Genova

Ponte Morandi, si anticipa l’addio al viadotto: afa e amianto osservati speciali

La demolizione spostata di 60 minuti per agevolare il rientro dei tremila sfollati

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Un’ora di anticipo. Sembra poca roba, ma per il commissario straordinario Marco Bucci 60 minuti possono fare la differenza. Così l’esplosione delle pile 10 e 11 di ponte Morandi, venerdì, non sarà alle 10, ma alle 9 del mattino. Perché così " avremo un’ora di tempo in più per effettuare i monitoraggi dell’aria e avere un numero maggiore di dati per consentire il rientro", dice lo stesso Bucci.
L’osservato speciale, lo si ripete ormai da giorni, è l’amianto. Solo quando le centraline diranno che non ci sono rischi per la salute, gli oltre 3000 sfollati potranno tornare in casa propria. Ieri Bucci prima delle celebrazioni per San Giovanni Battista ha spiegato che si deciderà sui rientri a casa intorno alle 9 di sera, quindi 12 ore dopo l’esplosione.
In una giornata in cui spostarsi, soprattutto per le persone anziane, non sarà per niente una passeggiata: sono previste temperature vicine ai 40 gradi, con minime già al mattino superiori ai 30.

In ogni caso non sarà certo l’ondata di caldo a fermare il rigido cronoprogramma stabilito dal commissario. Ieri come previsto sono arrivati sia il detonatore dalla Spagna che la dinamite da Cuneo. Sul primo, in particolare, c’era il timore che potesse giungere in città in ritardo. Invece i tecnici incaricati dell’esplosione potranno testarlo per tre intere giornate, oggi domani e giovedì. La dinamite, invece, verrà messa direttamente nei fori scavati apposta in quel che resta del moncone est del ponte.
Sono, questi, giorni di grandissimo traffico intorno ai due cantieri sotto il viadotto Polcevera. Sempre oggi i periti nominati dal giudice Angela Nutini, i consulenti dei 71 indagati nell’inchiesta per il crollo e quelli della Procura andranno per l’ultima volta in cantiere a effettuare il sopralluogo prima dell’esplosione. Sono stati proprio gli esperti a chiedere di dipingere gli stralli, i tiranti delle pile 10 e 11, per poi poterne esaminare i frammenti dopo l’esplosione.

Se è la demolizione a impegnare di più la struttura commissariale, per complessità dell’operazione e ricaduta sulla cittadinanza, oggi verrà posata " la prima pietra" del nuovo ponte: alle 15.30 la gettata di cemento di quella che sarà la futura pila 9, nello stesso punto dove il 14 agosto era avvenuto il disastro. Nel frattempo dallo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia arriverà in porto a Genova, oggi o domani, il primo pezzo del nuovo ponte. Anche se il trasporto delle parti di impalcato avverrà soltanto venerdì, due ore dopo l’esplosione del moncone est.
Bucci non ha voluto sentire pronunciare il termine ‘ ripartenza’: "Vorrebbe dire che la città è ferma e non è vero. Questo è un modo per dimostrare che stiamo lavorando, ed è quindi un’accelerazione sulla strada per far sì che Genova corra verso il futuro più velocemente".
Il sindaco e commissario non sarà presente domani alla doppia assemblea con i cittadini interessati dall’evacuazione: la prima dalle 18 alle 19.30 nella scuola Caffaro di Certosa, la seconda dalle 19.30 alle 21 al centro civico Buranello di Sampierdarena: "Le assemblee della scorsa settimana – ha spiegato erano un modo per i cittadini di esprimere le loro opinioni. Quelle del prossimo 26 giugno saranno invece di tipo più tecnico, con molta meno discussione sulle opinioni ma più sui fatti".

Molto interessati sono anche tutti quelli che venerdì si devono spostare in macchina o con i mezzi pubblici nell’area intorno al ponte: venerdì saranno sicuramente chiuse via Fillak, via Perlasca, via 30 Giugno, oltre al tratto di autostrada della A7 che va verso il casello di Genova Ovest. In teoria, la riapertura è fissata per le 22. Ma ci sono speranze di anticipare i tempi: soprattutto desta preoccupazione il traffico dalla A7 al terminal traghetti.