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Tour de France, Froome attacca nel vento: ma Aru resiste. Tappa a Matthews

(ap)
In condizioni climatiche difficilissime ed alla vigilia delle frazioni decisive sulle Alpi, il britannico scatena l'offensiva. Il sardo e Bardet sono bravi nel non farsi sorprendere. Vittoria dell'australiano, che precede Boasson Hagen e Degenkolb
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ROMANS SUR ISERE - Quando le immagini del Tour sembrano quadri, con alberi e girasoli resi irrequieti dal vento, la vena romantica è innegabile. Una sensazione intima, che è consigliabile non estendere ai ciclisti. Loro, alla vigilia di due tappe monstre sulle Alpi, speravano in una giornata di relativa tranquillità: invece la passano a parare sferzate laterali tremende, soprattutto nella parte finale. Alla fine ne esce uno sprint a ranghi ridotti: la spunta Michael Matthews, al bis dopo il successo di Rodez, che regola Boasson Hagen e Degenkolb. Rammarico per il norvegese, che dopo i 6 millimetri di fotofinish beccati da Kittel, stavolta perde per qualche centimetro . Rabbia per Degenkolb, che dopo il traguardo lancia un ‘vaffa’ epocale verso l’australiano, reo di averlo chiuso (con malizia, ma tutto sommato dentro il regolamento) alle transenne. Giornata tremenda anche per i più bravi della generale. Froome sfrutta la squadra e, a una quindicina di km dal traguardo, cavalca la tormenta scatenando l’inferno. Aru sembra lì lì per scivolare nelle sabbie mobili, ma è pronto e si salva: l'armata Brancaleone Astana lo aveva assistito fino a qualche km prima, poi il sardo fa da solo. Bravissimo.

Si salva anche Bardet: il francese deve fare un monumento al suo compagno di squadra, Oliver Naesen. E’ campione del Belgio, sa come muoversi in queste condizioni e pilota il capitano in zone sicure. Detto che Rigoberto Uran prosegue nella sua corsa perfetta, silenziosa e implacabile, facciamo la conta dei danni: Martin è il pesce grosso caduto nell’imboscata di Froome e scivola dietro di due posizioni. Perde tempo ma resta ottavo Mentjes, fuori dai primi dieci Alberto Contador, che pesce grossissimo lo è stato ma non lo è in questo Tour. Infine Bennett, alla deriva dopo essersi illuso di poter regalare alla Nuova Zelanda il miglior piazzamento della storia: la sua avventura finisce qui.  

Tappa stressante dunque, a iniziare dalla partenza in salita, con un GPM di terza categoria e uno di quarta: dopo 165 km arrivo a Romans-sur-Isère. Sede inedita per il Tour, ma non digiuna di ciclismo. Ci è arrivata la Parigi-Nizza nel 1959, vittoria di Noel Forè: era un belga forte, da classica, che sapeva imporsi su campi vari, dalla Parigi-Roubaix alla Gand-Wevelgem. Ci è arrivato lo scorso anno il Giro del Delfinato, con vittoria di Nacer Bouhanni. Proprio il discusso velocista francese è uno dei protagonisti della battaglia che va in scena subito, sia per la vittoria di tappa che per la maglia verde. Le difficoltà altimetriche citate restano sui polpacci di Marcel Kittel. Il tedesco potrebbe rientrare, ma ‘paga’ il suo strapotere in volata: cinque su cinque, vinte con facilità impressionante fatta eccezione per il fotofinish con Boasson Hagen. Michael Matthews capise che non è il caso di fare sconti. La sua squadra, la Sunweb, tira a tutta, mentre i compagni di Kittel (che ha perso anche Gilbert per una gastroenterite) non sono quelli di Froome... L’uomo in verde resta dietro, addio al possibile ingresso nel club (Charles Pellissier, Merckx, Maertens) capace di vincere 8 tappe in una sola edizione. In questa sfida Bouhanni centra, se non altro perché protagonista di una affannosa -e riuscita- rimonta, che però verrà pagata nel finale.

L’epilogo lo abbiamo già raccontato. Da aggiungere solo un colpo da finisseur di Daniele Bennati: l’aretino non fa quasi più il velocista, ma lo smalto della pedalata è intatto. Lo frega la fame di vittoria di Matthews: la squadra ha fatto già trenta, trentuno lo fa la maglia a pois Barguil, che riprende il battistrada e favorisce la stoccata dell’australiano. Ora le due tappe chiave del Tour. Si parte mercoledì con Croix de Fer, Télégraphe e Galibier. Froome, Aru, Bardet e Uran ci arrivano compressi in 29’’. Frutto di spettacolo, ma anche di tattica. Giusto 25 anni fa, il 18 luglio, Claudio Chiappucci cavalcava solitario per oltre 120 km verso Sestriere, sfuggendo alla caccia di Miguel Indurain. Immagini già a colori da una vita, ma altro ciclismo.

ORDINE D'ARRIVO
1. Michael Matthews (Aus, Sunweb)              in 3h38'15"
2. Edvald Boasson Hagen (Nor, Dimension Data)  a      st
3. John Degenkolb (Ger, BMC)                          st
4. Greg Van Avermaet (Bel)                            st
5. Christophe Laporte (Fra)                           st
6. Jens Keukeleire (Bel)                              st
7. Tony Gallopin (Fra)                                st
8. Tiesj Benoot (Bel)                                 st
9. Maciej Bodnar (Pol)                                st
10. Romain Hardy (Fra)                                 st
12. Rigoberto Uran (Col)                              st
13. Christopher Froome (Gbr)                          st
15. Mikel Landa (Esp)                                 st
16. Romain Bardet (Fra)                               st
17. Damiano Caruso (Ita)                              st
18. Fabio Aru (Ita)                                   st
19. Nairo Quintana (Col)                              st
28. Daniele Bennati (Ita)                              28"
46. Alberto Contador (Esp)                           1'33"
CLASSIFICA GENERALE
1. Christopher Froome       (Gbr, Sky)        in  64h40'21"
2. Fabio Aru                (Ita, Astana)      a        18"
3. Romain Bardet            (Fra, Ag2r)        a        23"
4. Rigoberto Uran           (Col)              a        29"
5. Mikel Landa              (Esp)              a      1'17"
6. Simon Yates              (Gbr)              a      2'02"
7. Daniel Martin            (Irl)              a      2'03"
8. Louis Meintjes           (Saf)              a      6'00"
9. Damiano Caruso           (Ita)              a      6'05"
10. Nairo Quintana           (Col)              a      6'16"
11. Alberto Contador         (Esp)              a      7'10"
12. Warren Barguil           (Fra)              a      8'48"


  
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