Napoli

Strage bus Avellino: l'amministratore di Autostrade Castellucci assolto

Giovanni Castellucci 
Ira dei familiari delle vittime: "Vergogna, questa non è giustizia". Minacce anche al giudice
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L'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci, accusato, assieme ad altri 11 dirigenti e funzionari di omicidio colposo plurimo e disastro colposo per l'incidente del 28 luglio 2013, nel quale persero la vita 40 persone a bordo di un bus precipitato dal viadotto autostradale, è stato assolto. Nei suoi confronti la richiesta del pm Rosario Cantelmo era di 10 anni di reclusione. Ira dei familiari in aula. Un applauso sarcastico ha accompagnato gli avvocati difensori degli imputati all’uscita dall’aula del tribunale di Avellino.”Bravi, avete vinto”.
 


L'IRA DEI FAMILIARI DELLE VITTIME

"Vergogna, questa non è giustizia. Assassini, Castellucci dove sei? Questa è l’Italia". Gridano nell'aula del tribunale di Avellino i familiari delle 40 vittime del bus finito nella scarpata nel 2013, dopo la lettura della sentenza che assolve Giovanni Castellucci, ad di Autostrade per l'Italia.

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 "Castellucci è colpevole", ha detto uno dei parenti delle vittime presenti in aula, dove poco dopo la lettura del dispositivo della sentenza di primo grado da parte del giudice è scoppiata la rabbia dei parenti, con urla e proteste contro Castellucci. qualcuno piange. "Giudice esci", grida un altro deipresenti. Viene  anche scandito più volte il numero "ottantatre", ossia il numero delle vittime, 40, sommato a quello dei morti per il crollo del ponte di Genova, che sono stati 43. Dal pubblico che assiepava il tribunale di Avellino anche invettive contro il giudice monocratico Luigi Buono, autore della sentenza: "Esci, ti aspettiamo". Il clima è rimasto teso a lungo, poi la situazione è tornata tranquilla.

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LA SENTENZA

Il giudice ha condannato a 12 anni di reclusione Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia di viaggi che noleggiò il bus e fratello di Ciro, l’autista che ha perso la vita dell’incidente. Otto anni di reclusione sono stati inflitti alla funzionaria della motorizzazione Civile Antonietta Ceriola. Per quanto riguarda Autostrade, 6 anni la pena decisa per i dirigenti di Autostrade, Nicola Spadavecchia e Gianluca De Franceschi, 5 anni e sei mesi per Paolo Berti e Giovanni Marrone, 5 anni ciascuno per Michele Renzi e Bruno Gerardi. Assolto gli altri sette imputati. Oltre a Castellucci, per il quale il pm aveva chiesto 10 anni di reclusione, sono stati assolti altri manager di Autostrade e il dirigente della Motorizzazione Vittorio Saulino


LE REAZIONI

Autostrade per l'Italia
"Autostrade per l’Italia - scrive in una nota la società - nel ribadire nuovamente la più profonda e sentita vicinanza ai parenti delle  vittime, esprime rammarico in merito alla sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Avellino nei confronti delle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Cassino".
"I legali dei dirigenti e dei funzionari coinvolti - prosegue lo scritto - si riservano la lettura delle motivazioni per ricostruire il percorso logico-giuridico seguito dal giudice, a fronte delle solide argomentazioni difensive proposte dagli imputati nel corso del dibattimento, che hanno dimostrato la correttezza del loro operato".
"Autostrade per l’Italia - conclude la nota - ribadisce che nel corso del dibattimento è emerso con chiarezza che la causa dell’incidente è riconducibile alle disastrose condizioni del bus (che viaggiava con un milione di chilometri, non aveva meccanica in ordine, non era mai stato sottoposto a revisione e aveva gli pneumatici usurati e non omologati, oltre che il sistema frenante non funzionante) e alla condotta dell’autista".

Luigi Di Maio: "Ci riprenderemo le autostrade"
“Non so quanto tempo ci vorrà, ma le autostrade ce le riprendiamo”. Così Luigi Di Maio, in un post dedicato alle “vittime di Avellino e del Ponte Morandi”. “Il grido di dolore delle famiglie delle vittime di Avellino - aggiunge il vicepremier- dopo l’assoluzione dell'amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci lo capisco e mi fa incazzare”.
“È dalla caduta del Ponte Morandi – ricorda Di Maio - che come Governo stiamo lavorando per togliere le concessioni ad Autostrade... Ma ce la faremo a spuntarla”.
Le grida dei familiari delle vittime della strage di Acqualonga “sono quelle di chi si sente dire dallo Stato - prosegue il post - che non esiste un colpevole per la morte di suo figlio, sua figlia, sua mamma, suo papà, suo fratello, sua sorella. Morirono in 40 precipitando giù da un cavalcavia con un pullman in provincia di Avellino. Quel guard rail di Autostrade poteva reggere invece di essere tranciato come carta velina? Secondo molti esperti e periti che hanno preso parte al processo, sì! Secondo i giudici, invece, Autostrade per l'Italia non ha colpe. È incomprensibile. Ma il mio non è un attacco ai giudici”.
Di Maio poi aggiunge: “Ce l'ho con la feccia politica che in questi anni ha firmato ad Autostrade contratti capestro che li solleva da ogni responsabilità, dandogli tutte le garanzie economiche e legali del caso. Non dimentico la promessa fatta ai familiari delle vittime del crollo del Ponte Morandi di Genova: toglieremo la concessione ad Autostrade per l'Italia. Chi sbaglia paga e deve essere messo in condizioni di non nuocere più. Un abbraccio alle famiglie delle vittime di Avellino e del Ponte Morandi”.

Vincenzo Figliolia, sindaco Pozzuoli: “Comprendo il disappunto per la sentenza”
 “La sentenza emessa oggi dal tribunale di Avellino rappresenta l’epilogo di uno dei fatti più drammatici e dolorosi che hanno caratterizzato la vita più recente della città di Pozzuoli”.
Così, in una nota, il Vincenzo Figliolia, sindaco del comune flegreo in provincia di Napoli, residenza della gran parte delle vittime della strage del bus di Monteforte.
“Sono state inflitte pene severe  - prosegue il sindaco - che certo non potranno alleviare il dolore immenso di chi ha perso gli affetti più intimi in quel tragico incidente. Ho vissuto con profonda commozione e intensa partecipazione interiore tutta la vicenda, dal giorno del dramma fino all'esito odierno di un lungo percorso giudiziario”.
“Comprendo, pertanto – conclude Figliolia - le aspettative e le emozioni di coloro che hanno manifestato il loro disappunto per i distinguo sulle responsabilità fatti in sentenza. Solo la lettura delle sue motivazioni potrà fare chiarezza sulle ragioni di tale decisione”.