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Ma davvero mangiare fa così male? Due terzi degli italiani spaventati dal cibo (a causa delle fake news)

Ma davvero mangiare fa così male? Due terzi degli italiani spaventati dal cibo (a causa delle fake news)
La denuncia della Coldiretti: troppe false preoccupazioni per colpa delle "bufale" che si moltiplicano in Rete. Ecco la top ten secondo l'associazione. Seguici anche su Facebook
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Ricordate che per un periodo andavano molto di moda nelle panetterie e nel reparto prodotti da forno del supermarket i panini neri? Si era diffusa la convinzione che pagnottelle e focacce al carbone vegetale aiutassero a digerire meglio e sentirsi meno gonfi. Salvo poi sparire dal commercio quando dal Mipaaf hanno ricordato che è vietato chiamare pane i prodotti da forno colorati (Articolo 18, Legge 580/67) specificando inoltre che “Non è ammissibile aggiungere nella etichettatura, presentazione o pubblicità del prodotto alcuna informazione che faccia riferimento agli effetti benefici del carbone vegetale per l'organismo umano, stante il chiaro impiego dello stesso esclusivamente quale additivo colorante".

Alle notizie su inesistenti capacità salutiste o addirittura curative di alcuni cibi si aggiungono poi quelle allarmiste su altri. Le famose bibite gassate americane che sarebbero cancerogene, lo zucchero che rende dipendenti come una droga ed è nocivo, il latte che non dovremmo bere perché il nostro organismo non è adatto al suo consumo (ci sono anche siti secondo cui malanni come il raffreddore non sono causati da virus ma dall'assunzione di latte e formaggi!).
Il meccanismo allarmista sfrutta la mentalità complottista (nessuno vi ha mai detto che...) e la velocità di diffusione regalataci dalla connessione veloce, così è facile trarre in inganno gli internauti che cercano risposte online: ben il 53% degli italiani, secondo un'indagine Coldiretti/Ixè utilizza la rete per raccogliere informazioni sulla qualità degli alimenti. Ma è facile trovare anche dis-informazione.
E' stato fatto anni fa un esperimento, raccontato nel libro "Pane e Bugie" di Dario Bressanini, in cui si diffondeva la notizia che tutte le industrie impiegano un terrificante sostanza killer in tutte le produzioni, ma nessuno ne parla: l'ossido di diidrogeno, responsabile di componente principale delle piogge acide, dell'erosione del suolo e dei paesaggi naturali, usato ampiamente negli impianti di produzione dell'energia nucleare. La notizia è vera, ma usata ad arte per creare panico: l'ossido di diidrogeno è l'acqua.
Ecco, questo è il meccanismo delle fake news che si diffondono in modo virale.

Così non stupisce che tre italiani su quattro (il 66%) siano preoccupati dell'impatto sulla salute di quello che mangiano per effetto di non-notizie sulle caratteristiche dei cibi, che si moltiplicano in rete e spingono a comportamenti insensati (quando non pericolosi), in base a quanto emerge dalla ricerca Coldiretti/Ixè presentata in occasione della campagna #stopfakeatavola in collaborazione con l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e agroalimentare, nell'ambito del corso di formazione cui partecipa anche la Scuola Superiore della Magistratura.
"Il web - osserva Coldiretti - si configura sempre più come porto franco delle bufale alimentari, con un preoccupante effetto valanga in una situazione in cui il  25% degli italiani partecipa a community/blog/chat in internet centrate sul cibo, proprie o di altri, che influenzano le scelte di acquisto in modo non sempre corretto e veritiero".
Allora, se molti si mettono a mangiare banane per fare il pieno di potassio, dovrebbero invece sapere che ne sono più ricchi spinaci crudi, rucola, cavolini crudi e kiwi. Tutti quelli che amano il Kamut dovrebbero in realtà sapere che si tratta di un marchio registrato di una specifica e antica varietà di grano Khorasan, coltivata solo in Nord America, mentre in Italia si può solo coltivare il khorasan, senza il marchio Kamut.
Siete della schiera dello zucchero scuro perché più salutare di quello bianco? Se è questione di gusto, va bene, altrimenti sappiate che lo zucchero di canna ha le stesse caratteristiche nutrizionali e caloriche di quello bianco raffinato.

Sono solo alcuni esempi ma molto utili perché la scorretta informazione nell'alimentare ha un peso più rilevante che negli altri settori perché va a influenzare direttamente la salute. "Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, specificando che "Internet però non va criminalizzato perché può svolgere un ruolo di controllo importante in un sistema in cui l'informazione alimentare purtroppo rischia di essere influenzata soprattutto dalle grandi multinazionali grazie alla disponibilità di risorse pubblicitarie investite". Coldiretti, inoltre, ribadisce di ritenere fake news anche le immagini e definizioni ingannevoli che possono indurre a considerare italiani quei prodotti che non lo sono al 100% o, per esempio, a base di frutta quelle bevande che contengono succo in piccola percentuale.

A questo proposito, sulla campagna #stopfakeatavola è intervenuto anche il ministro Maurizio Martina, ricordando l'impegno del Mipaaf a tutela delle eccellenze agroalimentari made in Italy, i produttori onesti e i consumatori: "Siamo leader nei controlli e non a caso il nostro sistema viene considerato un modello dagli altri Paesi. Basti pensare che siamo l'unica istituzione al mondo - sottolinea - ad aver chiuso accordi e collaborazioni con le grandi piattaforme di commercio elettronico, come eBay, Amazon e Alibaba, per rimuovere i falsi prodottiitaliani anche dagli scaffali virtuali".

Dal finto extravergine Dop al Parmesan, insomma, è guerra aperta contro l'italian sounding. "Ci sono verifiche capillari - dice Martina -  tanto che nei soli primi mesi del 2017 gli uomini dell'Ispettorato repressione frodi del Ministero hanno sequestrato prodotti alimentari per circa 60 milioni di euro. Non abbassiamo la guardia e proseguiamo anche nella massima informazione ai consumatori".