Torino

Torino, la festa di San Giovanni è un flop: poca gente nella piazza Vittorio blindata

Ventiseimila in piazza contro le 48mila preventivate, mai successo in città. Proteste per i rigidi controlli ai varchi, pesa anche l'effetto del disastro durante la finale di Champions. Poco ascoltato l'appello della sindaca Appendino: "Venite a festeggiare"
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Sono cominciati con poca gente, per la prima volta, i festeggiamenti di San Giovanni con i fuochi artificiali in piazza Vittorio Veneto. Nella piazza, all'inizio dei fuochi artificiali, c'erano solo 26132 persone (poco più della metà delle 48mila fissate come limite, che negli anni scorsi erano comunque ancora di più), entrate a fatica e contate elettronicamente una per una agli 11 varchi predisposti dal Comune per la festa serale. Una kermesse confermata nei giorni scorsi nonostante i dubbi sull'opportunità dopo i fatti di piazza San Carlo e la morte di Erika Pioletti, colpita da infarto da schiacciamento nella calca dei tifosi in fuga dal centro città dove stavano assistendo alla finale di Champions sul maxischermo allestito per l'occasione. Pochi, quindi, i torinesi e i turisti in piazza Vittorio, trasformata in uno spazio blindato con quattro settori in cui è stato diviso il pubblico, sulla falsariga degli stadi durante i concerti. Vietate le bottiglie di vetro e le lattine, principale causa della maggior parte dei 1.526 feriti e della donna morta in piazza San Carlo. In piazza Vittorio Veneto - una delle più grandi d'Europa - era stato dunque istituito un "numero chiuso" di 48mila persone, soglia di cui però non è stata raggiunta neppure la metà. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, recatasi in piazza verso le sette di sera assieme al questore Angelo Sanna e al prefetto Angelo Saccone, aveva lanciato un ultimo appello ai torinesi: "Ci sono regole più stringenti rispetto al passato, è vero - ha detto la prima cittadina - ma sono necessarie per la sicurezza di tutte e tutti. Con un po' di pazienza da parte di ciascuno di noi, potremo goderci la serata in tranquillità senza rinunciare al divertimento. E' già possibile iniziare a entrare in piazza per prendere posto e godersi i fuochi, che vi ricordo inizieranno alle 22.30. Buon San Giovanni!". Un a ppello a "esserci" che però non è servito.

Molti controlli e un po' di paura, un flop i fuochi di San Giovanni a Torino

Non mancano le polemiche dei residenti e dei ristoratori per i disagi: gli abitanti della zona per entrare e uscire di casa su corso Cairoli hanno dovuto mostrare i documenti ai varchi. In molti sono stati costretti a fare la spola tra il portone di casa e i metal detector per permettere di passare agli invitati a casa per cena. Anche i clienti prenotati nei ristoranti - quelli che hanno scelto di rimanere aperti - sono stati scortati da qualcuno del locale. In molti hanno rinunciato. A chi si lamenta gli agenti rispondevano così: "Queste sono le regole, è una questione di sicurezza". Alle 17 la zona era già stata isolata, tanto che le classiche regate del giorno di San Giovanni si sono tenute senza spettatori. Solo le barche: impossibile raggiungere i Murazzi e il fiume. "Sono trent’anni che San Giovanni si celebra anche sul Po, nel tratto dei Murazzi – dice Mauro Crosio, presidente degli Amici del Fiume - se non c’è pubblico non ha senso continuare".

Proteste anche ai varchi: il comportamento ai controlli cambiava a seconda di dove ci si trovava. Le direttive non erano le stesse. C’era chi non faceva entrare i tappi delle bottiglie di plastica, come allo stadio, chi invece sì. La gente si è lamentata: «I controlli sono troppo rigidi, per fortuna non ci sono troppe persone». Non sono mancati gli stranieri: «Ma dove siamo capitati» diceva un gruppo di spagnoli. Cinquanta i vigili presenti nella zona. Gli occhi sono puntati sugli abusivi dopo la querelle di piazza San Carlo per l’effetto vetro sul selciato che ha provocato molti dei feriti. Un venditore è stato sorpreso in via Po e fermato. Altri, in giro con le bacinelle piene di bottiglie, non si sono visti.