Bologna

Il saluto commosso di Bologna ad Alberto Bucci

(eikon)
Folla alla camera ardente di Palazzo d'Accursio: "Ci ha insegnato tanto"
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BOLOGNA - Già dieci minuti prima che il feretro di Alberto Bucci, scomparso sabato scorso a 70 anni, arrivasse a Palazzo d’Accursio, c’era la gente in fila per rendergli omaggio. E così è stato per tutta la mattinata, prima del funerale, a Rimini nel pomeriggio.

Fra i primissimi ad arrivare alla camera ardente, allestita nella sala Tassinari, accompagnato da moglie e figli, Alfredo Cazzola che ne fu allenatore, lo nominò presidente nel ’96 e che ha ricordato la loro amicizia, iniziata alle scuole elementari. “Venivamo entrambi dalla Bolognina, lui abitava di fronte all’oratorio dei Salesiani, io all’angolo fra via Ferrarese e via Matteotti, era irrequieto, simpaticissimo, sempre con quella voglia di scherzare che non ha mai perso e già a 18 anni aveva le idee chiarissime in testa, voleva fare l’allenatore. Lascia un vuoto enorme che non sarà facile colmare”.

E’ passato anche Romano Prodi che di Bucci ha sottolineato “la capacità di mettere insieme le persone”, dunque di fare squadra. L’hanno detto in tanti, vecchi fusti imbiancati ma ancora arzilli; c’erano moltissimi del suo ambiente, la pallacanestro di ieri, di ieri l’altro e di oggi (la squadra della Virtus è arrivata poco prima delle 11, venti minuti dopo è stata la volta della Fortitudo, con in testa il presidente Pavani e il coach Martino). C’era Meo Sacchetti, il ct della Nazionale, tanti ragazzi dello scudetto della stella, quello del 1984: Renato Villalta, molto commosso, Augusto Binelli (“per me Alberto è stato quasi un padre”), Marco Bonamico, Matteo Lanza.

I suoi ragazzi della decade successiva, Alessandro Abbio, Paolo Moretti, Flavio Carera. Lo storico speaker bianconero Gigi Terrieri e moltissimi altri, dirigenti (il presidente della Federbasket Gianni Petrucci, quello di Legabasket Egidio Bianchi, l'ex dg Virtus Alessandro Crovetti), tifosi noti come Gianluca Pagliuca e non, appassionati, amici, gente comune.

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C’erano anche Pino Sacripanti, appena esonerato, ed Alessandro Ramagli, il tecnico della promozione, e anche loro l’hanno ricordato con parole toccanti. “A noi fighette che piangiamo perché perdiamo una partita – ha notato Sacripanti – Bucci, col suo spirito, ha insegnato davvero tanto”.

“Ho perso un amico”, ha detto Massimo Zanetti, proprietario del club bianconero. Un tifoso ha ricordato: “E’ stato la gloria del nostro club ma ha anche favorito l’ingresso dell’attuale proprietà”.

Gli onori di casa li hanno fatti il sindaco Virginio Merola il vice sindaco  Marilena Pillati e l'assessore allo sport Matteo Lepore. Al loro fianco Daniele Fornaciari, presidente della Fondazione Virtus che ha stretto in un lungo e commosso abbraccio Rossella, la moglie di Bucci, e le figlie

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