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L'Uefa boccia il Milan: rischia l'esclusione dalle coppe

Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli (lapresse)
La commissione inquirente ha respinto la richiesta di patteggiamento delle sanzioni sportive ed economiche per le deviazioni dai parametri del fair-play finanziario nell'ultimo triennio. Il club va a processo, decisione a metà giugno. Tra le varie punizioni la più pesante è l'esclusione dalle prossime coppe europee. La sentenza paralizza il mercato
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MILANO - Mazzata a Casa Milan. La commissione inquirente dell'Uefa ha bocciato il settlement agreement del club di via Aldo Rossi, il patteggiamento delle sanzioni sportive ed economiche per le deviazioni dai parametri del fair-play finanziario nell'ultimo triennio. Sarà ora la commissione giudicante del massimo organismo sportivo del calcio europeo a pronunciarsi sulla questione a metà giugno. E diventa a questo punto possibile, tra le varie punizioni, anche la più pesante: l'esclusione dalle prossime coppe europee, nel caso specifico dall'Europa League, alla quale la squadra di Gattuso si era appena qualificata direttamente, grazie al sesto posto in campionato. Nel caso sarebbe l'Atalanta - settima classificata della serie A e ammessa ai due turni preliminari estivi e all'eventuale play-off di agosto per l'ingresso nella fase a gironi dell'Europa League - a ottenere l'accesso diretto al torneo, mentre la Fiorentina, ottava, giocherebbe i preliminari al posto dell'Atalanta.

Per il Milan, che già ne dicembre scorso era stato bocciato dall'Uefa per la richiesta di voluntary agreement presentata invano dall'Ad Fassone, si tratta di un colpo duro. La sentenza di oggi paralizza infatti l'attività del club e in particolare il mercato, rendendo complicato il piano di rafforzamento che Gattuso stava delineando col ds Mirabelli per raggiungere nel prossimo campionato di serie A uno dei primi quattro posti in classifica e ottenere così nella stagione 2019-20 il ritorno in Champions League, competizione dalla quale il club italiano più titolato a livello internazionale manca ormai dal 2014. L'Uefa ha comunicato la decisione alla società, in via informale, intorno alle 18, per poi renderla pubblica più tardi con il comunicato ufficiale.

Adesso la prossima scadenza delicata, venerdì prossimo, sarà l'aumento di capitale di 10 milioni di euro, promesso dal presidente cinese Yonghong Li. Poi, con l'ulteriore spada sul collo del debito con Elliott da restituire o da rifinanziare entro ottobre, partirà l'ennesima estate di passione, col caso Donnarumma di nuovo in prima pagina e con un mercato tutto da decifrare.

LA DECISIONE - La camera di investigazione dell'Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA (CFCB) ha deciso di rinviare l'AC Milan alla camera giudicante del CFCB per la violazione delle norme del fair play finanziario, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio (break-even rule).

Dopo un attento esame di tutta la documentazione e delle spiegazioni fornite dalla società, la camera di investigazione ritiene che le circostanze del caso non consentano la conclusione di un settlement agreement.

Nello specifico, la camera di investigazione è del parere che permangano ancora incertezze sul rifinanziamento del prestito e sul rimborso delle obbligazioni da effettuare entro ottobre 2018.

La camera giudicante prenderà una decisione in merito a tempo debito. Durante il mese di giugno, la camera di investigazione comunicherà eventuali altre decisioni in merito al monitoraggio delle società sotto indagine o che hanno concluso un settlement agreement.

FASSONE: "TANTA AMAREZZA, VIA ALL'ANALISI LEGALE" - La decisione dell'Uefa mi ha generato sorpresa ed amarezza". L'ad del Milan Marco Fassone ha commentato così, a margine dell'assemblea di Lega, la decisione dell'Uefa di negare il settlement agreement al club rossonero. "Mi attendevo ci venisse offerto il settlement, come è sempre stato fatto da quando esiste il Fair play finanziario. È importante che il Milan assuma una posizione chiara. Da domani faremo anche un'analisi legale della decisione, può rappresentare un danno importante per l'immagine della società".
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