Palermo

Calcio, definitivo il no al fallimento del Palermo. Zamparini si tira fuori dal cda

La procura rinuncia all'appello contro il verdetto che ha escluso il crac. Resta in piedi l'inchiesta penale per riciclaggio e falso in bilancio. Il patron affida a un avvocato la cessione delle sue quote e torna ad attaccare Baccaglini

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La procura di Palermo rinuncia a presentare appello alla sentenza di rigetto dell’istanza di fallimento del Palermo, emessa dal collegio della quarta sezione del tribunale fallimentare lo scorso 28 marzo. Trascorsi i trenta giorni a disposizione per presentare il ricorso, uno dei legali del club rosanero, Francesco Pantaleone, conferma: “Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione di un eventuale ricorso da parte della procura, quindi è lecito pensare che i pm abbiano rinunciato all'appello”. E la conferma arriva – anche se non in via ufficiale – dalla procura. La sentenza con cui il collegio composto dal presidente Giovanni D'Antoni, dal giudice delegato Giuseppe Sidoti e dal giudice anziano Raffaella Vacca diventa dunque definitiva: il Palermo non fallirà.

A fine marzo i giudici fallimentari avevano respinto l’istanza presentata dalla procura sulla base della consulenza tecnica del perito Alessandro Colaci, che sosteneva come il club non fosse in grado di autofinanziarsi e avesse un debito di oltre 69 milioni al 31 giugno 2016. Una sentenza che invece ha accolto la tesi del presidente rosanero Giovanni Giammarva e del pool di avvocati ed esperti: Francesco Pantaleone, Francesca Trinchera e Gaetano Terracchio, Francesco Paolo Di Trapani, Nicola De Renzis e Lorenzo Stanghellini. Per il club, invece, i conti erano stati messi in “in sicurezza” e i debiti erano inferiori di quasi 50 milioni di euro rispetto alla stima della procura.

Archiviata dunque la vittoria nella partita fallimentare, per il proprietario del Palermo Maurizio Zamparini rimane ora da giocare la partita in sede penale, dove l’imprenditore friulano, suo figlio e altre sei persone sono indagati dai sostituti procuratori Francesca Dessì, Andrea Fusco e Dario Scaletta per appropriazione indebita, riciclaggio, impiego di proventi di provenienza illecita, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e falso in bilancio aggravato dalla transnazionalità.

Per il patron friulano sarà la sfida decisiva, che rischia però di avere ripercussioni sul club di viale del Fante. E proprio alla luce dell'esigenza di minimizzare l’impatto di un’eventuale azione penale si può interpretare la decisione del cda del Palermo di accettare la rinuncia a tutte le deleghe da parte di Zamparini. La società ha comunicato con una nota che "l'assemblea dei soci, in data odierna, ha deliberato la nomina dell'avvocato Andrea Bettini quale nuovo componente del cda. Nella stessa data il patron Maurizio Zamparini ha presentato le proprie dimissioni da consigliere delegato, che sono state accettate dall'assemblea. Il Consiglio ha conferito al presidente Giovanni Giammarva le deleghe di ordinaria amministrazione della società. La proprietà ha conferito all'avvocato Andrea Bettini l'incarico legale di seguire la cessione delle quote azionarie ai futuri acquirenti".

Zamparini torna ad attaccare Baccaglini. Dopo il comunicato dello scorso 18 marzo in cui reagiva alle parole del mediatore finanziario pronunciate il 14 febbraio davanti al pm che ha sentito Baccaglini sulle condotte del patron ("società che vive di espedienti") nell'ambito dell'inchiesta penale che vede il patron indagato con altre sette persone per sei reati fra cui falso in bilancio e autoriciclaggio con l'aggravante della transnazionalità, arriva la nuova promessa di un esposto da parte del proprietario del Palermo nei confronti di Baccaglini. Una mossa che segue di un giorno le dimissioni dal cda e l'abbandono di tutte le cariche in seno al club del quale però rimane pienamente proprietario.

"Il Patron del Palermo Calcio - si legge sulla nota di Zamparini - confermando di aver acquisito dal proprio ufficio legale di Londra inconfutabili elementi di prova sulle condotte assunte da Paul Baccaglini sia a danno della società che della propria persona, comunica, ad integrazione del comunicato stampa del 18/03/2018, che a breve verrà depositato un esposto a tutela della propria persona presso la competente Procura della Repubblica. In particolare, dalla attività investigativa sarebbe emerso che Paul Baccaglini avrebbe utilizzato numerosi documenti (di cui è stata accertata la evidente manipolazione e non autenticità) relativi a studi legali ed istituti di credito per supportare le proprie proposte di finanziamento degli asset del Gruppo Zamparini e di acquisizione della proprietà della Palermo Calcio".