Politica

Manovra, passa la norma ingrassa-corrotti: sale la soglia degli appalti senza gara

La P.a. potrà affidare lavori diretti nelle opere fino a 150 mila euro. Un duro colpo alla legalità e al mercato voluto dalla Lega
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La norma ingrassa-corrotti è uscita indenne dalla battaglia notturna della Manovra. E così per volontà della Lega in una settimana è stato spazzato via uno dei pilastri della prevenzione contro tangenti e infiltrazioni mafiose. Il voto del Senato infatti ha approvato il nuovo tetto per gli appalti ad affidamento diretto dei sindaci, passato da 40 mila a 150 mila euro. Significa che nel 2019 i Comuni decideranno direttamente i contratti di importo fino a 150 mila euro, senza dovere motivare la scelta e senza competizione tra aziende. Un duro colpo alla legalità e al mercato, contestato dall'Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone, dall'Associazione Nazionale Costruttori e dai sindacati dei lavoratori edili. Tutti sanno bene come gli appalti ad affidamento diretto siano la grande mangiatoia di clan e faccendieri: una realtà dimostrata da centinaia di inchieste giudiziarie anche nelle ultime settimane. Indagini che evidenziano come questi lavori spesso vengano affidati agli amici degli amici, senza garanzie né di qualità, né di legalità: si tratta del settore preferito dalle cosche imprenditrici, che in tutta Italia manovrano ditte e conquistano cantieri, alternando bustarelle a minacce. E così, se ci sarà la conferma della Camera, nel prossimo anno oltre cinque miliardi di denaro pubblico verranno spesi senza controllo.

Tutto è avvenuto in sette giorni. Nel Consiglio dei ministri di una settimana fa la Lega era riuscito nel silenzio a far passare addirittura l'aumento a 200 mila euro senza limiti di tempo. Dopo la denuncia di "Repubblica", anche una parte dei 5Stelle si era detta contraria, ottenendo una riduzione a 150 mila solo per il 2019. Ma i malumori nel Movimento non si erano placati, tanto che Luigi Di Maio aveva ipotizzato di stralciare la norma e inserirla nella revisione del Codice degli Appalti. Ma il partito di Matteo Salvini ha vinto, imponendo la sua cultura del fare che predilige la rapidità dei cantieri. E oggi però Nicola Morra, presidente M5S della Commissione Antimafia, torna a manifestare le sue perplessità: "Non posso che esprimere grave preoccupazione. Preoccupazione condivisa anche dall'Anac per voce del presidente Cantone. Questo innalzamento preoccupa tutte le realtà antimafia, così come i dirigenti pubblici che hanno sviluppato grandi capacità di controllo nelle amministrazioni locali contro la corruzione e che non avranno più voce in capitolo. Questo innalzamento rivela una sottovalutazione del rischio di come queste nuove regole possano favorire le organizzazioni mafiose, da sempre attente al mondo delle opere pubbliche. Che sia una misura per un solo anno non può essere una giustificazione sufficiente per allentare gli obblighi sulla necessaria trasparenza per la gestione dei soldi pubblici".

Il senatore M5S conclude promettendo battaglia: "Da presidente della Commissione antimafia mi adopererò per promuovere modifiche alle procedure di assegnazione degli appalti che, garantendo maggiore efficienza nella spesa, assicurino la migliore trasparenza possibile".

"Le lacrime di coccodrillo di Morra sull'innalzamento della soglia di valore per l'affidamento diretto dei lavori pubblici, votato dalla maggioranza di cui fa parte, sono la rappresentazione perfetta dell'ipocrisia grillina", replica il senatore Pd Salvatore Margiotta: "Di notte approvano misure che mettono in pericolo la legalità degli appalti, e di giorno tornano a fare le anime candide e i campioni delle trasparenza. Vorrei dire a Morra che non ci crede più nessuno. Si sono macchiati dell'ennesima porcata. La manina è la loro".
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