Bologna

Bologna, l'ultimo saluto a Cesarino Cervellati

Il funerale dell'ex giocatore e allenatore del Bologna nella chiesa di Borgonuovo. La salma sepolta a Vidiciatico, sull'appennino

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BOLOGNA - Un centinaio di persone ha dato l'ultimo saluto a Cesarino Cervellati nella chiesa di Borgonuovo, dove questa mattina Don Massimo Vacchetti ha celebrato il funerale. "Cesarino avrebbe meritato molta più gente", diceva alla fine con un velo di rammarico Giampaolo Tozzi, il cui padre Giorgio, dirigente del Tommassini (la squadra della ditta in cui Cervellati lavorava da ragazzino), fu quello che segnalò al Bologna Cesarino, autentica bandiera rossoblù, prima ala, poi vice allenatore nell'anno dell'ultimo scudetto, poi l'uomo delle miracolose salvezze in panchina alla fine degli anni '70. In tutto 300 partite giocate in rossoblù, 86 gol ed anche 21 presenze in azzurro. "Lui c'era sempre", ha ricordato Don Vacchetti, tornando indietro con la memoria a quando bambino andava a vedere quel Bologna sui gradoni dell'allora Comunale. "E Cesarino era quasi uno di casa".

Oltre ai familiari, la moglie Mariarosa (con cui era sposato da 65 anni) e i due figli Stefano e Andrea, c'era il ds Bigon in rappresentanza del club con una una delegazione del settore giovanile con il Gonfalone, e naturalmente il Bologna di Cervellati. Gli ex compagni Paolo Cimpiel, Rino Rado, Mirko Pavinato, che Cervellati aveva poi allenato dopo il ritiro del '62, alcuni dei suoi giocatori, Franco Colomba, Eraldo Pecci, Renzo Ragonesi, Marco Tremaglia. Che ha ricordato: "Per me Cesarino era come un padre, mi ha insegnato tanto, nella vita, non solo in campo". Ricorda Eraldo, commosso: "Lui era a capo del settore giovanile, mi viene in mente una partita in cui diedi un gran calcione a un avversario, qualche giorno dopo mi chiamò da parte e mi disse che se l'avessi rifatto m'avrebbe rispedito a casa in treno, perché quel ragazzo che avevo scalciato aveva la mia stessa passione, i miei stessi sogni e che andava battuto sul campo, se ne ero capace, senza calci, senza scorciatoie".  

In chiesa anche due "storiche" impiegate del Bologna, Luisa Casini, che ci lavorò dal 1965 al 2003 e Sonia Stagni andata in pensione ad agosto del 2014, per oltre quarant'anni segretaria del settore giovanile.

Cervellati, che viveva a Pontecchio  ed era nato a Baricella nel 1930, è morto venerdì all'età di 88 anni. E' stato sepolto a Vidiciatico, nel comune di Lizzano, sull'appennino, dove aveva una casa e trascorreva parecchi mesi, non solo quelli estivi. Ancora Tremaglia, che Cervellati all'epoca del vivaio aveva ribattezzato "Pipotto": "Fino a poco più di un anno fa ci trovavamo spesso proprio a Vidiciatico, con lui si stava benissimo, perché è vero che è sempre stato molto riservato, ma amava l'ironia, sapeva sorridere, da perfetto bolognese. Era una persona squisita".