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Di Maio: "Ok al sostegno di Forza Italia, ma governo solo con la Lega". Salvini: "Intesa subito o scendo in campo"

Secondo giorno di consultazioni della presidente incaricata Casellati: il centrodestra si è presentato unito con Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi (agf)
Nuovo giro di consultazioni della presidente Casellati. Il leader leghista all'uscita: "Sono ottimista: basta veti e parliamo di programmi". La risposta del capo politico pentastellato: "Oltre certi limiti non possiamo andare: il contratto di governo lo firmeremmo solo con la Lega". Replica di Salvini: "O si fa il tavolo o basta perdere tempo. C'è chi tifa per un governo tecnico"
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ROMA - Nessun colpo di scena, ma uno spiraglio che forse si apre. Aperto dall'ottimismo di Matteo Salvini, il secondo giro di consultazioni della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati prosegue con la rinnovata chiusura di Luigi Di Maio a qualsiasi accordo di governo che includa anche Berlusconi, ma con l'apertura al sostegno esterno di Forza Italia e Fratelli d'Italia a un governo M5s-Lega. A stretto giro la secca replica di Salvini: "Il governo si fa con tutto il centrodestra. Non è che uno sceglie di andare solo con la Lega. Di Maio chiude? Non interpreto i suoi pensieri, continuo a sperare che si riconosca il voto degli italiani che hanno scelto l'intero centrodestra". Ma il leader leghista avverte anche: "Intesa subito o scendo in campo io".

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I paletti di Di Maio
Il capo politico del M5s è arrivato all'incontro con Casellati a Palazzo Giustiniani con un'ora di ritardo rispetto alle 17.30, l'orario fissato. Evidentemente, dopo convulse trattative. "Voglio fare il riepilogo del percorso con Salvini - è l'esordio di Luigi Di Maio - insieme abbiamo reso operative le Camere, le Commissioni speciali. Abbiamo sintonia su alcuni temi, è partita l'istruttoria sui vitalizi. C'è disponibilità a discutere sui programmi. Noi siamo disponibili e ce la stiamo mettendo tutta. Ma è anche vero che noi oltre certi limiti non possiamo andare. C'è la nostra disponibilità a un contratto di governo con Salvini. A cui ho detto che saremmo anche disposti ad accettare l'idea del sostegno di Forza Italia a quel governo".

"Se mi si chiede - insiste Di Maio - di sedermi a un tavolo con tre forze politiche, con Berlusconi, Salvini e Meloni, per un governo che deve includere personalità che vengono dalle tre forze di centrodestra, capirete che per noi è uno scenario duro da digerire. Da parte nostra c'è stata anche disponibilità a dialogare con altre forze politiche, ma il contratto di governo deve essere firmato da me e Salvini. Ce la stiamo mettendo tutta e resta aperto l'invito a firmare questo contratto a due. Non è pensabile che si possa contrattare ministri e segretari con tre forze politiche più la nostra. Ce la metteremo ancora tutta perché nulla è ancora perduto. Ma non oltre certi limiti, siamo il Movimento 5 stelle".


Chiusura a un governo con il centrodestra, dunque, ma manifesta accettazione dell'idea di un sostegno esterno a un ancora possibile governo M5s-Lega da parte di Forza Italia e Fratelli d'Italia.

La risposta di Salvini
Questo, dunque, il rilancio di Di Maio sul tavolo della partita con Matteo Salvini, la cui risposta a caldo è particolarmente dura. "Non mi interessano logiche politiche - dice il leader della Lega in serata dal Molise -: o c'è il tavolo tra centrodestra e Cinquestelle oppure non ho più tempo da perdere. Da tutte le parti c'è qualcuno che tifa per far saltare l'accordo politico tra noi e i cinquestelle per inventarsi l'ennesimo governo tecnico che poi spenna gli italiani. Mi viene anche il dubbio di un inciucio" tra M5s e Pd. Poi, alla domanda se le parole di Di Maio siano una chiusura, Salvini sceglie di mantenere aperto il famoso spiraglio: "Non interpreto i pensieri degli altri".

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Ben altro spirito rispetto a qualche ora prima quando, dopo il confronto con Casellati prima dei Cinque stelle, assieme a Berlusconi e Meloni, il leader della Lega e della coalizione di centrodestra aveva esibito un notevole ottimismo. "Sì, sono ottimista, ci sono segnali di novità" aveva detto Salvini uscendo da Palazzo Giustiniani. Ora, ripassato anche Di Maio sul divano di Casellati, forse non è più il caso di parlare di veti, ma resta ancora una barriera, non si sa bene quanto sottile, alla saldatura.


A differenza della prima tornata, la delegazione del centrodestra si è presentata unita da Casellati. A Palazzo Giustiniani, Silvio Berlusconi questa volta rimane silenzioso, mentre Salvini parla davanti alle telecamere, senza esibire nessuno degli ampi e teatrali gesti con cui aveva platealmente scandito i passaggi del discorso del leader leghista dopo l'incontro della triade del Centrodestra con Mattarella al Quirinale. Gelida la reazione del cavaliere dopo l'ennesimo "no" di Di Maio a un governo con Forza Italia: "Il supplemento di veto pronunciato dal Movimento 5 stelle dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, il rifiuto di formare un governo. Si tratta dell'ennesima prova di immaturità consumata a danno degli italiani".


I contatti tra i leader proseguiranno anche nella notte. Se, nonostante il piccolo passo avanti del M5s, dovesse fallire la trattativa con il centrodestra, ai pentastellati non resterebbe che provare con il Pd. Da cui arrivano reazioni in ordine sparso, anche se la linea dettata da Renzi il giorno delle sue dimissioni da segretario dem resta immutata, ovvero opposizione. Ma soprattutto bisognerà capire come intenda muoversi il Colle. Con Mattarella che potrebbe costringere i duellanti Salvini e Di Maio in un angolo della trattativa ancora più angusto di quello odierno.
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