Cultura

Credit: Bartolomeo Rossi 

Festival del giornalismo, obiettivo qualità. Per ritrovare i lettori che rendono la stampa libera

Oltre 600 speaker suddivisi in 300 e passa eventi alla kermesse internazionale sull'informazione, a Perugia dall'11 al 15 aprile. Tra premi Pulitzer, economisti, politici, scrittori, musicisti e attori

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PERUGIA - È straripante questa dodicesima edizione del Festival internazionale del giornalismo (dall'11 al 15 aprile), gonfia di incontri, dibattiti e workshop. Con l'obiettivo di ritrovare i lettori, quelli buoni, quelli che aiutano l'informazione a restare libera. In compenso c'è chi le fake news le trova pure appetitose e non sta lì a chiedersi cosa ci sia dentro, come col cibo spazzatura: l'importante è che vadano incontro al proprio gusto. Una constatazione che non deve suonare autoassolutoria per la categoria dei giornalisti, sempre più scissa tra chi resta sul selciato per aver scoperchiato qualche verminaio, chi vive sotto scorta e chi, tanti, affolla salotti tv e pagine blog indossando la sciarpetta della propria squadra, in un'interminabile tiki taka di opinioni, continui scambi di palla e mai un gol.

 
Come accade da tempo non c'è la star della rassegna (giusto un inconsueto cameo di Vanessa Redgrave in veste di regista). Arianna Ciccone e Chris Potter, gli organizzatori, preferiscono puntare sugli argomenti più che sui nomi, forti del fatto che i due main sponsor si chiamano Facebook e Google e, come si dice, più in là c'è il muro. A garantire la buona salute della più importante manifestazione internazionale sul giornalismo contribuiscono ancora una volta Amazon, Eni, l'Unione Europea, Ferrovie dello Stato, Nestlé, Sky e, per la prima volta, D-Share e Syngenta.

Nessuno di questi colossi vuol mancare all'appuntamento perugino, malgrado tra i 600 speaker suddivisi in 300 e passa eventi ci siano diversi nemici dichiarati dei cosiddetti potentati economici e non si capisce se questa reiterata presenza significhi coraggio, fiducia nelle proprie convinzioni o semplicemente la consapevolezza che, oggi come oggi, non esiste inchiesta capace di sovvertire un sistema. Tutt'al più si cambiano gli attori, si aggiusta il copione.
Cominciamo dai talk, gli incontri di cartello. Jay Rosen, autorevole esperto di media che da oltre trent'anni insegna all'Università di giornalismo di New York, ragionerà su come conquistare la fiducia dei lettori mentre il quasi omonimo James Risen, doppio Pulitzer, ex inviato del Los Angeles Time e poi del New York Time racconterà una storia non così inconsueta per chi ha praticato il mestiere, ovvero la censura all'interno del proprio giornale, lo scoglio dove si schiantano la maggior parte delle inchieste. Quasi un film il suo racconto sui sistemi di sicurezza americani, uscita sul sito The Intercept, che spiattella gli espliciti tentativi di censura di Condoleeza Rice, dello stesso Bush jr. e poi ancora dello staff di Obama, che, in quanto a libertà d'informazione, non ci è mai andato leggero.
 
La politica, a ben vedere, è presente in modo consistente nel cartellone del festival numero dodici, a cominciare dalle riflessioni di Guy Standing, l'economista britannico interprete del moderno precariato e convinto assertore di un reddito di cittadinanza ben diverso da quello targato 5 Stelle (chissà che non convinca Alessandro Di Battista, presente anche lui a Perugia come "ex politico", intervistato da Alessio Viola), quindi con le interessantissime dissertazione psicosometriche di David Stillwell, docente di Big data analytics e Scienze sociali quantitative alla Judge business school di Cambridge e capace di spiegare come sia possibile manipolare psicologicamente gli elettori tramite Facebook. Non è robetta neanche l'ultima inchiesta di Gianluigi Nuzzi, Peccato Originale, che, smascherando i contropoteri della Chiesa ostili al pontificato di Papa Francesco, svela i probabili tratti di un serbatoio di voti colmi di rabbia e frustrazione finiti in tasca alla Lega di Salvini e al suo Vangelo esibito dal palco, tutt'altro che inconsapevolmente. Una citazione va anche per l'asettica e documentatissima Roberta Petrelluzzi, da trent'anni autrice di Un giorno in pretura, specie in questi giorni di febbrile eccitazione per l'altra decana Rai, Franca Leosini, reduce da un discutibile pap-test processuale nei confronti di Sabrina Misseri.

Repubblica sarà presente in forze al Festival, in primis col suo direttore Mario Calabresi a cui toccherà il compito di intervistare Misha Glenny, giornalista e scrittore britannico che si è fatto le ossa in Russia, tra i più capaci nel ricostruire la rete della criminalità internazionale, autore del best seller McMafia, dal quale è stata tratta un'amatissima serie tv. Ci sarà poi Sergio Rizzo con Il pacco, l'indagine sul grande imbroglio delle banche italiane, Federica Angeli, la nostra cronista sotto scorta, testimone oculare di come il mestiere di cronista sia passato in breve tempo dalle testate giornalistiche a quelle del litorale di Ostia, e ancora l'innovativa docu-serie Veleno di Alessia Rafanelli e Pablo Trincia sul Paese dei bimbi perduti, una vicenda di figli espropriati dai propri genitori che lascia ancora fortemente interdetti. La pattuglia comprende anche gli interventi di Francesca Caferri sullo Yemen, di Stefania Maurizi su cosa resta di Wikileaks, di Riccardo Staglianò, autore del libro "Lavoretti", sul futuro del lavoro. Da sold out la proiezione del docufilm sulla giornalista d’inchiesta Daphne Caruana Galizia, uccisa a Malta, firmato da Carlo Bonini e Giuliano Foschini.

Per gli stomaci forti e le menti ostinate e battagliere, infine, i panel sulle ultime vittime del giornalismo internazionale, lo slovacco Jan Kuciak, Peter Bardy di Aktuality.sk, Maria Gianniti del Tg1 e  Alan Rusbridger dell'Università di Oxford, e identici spaccati nelle realtà più difficili di Messico, Turchia ed Egitto.

Chi volesse tenersi più leggero può invece prenotare un posto per l'ormai consueta diretta di Propaganda con la banda di Diego Bianchi, con gli adorabili Lerci, in folle compagnia con Giobbe Covatta e con l'amara ironia di Brunori Sas. Tutto e ancora di più si trova sul sito del Festival. Nei prossimi giorni dovrebbero essere chiare anche le date precise degli appuntamenti.