Napoli

Pesca di frodo, rimossa la rete fantasma che minacciava il banco di Santa Croce

Vico Equense, l'attrezzo minacciava la biodiversità di una zona di tutela biologica. I sub impegnati nell'operazione: "Servono più controlli"
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Una rete fantasma nel cuore di una zona di tutela biologica. Dove sarebbe dunque proibito pescare. Banco di Santa Croce, Vico Equense: a minacciare un piccolo paradiso di biodiversità, molto apprezzato da sub e fotografi naturalisti, un attrezzo abbandonato, e attivo da più giorni.

Al punto da strappare gorgonie dalle rocce, intrappolare scorfani e granchi e pesci di piccola taglia già putrefatti. A occuparsi della rimozione i subacquei dell’associazione Obiettivo mare, in particolare Guglielmo Rasy e Valter Carrus. “L’operazione - raccontano - è stata faticosa, ma abbiamo raggiunto il nostro scopo: la rete costituiva un pericolo per l’ambiente e per i sub. Resta il dubbio su come sia possibile che una rete del genere sia finita in una zona protetta, e che come tale dovrebbe essere sorvegliata”. L’operazione di recupero si inserisce nell’ambito di Clean Sea Life, progetto europeo sui rifiuti marini, la cui presenza è considerata dalle Nazioni Unite la più grave emergenza mondiale insieme al cambiamento climatico. Il progetto coinvolge subacquei, diportisti e tutti gli appassionati del mare in una straordinaria campagna di sensibilizzazione e di pulizia di coste e fondali italiani. “I subacquei – spiega Eleonora de Sabata, coordinatrice del progetto-  sono le principali sentinelle di quanto avviene sul fondo del mare e sono alleati preziosi per la sua salvaguardia.

Banco di Santa Croce, rimossa la rete fantasma che minacciava l'ecosistema

Sono gli unici a poter rimuovere i rifiuti dai fondali, e il loro coinvolgimento nelle attività di conservazione è fondamentale: in questa prima estate di progetto, gli appassionati che aderiscono a Clean Sea Life hanno già eliminato oltre una tonnellata di rifiuti in tutta Italia. Questa attività è ancor più significativa quando si recuperano attrezzi di pesca perduti, che continuano a mietere vittime inutilmente per molto tempo. Sono tuttavia operazioni molto delicate che debbono essere svolte da sommozzatori di grande esperienza, come sono gli amici di Obbiettivo Mare”.  

Alle attività di rimozione ha preso parte anche Pasquale Manzi, del centro immersioni Bikini Diving: “Purtroppo il Banco di Santa Croce in queste settimane è vittima di molte incursioni dei pescatori di frodo – denuncia – visto che la boa gialla che segnala la zona protetta è stata portata a terra per manutenzione. Ogni giorno che veniamo qui è una lotta: siamo noi dei diving a farli allontanare, quando li vediamo in zona”. Intanto, la rete fantasma è stata smaltita a terra, costituendo rifiuto speciale, e l’intera vicenda è stata notificata alla guardia costiera. Secondo recenti studi, ogni anno 640 mila tonnellate di reti fantasma finiscono nei mari del mondo con danni consistenti e talvolta irreparabili per l’ecosistema. A farne le spese -  come denuncia la FAO - non sono soltanto i piccoli pesci, ma anche delfini e balenottere: il fenomeno è peraltro in crescita, complice l’aumento nella scala delle operazioni di pesca e “l'introduzione di attrezzature da pesca particolarmente resistenti perché fatte di materiali sintetici altamente durevoli”.