limitando le vittime a 46 su 1.134 passeggeri e 572 uomini d'equipaggio imbarcati, pur avendo molte scialuppe inutilizzabili a causa dell'inclinazione con la quale la nave si stava inabissando.

"Ogni volta che ricordava l'Andrea Doria gli brillavano gli occhi dalla commozione, ce ne parlava spesso " , racconta Luca Galtieri, uno degli amici inseparabili del Comandante. " Potevo essere suo figlio solo visto il divario di età di circa quarant'anni, solo che lui ci trattava davvero da amici: quella dei Bagni Molo era una allegra brigata, una famiglia per lui, oltre ovviamente a quella che aveva. Era amico di tutti, di compagnia, un grande uomo che ci mancherà tantissimo, di una semplicità enorme. Negli ultimi tempi aveva un problema ai piedi e visto che non voleva rinunciare a nuotare gli stavamo vicini accompagnandolo, poi spariva letteralmente in acqua. Noi ci preoccupavamo ma lui ci sorrideva dicendo che alla sua età, con tutto quello che aveva passato prima, il mare non gli faceva certo paura. E che aveva scelto Alassio perché voleva morire in un posto bello, con l'aria buona e un bel mare".

Badano ricordava spesso i giorni del naufragio, recentemente aveva rilasciato alcune interviste a riguardo. "L'Andrea Doria era bella e elegante, un gioiello, un orgoglio, rappresentava la rinascita dopo la guerra, esempio del genio e del lavoro italiano per tecnica e arte, coi suoi 11 ponti " . " Era considerata la più bella nave passeggeri di linea della flotta italiana per via degli arredi di lusso e alla moda, tra l'altro la più sicura. Per questo la preferivano a quelle delle altre compagnie internazionali. Quello che accadde fu una tragedia: erano da poco passate le 23, c'era la nebbia, l'oceano era una distesa oscura, non si vedeva nulla. Io avevo 29 anni, dopo la patente navale avevo fatto gavetta altrove prima di approdare al transatlantico come secondo ufficiale. Venimmo speronati dalla Stockholm al largo di Nantucket ma per anni attribuirono a noi la causa del naufragio e nei tanti libri e articoli usciti erano scritte tante bugie. Certo il processo ridiede dignità a noi e al grande Comandante Calamai, facendo luce sulla verità, ma quanta tristezza, quante ingiustizie patimmo " . Quindici anni dopo, Badano divenne poi comandante della gemella del Doria, la Colombo.