Cultura

Francia. Scoperta mini-Pompei a Sud di Lione

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Vienne. Una serie di ville abitate a partire dal I secolo d.C., abbandonate all'improvviso per una serie di incendi, è emersa in seguito a lavori edilizi. Sotto, potrebbe esserci una schola di filosofia e retorica. È la scoperta di resti romani più importante degli ultimi 50 anni
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Una città romana, esistita per tre secoli, tutta ville di lusso arredate con mosaici e statue monumentali, distrutta da una serie di incendi improvvisi che hanno tramandato l'effetto da "ghost town".

Una vera e propria "mini-Pompei", quella che un gruppo di archeologi ha portato alla luce in questi mesi in Francia, sulle sponde del Rodano. Il ritrovamento, definito "eccezionale" dagli studiosi, è avvenuto nelle vicinanze di Vienne, a circa 30 km a Sud di Lione, e comprende i resti di ville e uffici pubblici, tutti di epoca romana. "Abbiamo avuto un'opportunità inaudita - ha raccontato Benjamin Clement, l'archeologo che guida i lavori -. Questo è senza dubbio lo scavo di un sito romano più importante degli ultimi 40 o 50 anni".

La città di Vienne, già famosa per il suo teatro romano e per un tempio, fu un importante nodo nella strada che collegava la Gallia settentrionale con la provincia della Gallia Narbonensis, la Francia meridionale di oggi. "Era l'autostrada A7 (l'odierna Autostrada del Sole Francese, che collega Parigi con Lione, e poi, come A6, con Marsiglia n.d.r.) dell'antichità. Il sito è stato scoperto in aprile, in seguito all'inizio di lavori di costruzione per un complesso abitativo. Il blocco del cantiere, con annessi scavi guidati da archeologi, si sarebbe dovuto protrarre sino a ottobre, ma è già stato proungato di due mesi, in considerazione dell'eccezionalità dei ritrovamenti, certificata subito dal ministero della Cultura d'Oltralpe.  L'area, circa 7mila metri quadrati, contiene case datate attorno al I secolo, si ritiene sia stata abitata per 300 anni prima di essere abbandonata per una serie di incendi. Molti degli oggetti si sono presentati, non solo in ottimo stato di conservazione, ma in quello stato di razionalità nel disordine, di ambiente pietrificato da un istante all'altro, che è proprio di un sito abbandonato all'improvviso per un'emergenza. In questo, oltreché nella tipologia degli ambienti ritrovati, sta la similitudine con la città devastata dall'eruzione vesuviana.
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Tra le strutture che sono parzialmente sopravvissute, anche un'imponente casa dei Baccanali, all'interno della quale c'è una pavimentazione a mosaico che mostra una processione di menadi e dei satiri. Un incendio ha distrutto il primo piano, il tetto e i balcani della casa, ma parte della struttura è sopravvissuta. Gli archeologi credono appartenesse a un ricco mercante venuto dall'Oriente. "Saremo in grado di restaurare questa casa dal pavimento al tetto", ha detto Clement. In un'altra area un bellissimo mosaico dipinge Talia, musa protettrice della commedia, rapita dal dio-satiro Pan. Il mosaico è stato rimosso con grande cura e portato via per essere restaurato, con l'obiettivo di essere messo in mostra presso il museo della civiltà gallo-romana di Vienne nel 2019.

Questi sono solo i primi ritrovamenti. Scavare ancora, nei meandri più profondi e antichi del sito, potrebbe fare emergere altro. Come detto, Vienne era un importantissimo nodo nella Gallia romana, sulla via che portava da Lione, capitale dei Galli, ad Arles, e lo era ancor prima, tanto che vi si sono succedute varie strutture urbanistiche: un mercato temporaneo prima, uno permanente poi. Infine, arrivò un grande edificio pubblico: una struttura atipica per i tempi, con una fontana monumentale. Un luogo che potrebbe aver ospitato la schola di retorica e/o di filosofia che gli studiosi sanno venisse ospitata a Vienne. Clémente spera di aver trovato questo importante centro culturale dell'antichità.