Sport

Giro, a Bergamo vince Jungels. Fair play Dumoulin: Quintana cade, lui aspetta

L'esultanza di Jungels (afp)
Il lussemburghese si impone in una volata tra tutti i big. Secondo (con 6'' di abbuono in classifica gudagnati) è il colombiano, che in precedenza finisce a terra senza venire attaccato dalla maglia rosa
3 minuti di lettura
BERGAMO - Il Giro degli italiani, che fa preoccupare guardando alla classifica e fa direttamente piangere se il discorso viene esteso alle vittorie di tappa, sperava in un guizzo almeno a casa di Felice Gimondi, più che un ciclista, un prode cavaliere che seppe opporsi allo strapotere di un Cannibale di nome Merckx. E invece anche a Bergamo passa lo straniero, 15 volte su 15 tappe: vince Bob Jungels, uno che praticamente il suo Giro –considerata anche la parentesi in rosa- lo ha già messo in bacheca. Volata d’elite, tra tutti i migliori in classifica, nella quale il lussemburghese precede Nairo Quintana, con la sua puntura d’ago a Dumoulin: il colombiano arriva secondo e rosicchia 6’’ di abbuono, per ora non significano niente, in seguito chissà…
 
Ma è una tappa che dice tanto altro. E’ molto spettacolare, e finora di giornate così non è che ce ne siano state tantissime, e dà modo di riesumare il controverso discorso sul fair play. Già, il fair play, un classico del ciclismo moderno sul quale è lecito porsi una domanda. Sono diventati più buoni i corridori oppure ce li hanno fatti diventare i media con l'analisi anche del più piccolo particolare? Difficile dirlo. Certo, in bianco e nero non si badava al sottile: basta citare l’agguato a Gaul – reo di essersi attardato per la pipì - nel 1957, e quello a Nencini, stritolato dopo una foratura da una accoppiata pazzesca come Magni e Coppi. A colori invece regna il buonismo. L’ultimo episodio deamicisiano che ci viene in mente, un paio di anni fa verso Fiuggi: Alberto Contador aveva una spalla malconcia, il terreno per l’agguato abbondava, eppure di fatto fu portato in carrozza all’arrivo.

In un Tour precedente, con Andy Schleck finito per terra e destinato ad un penoso inseguimento, Fabian Cancellara fece lo sceriffo e salvò la pellaccia del lussemburghese. Stavolta tocca niente meno che a Tom Dumoulin: in gara ricorda von Karajan quando durante il concerto di Capodanno dirigeva il battimani della platea nella Radetzky march. Adagio, andate adagio, sembra dire ai compagni di squadra la maglia rosa. Dietro è appena caduto Nairo Quintana: qualcosa più di una scivolata, durante la discesa dal GPM di Miragolo San Salvatore. Niente di grave, ma il colombiano ci mette un po’ (cambio bici compreso) prima di riprendere il ritmo: se attaccato, sarebbero stati guai. "Era giusto rallentare per aspettarlo, non mi piace e non mi sembra corretto guadagnare terreno, approfittando dei momenti di difficoltà degli avversari", la spiegazione di Dumoulin non fa una piega.
 
Una fase caotica, nella quale l’ammiraglia della Movistar rischia di combinare guai molto seri: va bene aiutare Quintana, va malissimo fermarsi in curva mentre altri arrivano a velocità sostenuta. A proposito di rischi, tremendo quello corso da Kangert: l’estone, lanciato al massimo della velocità, prende in pieno un paletto di uno spartitraffico. Le prime notizie parlano di una frattura al gomito: non è poco, ma considerando l’impressione visiva del fatto, è andata anche bene. Dall'analisi alla cronaca. Tappa che nel finale sembra il Giro di Lombardia. Aria da classica, in tanti vogliono andare in fuga, e alla fine la fuga non riesce. Rolland, Sanchez, Molard, van Rensburg e Deignan sono quelli che ci vanno più vicino: sembra ottima soprattutto la scelta di tempo dei primi due, che si uniscono al drappello dopo aver risparmiato più energie e lasciato cuocere tutti o quasi in tentativi durati un centinaio di km. Niente da fare però, perché sono i big che prendono in mano la situazione sul ciottolato che porta a Bergamo Alta. Vincenzo Nibali accende la miccia: Pellizzotti fa l’andatura, lui parte, ma non c’è la selezione sperata. Dietro infatti rientrano tutti i big, a iniziare da quale Dumoulin sempre freddo nella gestione di gara. Alla fine è sprint, è Jungels: e lo straniero continua a passare.

"E' stata una giornata dura ad una velocita' media molto alta", commenta la maglia rosa Dumoulin. "Ci sono state molte fughe ma nessuna è piaciuta agli inseguitori, che hanno sempre chiuso. E' stato un finale molto difficile con molti dei favoriti che ci provavano in continuazione. Siamo rimasti calmi ed alla fine e' stata una buona giornata".
"Non me ne capacito ancora ma sono super felice di questa vittoria", dice Jungels. "Sapevo che oggi avevo buone gambe perchè mi sentivo bene sulle salite. Ho tentato la sorte in quella finale ma era un pò più lunga di quanto mi aspettassi. Nella discesa ero in posizione perfetta, sulla ruota di Pozzovivo per lo sprint. Questa è la mia prima vittoria in volata. Farlo al Giro, davanti a questi corridori, è meraviglioso".

ORDINE D'ARRIVO
1. Bob Jungels               (Lux-Quickstep)     in 4h16'51" 
2. Nairo Quintana            (Col-Movistar)             s.t.
3. Thibaut Pinot             (Fra-Fdj)                  s.t.
4. Adam Yates                (Gbr)                      s.t.
5. Domenico Pozzovivo        (Ita)                      s.t.
6. Patrick Konrad            (Aut)                      s.t.
7. Vincenzo Nibali           (Ita)                      s.t.
8. Tom Dumoulin              (Ned)                      s.t.
9. Ilnur Zakarin             (Rus)                      s.t.
10. Bauke Mollema             (Ned)                      s.t.
12. Steven Kruijswijk         (Ned)                      s.t.
14. Mikel Landa               (Esp)                 a   0'14"
CLASSIFICA GENERALE
1. Tom Dumoulin           (Ned-Sunweb)       in 63h48'08" 
2. Nairo Quintana         (Col-Movistar)      a     2'41" 
3. Thibaut Pinot          (Fra-Fdj)           a     3'21" 
4. Vincenzo Nibali        (Ita)               a     3'40" 
5. Ilnur Zakarin          (Rus)               a     4'24" 
6. Bauke Mollema          (Ned)               a     4'32" 
7. Domenico Pozzovivo     (Ita)               a     4'59" 
8. Bob Jungels            (Lux)               a     5'18" 
9. Andrey Amador          (Crc)               a     6'01"
10. Steven Kruijswijk      (Ned)               a     7'03"






 
I commenti dei lettori