Esteri

Presentata la prima proposta di impeachment per Trump

L'iniziativa è del deputato democratico della California Brad Sherman, con il sostegno del collega texano Al Green, e si basa su accuse di ostruzione alla giustizia legate al licenziamento del capo dell'Fbi James Comey

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NEW YORK. È arrivata la prima richiesta di impeachment per Donald Trump. A tentare l'azzardo è il senatore democratico della California Ben Sherman, che oggi ha fatto richiesta formale al Congresso americano per sradicare il Presidente dalla Casa Bianca. "È solo il primo passo di una lunga strada", ammette Sherman, "ma se questa presidenza impulsiva e incoerente continua, sono certo che alla fine si uniranno in molti, anche repubblicani". 
 
Un ottimismo eccessivo e molto poco condiviso, anche dagli stessi colleghi di partito. Per motivi tecnici (la procedura di impeachment è molto lunga e complicata) ma anche perché non sembra essere il momento adatto. Difatti, l'unico a sostenere la battaglia di Sherman, ad oggi, è un altro democratico, Al Green del Texas. Ma molti altri nel partito, credono che, almeno al momento, la richiesta di impeachment sia una mossa controproducente. E favorirà la "resistenza" di Trump. 

Il presidente nel frattempo, nonostante le molte difficoltà, non molla. Ha difeso pubblicamente il figlio Donald junior su Twitter, dopo lo scandalo dell'incontro segreto con l'avvocatessa russa che ora potrebbe entrare a pieno titolo nell'inchiesta Russiagate, ed è pronto alla trasferta in Francia, dove lo attende il capo dello Stato Macron per festeggiare il 14 luglio, il giorno della Bastiglia. Prima del volo però Trump ha rilasciato in America un'intervista a un canale cristiano, in cui ha parlato del suo rapporto "molto buono" con Putin. Aggiungendo, con sarcasmo: "Lui avrebbe preferito Clinton come presidente".
 
L'ultimo capitolo del Russiagate, invece, dice il contrario. Suo figlio Donald jr ieri notte si è giustificato pubblicamente su Fox News, scagionando totalmente il padre: "Lui non sapeva niente dell'incontro". Cosa per molti poco credibile, visto che alla riunione c'erano anche il consigliere principe del presidente, il genero Kushner, e l'ex capo della comunicazione Manafort, caduto in disgrazia anch'egli per le connessioni russe in Ucraina e, secondo la Cnn, prossimo a essere ascoltato dalla Commissione del Senato sul Russiagate. 
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Continuano, infine, i problemi di Trump sulla riforma sanitaria, in stallo per colpa del suo stesso partito al Senato, dove i repubblicani da molte settimane non riescono a trovare un accordo. The Donald oggi ha detto che aspetta con la penna in mano allo Studio Ovale la nuova legge, o meglio almeno l'abrogazione della riforma Obamacare (lasciando milioni di persone brutalmente senza copertura), per poi farne approvare una nuova successivamente. Un'attesa, quella di Trump, che però potrebbe essere ancora molto lunga.