Torino

"Pronti a investire risorse per portare un pezzo di Olimpiadi in Piemonte"

Cirio spedisce a Fontana, Zaia, Sala e Malagò il dossier degli impianti: trattiamo

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Il dossier Piemonte 2026 partirà domani mattina da piazza Castello. Destinazione: le sedi delle Regioni di Lombardia e Veneto, i Comuni di Milano e Cortina. Una copia sarà spedita anche al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti e una al presidente del Coni Malagò. Alberto Cirio, governatore da un mese, "contento per i Giochi all'Italia, ma dispiaciuto per il Piemonte, rimasto fuori dalla partita olimpica", è convinto di poter ancora raddrizzare la situazione e portare un pezzo dei Gioci 2026 tra Torino e le valli. Così, il giorno dopo la grande delusione, in particolare a Torino per il possibile bis olimpico perso, il presidente spiega: " L'obiettivo di coinvolgere il Piemonte non è una speranza, è qualcosa di più - dice Cirio - non solo voluto tornare sul tema dopo l'uscita del sindaco di Milano Giuseppe Sala perché avrebbe creato solo confusione e quel che contava era portare a casa il risultato: la vittoria italiana. Perché l'Italia viene prima ".
Cirio dice che manderà a Sala, Zaia e Fontana l'elenco degli impianti che il Piemonte può mettere a disposizione. Una sorta di menù, con i siti e il costo relativo di costruzione. Un modo per indicare quanto si potrebbe risparmiare. Insomma, un modo per sottolineare che i Giochi del 2026 potranno essere ancora più ecologici, low cost e sostenibili rispetto al masterplan inviato a Losanna da Milano e Cortina. Il tutto grazie all'eredità di Torino 2006. " Noi siamo disponibili a ospitare eventi. Ci sediamo a un tavolo e trattiamo ", dice Cirio. Anche la sindaca di Torino Chiara Appendino ha detto sì, a patto che non ci siano costi per il Comune. Insomma, un prestito d'uso. Il governatore fa un ragionamento diverso: "A differenza di Appendino siamo pronti ad avere una parte attiva, nella sostanza a investire risorse per portare qui l'evento. Ovviamente ci sarà un calcolo costi- benefici: l'investimento dipende da quanto riusciamo ad assicurarci a livello di competizioni. Non abbiamo paura di trattare anche perché in Piemonte c'è tanta voglia di riavere le olimpiadi che non faticheremo a trovare sponsor".
Torino e le sue montagne custodiscono un patrimonio di infrastrutture sportive che vale più di mezzo miliardo. " Tutta questa eredità possiamo metterla immediatamente a disposizione di Lombardia e Veneto contribuendo alla realizzazione del più grande evento che un territorio possa ospitare " , sottolinea il governatore. Nel dossier si elencano le opportunità. Durante i sopralluoghi dei tecnici del Cio qualche criticità rispetto al dossier è stata sollevata. E da qualche mese si fa sempre più insistente la possibilità di un riutilizzo per il 2026 dell'Oval, che ospitò le gare di pattinaggio, e della pista di bob e skeleton di Cesana- Pariol. Sarebbe anche un esempio di valorizzazione e riuso. Per Torino 2006 l'Oval Lingotto era costato 100 milioni, la pista di bob 105 milioni. Il trampolino 35 milioni. Nel dossier Piemonte c'è tutto. Anche il PalaAlpitour, 105 milioni, il Palavela, 55 milioni. E poi i 50 milioni per lo sci alpino e l'illuminazione pista, i 22 milioni per lo sci di fondo e il costo per i villaggi atleti e sala stampa.