Cronaca

Sea Watch 3 di fronte a Malta, migrante si butta in acqua per disperazione. Trattativa per l'accoglienza

La portavoce della Commissione Ue Mina Andreeva: "Continuano i contatti con gli Stati membri disponibili a trovare una soluzione sullo sbarco rapido delle persone a bordo della Sea Watch 3 e Sea Eye".

1 minuti di lettura
A BORDO DELLA SEA WATCH 3 - In attesa che l'Europa si decida a trovare una soluzione la nave tedesca Sea Watch 3 in balia delle onde da 14 giorni, uno dei 32 migranti a bordo si è buttato in acqua dalla poppa della nave cercando di raggiungere Malta a nuoto. La terraferma dista un chilometro circa e ci sono appena cinque gradi sopra lo zero. L'uomo è stato recuperato con una ciambella di salvataggio, non ce l'avrebbe fatta sicuramente per via delle correnti gelide attorno all'isola. Ma è un gesto che racconta bene la disperazione e l'esasperazione che si vive sul ponte della Sea Watch 3.

Questa mattina i 32 migranti, che hanno ricevuto la visita di una delegazione di parlamentari tedeschi e gli aiuti in derrate alimentari portati da due navi appoggio della Sea Eye e della piattaforma Mediterranea, sono stati fatti uscire sul ponte della nave per prendere una boccata d'aria. C'erano anche i tre bambini: una ragazzina di 6 anni (a cui è stato portato un album delle figurine) con le treccine colorate, un ragazzino di 7 anni e un neonato di un anno.


Sul ponte i migranti hanno scattato qualche foto all'isola, così vicina eppure finora impossibile da raggiungere perché non è stato concesso l'approdo al porto dalle autorità maltesi. Motivo per cui uno dei migranti da ieri ha smesso di mangiare, protestando perché "questa nave è diventata una prigione, esattamente come le prigioni libiche da cui siamo scappati". A un certo punto un uomo si è tuffato dalla poppa dell'imbarcazione, cercando di nuotare fino a riva, ma è stato subito recuperato. 

I migranti sono divisi in tre gruppi: anglofono, francofono e arabo. Hanno chiesto al capitano della Sea Watch 3 di proporre all'Unione Europea di essere ripartiti nei vari stati membri. Una soluzione logica, che però ancora non arriva, nonostante la disponibilità di Germania, Francia e Olanda all'accoglienza. Il porto di sbarco non è stato concesso, e l'Italia attraverso il ministro Matteo Salvini ha ribadito il suo no.

"La Commissione continua i suoi intensi contatti con gli Stati membri disponibili a trovare una soluzione sullo sbarco rapido delle persone a bordo della Sea Watch 3 e Sea Eye", dice la portavoce della Commissione Ue Mina Andreeva. Precisando: "Ieri il commissario Avramopoulos ha invitato gli Stati membri a dare sostegno e a contribuire a questo sforzo congiunto per sbarcare in sicurezza quanti sono a bordo il prima possibile. Una serie di Stati membri ha espresso disponibilità verso questo sforzo congiunto e a sostenere Malta".