Spettacoli

SERIE TV

Montalbano e l'omaggio al dottor Pasquano. La vedova dell'attore: "Amava quel personaggio come un figlio"

Nell'episodio 'Un diario del '43' il saluto degli amici di Vigata al medico legale interpretato da Marcello Perracchio, scomparso nel 2017. Parla la signora Franca, per cinquant'anni al fianco dell'attore
2 minuti di lettura
L'hanno mandato "in ferie" il burbero dottor Pasquano, il medico legale della serie tv Il commissario Montalbano che, tra un'autopsia e l'altra, divorava guantiere di cannoli e non voleva "essere rotti i cabassisi", interpretato dall'attore Marcello Perracchio scomparso a 79 anni dopo una lunga malattia il 28 luglio del 2017 a Ragusa. Impossibile sostituirlo. E così Pasquano resta irreperibile. Viene solo evocato. "È andato in ferie, forse con la moglie", diceva l'ispettore Fazio a Montalbano in L'altro capo del filo, il primo dei due nuovi episodi, andato in onda lunedì 11 febbraio su Rai1. Ma in 'Un diario de '43', andato in onda stasera, Marcello Perracchio viene celebrato con tutti i crismi. E con un "funerale cinematografico" definito da Luca Zingaretti "uno dei momenti più commoventi che abbia mai girato".
 

"Montalbano, il padre che tutti vorremmo": Zingaretti legge la lettera di Camilleri per i 20 anni del commissario

"Mesi fa, in televisione, ho visto Luca Zingaretti intervistato da Fabio Fazio che annunciava una grande sorpresa per le nuove puntate del Commissario Montalbano legata a un attore. Ho subito pensato che si trattasse di mio marito". A parlare è Franca Gurrieri, 71 anni, di Ragusa, che per oltre cinquant'anni è stata al fianco di Perracchio. "Vent'anni fa, quando iniziarono le riprese della serie televisiva il regista Alberto Sironi offrendogli il ruolo del medico legale gli disse: 'Purtroppo i personaggi maggiori sono stati assegnati, ma conosco il tuo talento e questo piccolo personaggio ci sarà in ogni puntata'. Un personaggio che Marcello amava come un figlio, si assomigliavano, e che gli aveva regalato la popolarità e, soprattutto, l'affetto della gente".
 
Perracchio era nato a Modica il 16 gennaio del 1938. La sua scuola "era il cinema del paese" - raccontava - dove da piccolo trascorreva i pomeriggi a guardare film americani con Spencer Tracy, Paul Newman per poi recitare le battute a casa o negli spettacoli in oratorio. Dopo il diploma di geometra apre una scuola guida a Ragusa continuando a recitare con la sua compagnia amatoriale, la Piccola Accademia.
 
La svolta nella carriera arriva alla fine degli anni 70 quando viene notato, durante una rassegna teatrale, da Turi Ferro, colonna dello stabile di Catania, che l'anno dopo lo chiama per recitare al Piccolo di Milano, per sostituire l'attore Umberto Spadaro morto in scena in seguito a un malore.
 
"Che fare? Accettare la proposta di Ferro significava allontanarsi da casa, dai figli (Maria Pia, Chiara e Giuseppe, ndr) e da un lavoro sicuro" ricorda la moglie. "'Non ti voglio obbligare a lasciare la tua passione - gli dissi - perché altrimenti me lo rinfacceresti per tutta la vita'. E quando si trovò davanti lo specchio del camerino del piccolo di Milano mi raccontò che gli vennero gli occhi lucidi e in testa mille paure: non sapeva 'se quel suo debutto sarebbe stato l'inizio o la fine di una carriera'".
 
La sterzata che Perracchio dà alla sua vita lo porta nel giro di pochi anni a essere un componente fisso dello stabile di Catania. Al cinema lavora con Luigi Zampa nel film Gente di rispetto e, tra gli altri, Pizza connection di Damiano Damiani, Il giudice ragazzino di Alessandro Di Robilant, La matassa di Ficarra e Picone e serie televisive come La Piovra, L'onore e il rispetto e Eroi per caso. Ma il grande successo arriva con il personaggio del dottor Pasquano. "Sul set si divertiva tanto, soprattutto, quando poteva improvvisare, lasciandosi andare con Zingaretti in siparietti comici che fortunatamente non venivano mai tagliati da Sironi" dice ancora Franca Gurrieri.  
 
Quello tra Franca e Marcello è stato un grande amore, un "amore sognato". "Ci siamo conosciuti a scuola guida. Mi raccontò che la prima volta che mi vide, indossavo un soprabito bianco allacciato in vita, gli venne in mente un sogno che aveva fatto suo papà in punto di morte: 'Marcello, ho sognato tua moglie, era bellissima ed era tutta vestita di bianco'. E, dopo aver atteso a lungo l'assenso e il ritorno di mio papà emigrato in Venezuela, nel '68 ci sposammo. Pochi mesi prima dalla sua morte - conclude la vedova - vennero a trovarlo a casa Luca Zingaretti, Alberto Sironi e Carlo Degli Esposti. Abbracciandolo gli dissero di guarire in fretta per tornare presto sul set, ricordandogli che nessuno si sarebbe mai dimenticato di lui e del suo personaggio". Oggi, a Ragusa, nella Vigata televisiva del commissario Montalbano, c'è un piccolo teatro comunale che porta il suo nome.