Torino

L'anagrafe di Torino registra il figlio di due madri, è la prima volta in Italia

La sindaca Appendino ha anche trascritto gli atti di nascita di tre bambini nati all'estero da due coppie omosessuali

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La sindaca di Torino Chiara Appendino questa mattina ha trascritto all'ufficio Stato civile dell'anagrafe gli atti di nascita dei bambini figli di tre coppie omogenitoriali, come aveva annunciato la scorsa settimana. Si tratta di una svolta epocale per l'Italia perché mai un primo cittadino aveva fatto questa scelta senza la disposizione di un tribunale. "Questo è il primo bambino nato in Italia da due mamme a poter risultare fin dalla nascita come figlio di due madri. Dobbiamo ringraziare la sindaca Appendino e tutti quelli che in questi anni hanno combattuto per il riconoscimento di diritti che dovrebbero valere per tutti", esulta Chiara Foglietta, consigliera comunale del Pd che aveva denunciato i problemi per il riconoscimento del figlio dovendo in un primo momento dichiarare il falso per avere la registrazione. Nei casi precedenti di riconoscimento all'anagrafe, si era trattato della trascrizione di un atto registrato all'estero: in Spagna per Ruben, figlio di due donne napoletane; in Argentina per il bambino, figlio anche lui di due madri, registrato nel febbraio 2015 a Roma.

"È un risultato importante per tutte le famiglie omogenitoriali" commenta la compagna di Foglietta, Micaela Ghisleni.

Registrato all'anagrafe di Torino il figlio di due madri. È la prima volta in Italia

Appendino ha trascritto gli atti di nascita di tre bambini nati all'estero da due coppie, una composta da due uomini (in questo caso si tratta di due figli gemelli) e una da due donne, e ha riconosciuto come entrambe genitori due mamme di un bimbo nato in Italia, Niccolò Pietro, figlio di Foglietta. "Abbiamo fatto anche la richiesta al tribunale di dare il doppio cognome - annuncia Ghisleni - Questa è un riconoscimento di uguaglianza e non un privilegio".

Alla registrazione, oltre ad Appendino, erano presenti anche l'assessore alle Famiglie, Marco Giusta, e quella all'anagrafe, Paola Pisano. "Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli - aveva scritto la prima cittadina annunciando la svolta storica - Da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente. Dopodiché la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l'auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente”. Soddisfatto anche il coordinatore del Torino Pride, Alessandro Battaglia: "Questa è una svolta importante".

"Bene Appendino sui diritti civili, auspico che le sue posizioni trovino riscontro nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle. Altrimenti non possiamo parlare di una linea politica, ma di una scelta personale della sindaca, seppur lodevolissima": così l'assessore regionale alle Pari opportunità Monica Cerutti.

"Quella compiuta oggi dalla sindaca di Torino è una scelta giusta - secondo il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali - Non ci possono essere lacciuoli oscurantisti all'affetto di coppie omogenitoriali verso i propri figli. Di fronte a un imperdonabile ritardo della politica e del Parlamento frenato da settori retrivi, cinici, ipocriti e lontani dalla vita reale delle persone, ben venga la scelta odierna del capoluogo piemontese. Ora la battaglia di civiltà deve continuare nel Paese e nel Palazzo, a partire dal Parlamento che deve affrontare il vuoto normativo su questo punto. Noi siamo pronti. Il Pd e M5S lo sono?".

"Non può essere un sindaco, con una fuga in avanti estranea alla legge, a stravolgere il concetto di genitorialità. L’arroganza propagandistica con cui il primo cittadino di Torino pensa di potersi sostituire al legislatore, registrando all’anagrafe i figli di coppie omosessuali, è un fuoco d’artificio dal sapore tutto demagogico - dichiara il deputato di Forza Italia Luca Squeri - Con questa forzatura annunciata, Appendino legittima di fatto anche la pratica aberrante dell’utero in affitto che sfrutta donne in difficoltà economica e chiede loro di portare avanti gravidanze "per commission". Questo è il pezzo di storia scritto dal sindaco di Torino".

Lucio Malan, vice capogruppo vicario di Forza Italia al Senato, aggiunge che "la registrazione a Torino di quattro bambini come figli di due padri o di due madri è un atto grave, contrario alla legge, falso nel suo contenuto, che incoraggia altri a trasgredire la legge e ad avvalersi della inumana schiavitù dell'utero in affitto o comunque a privare premeditatamente dei bambini della madre o del padre, un atto inumano".

Per Antonio Decaro, presidente dell'Anci, "esiste una situazione di vuoto normativo che rischia di danneggiare i cittadini dei quali per primi noi, rappresentanti delle istituzioni, dovremmo prenderci cura: i bambini. La sindaca Appendino ha avuto il coraggio di imporre all'attenzione generale un tema che deve essere affrontato al più presto, anche con le modifiche normative necessarie. Ancora una volta noi amministratori siamo chiamati a districarci in situazioni che riguardano la vita quotidiana delle persone che spesso vedono il legislatore in ritardo".