Milano

Insulti a Kyenge, Calderoli condannato a 18 mesi: riconosciuta l'aggravante razziale

Definì l'ex ministra "un orango" durante un comizio alla festa della Lega di Treviglio. Lei: "Abbiamo vinto un'altra volta"
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È stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi dal tribunale di Bergamo, che ha riconosciuto l'aggravante razziale, il senatore della Lega Roberto Calderoli, a processo a Bergamo - dove vive - per aver dato dell'orango a Cecile Kyenge all'epoca esponente del governo Letta. L'ex ministra commenta: "Abbiamo vinto un'altra volta. Evviva, evviva, evviva. Il razzismo la paga cara". All'epoca Kyenge aveva scelto di non sporgere denuncia, ma il procura a Bergamo il procedimento era partito d'ufficio sostenuto dai pm Maria Cristina Rota e Gianluigi Dettori.
Era il luglio 2013, Calderoli si trovava alla festa della Lega Nord di Treviglio, e quelle dichiarazioni avevano scatenato un vero e proprio putiferio tanto che il Colle, all'epoca il presidente della Repubblica era Giorgio Napolitano, si disse "colpito e indignato". Calderoli cercò, viste le polemiche, di difendersi affermando che la sua era soltanto "una battuta simpatica".

Calderoli: ''Kyenge orango? Una battuta simpatica''


La questione finì anche al Senato quando, nel 2015, la difesa aveva cercato di sostenere la scriminante dell'articolo 68 della Costituzione , secondo il quale i membri del Parlamento, nell'esercizio delle loro funzioni, non possono essere chiamati a rispondere delle loro affermazioni.

L'Aula diede l'autorizzazione a procedere per il reato di diffamazione escludendo però l'aggravante razziale. Ma il Tribunale di Bergamo fece ricorso alla Consulta che, infine, diede ragione ai magistrati lombardi: quell'accusa aveva un sottofondo razzista. Visto che l'ex ministra non si è costituita parte civile, non sono previsti risarcimenti di natura economica.