Economia

Di Maio: "Siamo alle soglie di un nuovo boom economico"

Intervenendo agli Stati generali dei Consulenti del lavoro, Di Maio ha parlato di un nuovo boom grazie al digitale. Stoccate contro il presidente dell'Inps, Boeri: "Basta un uomo solo al comando"

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MILANO - Va contro corrente e contro gli ultimi dati economici appena pubblicati. Luigi Di Maio, l'intrepido ministro dello Sviluppo economico, a dispetto di tutte le previsioni che paventano l'entrata in recessione dell'Italia, vede nel futuro del Paese un nuovo boom economico. "Un nuovo boom economico potrebbe rinascere: negli anni '60 avemmo le autostrade, ora dobbiamo lavorare alla creazione delle autostrade digitali", ha affermato intervenendo  agli Stati generali di Consulenti del lavoro. "Quello che vogliamo realizzare per l'Italia passa da una visione dei prossimi 10 anni". Quindi, Di Maio, citando Olivetti, ha ricordato che "il lavoro è la più grande sfida del nostro tempo". "L'Italia deve essere in prima linea in questa fase di trasformazione, facendo il nostro Paese una smart nation".

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Il ministro è in forma e dal palco spara a zero anche sugli stipendi dei sindacalisti. "Nel dl su quota 100 e reddito cittadinanza ci sarà la norma che finalmente riporta alla normalità gli stipendi dei sindacalisti: le ingiustizie di questi anni vanno rimesse a posto". "Noi abbiamo dato un buon taglio alle pensioni d'oro ma con il decreto del reddito avremo la norma che riporta alla normalità le pensioni dei sindacalisti, abbiamo avuto delle ingiustizie da rimettere a posto". Mentre le imprese che assumeranno chi percepisce il reddito di cittadinanza, potranno godere di sgravi. "Le imprese che assumeranno i percettori avranno fino a 18 mesi di sgravi fiscali pari all'ammontare del reddito di chi entra nel programma. Chi prima assumerà quelle persone godrà del più alto sgravio fiscale".

Di Maio non risparmia nemmeno una stoccata al presidente dell'Inps, Tito Boeri, molto spesso apparso inviso al governo per aver svelato cifre diverse da quelle ipotizzate dai ministri. "Dobbiamo farla finita con l'uomo solo al comando; nell'Inps serve più pluralismo, coinvolgendo le categorie professionali". "Se nell'Inps non entreranno coloro che i problemi reali li conoscono, anche nel consiglio di amministrazione, l'Inps resterà sempre sordo ai problemi reali. Serve più pluralità nell'Inps anche coinvolgendo le categorie professionali e questo consentirà di rilanciare l'istituto, superando il concetto di un uomo solo al comando".
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