Milano

Lonate Pozzolo, arrestato sindaco: "Favori al fratello e tangenti". Intercettato: "Ci rifacciamo il salotto"

Il sindaco Danilo Rivolta (fotogramma)
La denuncia del capo della polizia locale: "Ricevute pressioni per non reprimere abusi edilizi"
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I carabinieri di Varese hanno arrestato Danilo Rivolta, sindaco di Lonate Pozzolo (Varese). Sott'inchiesta sono finiti anche il fratello, Fulvio Rivolta e la compagna del primo cittadino, Orietta Liccati, attuale assessore all'urbanistica del Comune di Gallarate (Varese) ed ex dipendente del Comune di Lonate. Mentre per il sindaco è stata decisa la detenzione in cella, i magistrati hanno disposto i domiciliari per il fratello del sindaco e per due imprenditori. La compagna e altri due imprenditori, invece, hanno l'obbligo di firma.

Le accuse. Secondo l'ordinanza di custodia cautelare - emessa dal gip del Tribunale di Busto Arsizio (Varese) - il sindaco, 56 anni, eletto nel 2014 con Forza Italia, con delega all'Urbanistica e all'Ambiente, avrebbe favorito il fratello architetto, titolare di uno studio di progettazione, e gli altri imprenditori indagati. Le accuse a vario titolo sono tentata concussione, abuso d'ufficio e corruzione. Le indagini, dicono i carabinieri che hanno portato avanti il lavoro d'indagine insieme con gli uomini della Guardia di finanza di Varese, hanno accertato che Rivolta "abusando della sua funzione di primo cittadino, favoriva l'attività del fratello, titolare di un noto studio di progettazione immobiliare, e di altri imprenditori locali".

La denuncia della dirigente della polizia locale. A dare il via alle indagini, nel febbraio del 2016, è stata una dirigente della polizia locale che ha denunciato continue pressioni da parte del sindaco perché non reprimesse abusi edilizi sotto la minaccia che le sarebbe stato tolto il comando. Non solo: in un'occasione le era stato imposto di intervenire su due suoi sottoposti che avevano denunciato il fratello del primo cittadino, progettista e direttore dei lavori, per irregolarità in un capannone industriale. Minacce che si sono poi concretizzate perchè dal primo gennaio 2017 non le è stato rinnovato il contratto e, al suo posto, è stato nominato un commissario assunto ad hoc, personalmente individuato dal sindaco Rivolta.

Favori agli imprenditori 'amici'. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Rivolta avrebbe preteso di gestire in modo diretto l'ufficio tecnico del Comune per controllare le pratiche che gli interessavano. "Agli imprenditori che si rivolgevano a lui direttamente o allo studio del fratello (da lui amministrato di fatto) - sostengono gli uomini della Guardia di finanza - assicurava illegittimi permessi di costruire in sanatoria, autorizzazioni ad eseguire lavori di ampliamenti e ristrutturazioni di immobili, acquisizione di terreni agricoli dei quali avrebbe fatto moltiplicare il valore intervenendo sulla redazione del nuovo piano di governo del territorio che ne avrebbe mutato la destinazione d'uso". Agevolazioni, continuano i finanzieri nella loro ricostruzione, sarebbero state date anche "nell'individuazione di terreni da adibire a parcheggi di autovetture per i passeggeri di Malpensa".

"Con questi ci rifacciamo il salotto". Naturalmente i "favori" non erano gratis: il tutto avveniva dopo il pagamento di somme di denaro da parte degli imprenditori coinvolti o dietro la corresponsione di beni o altre utilità, compresa l'assegnazione di incarichi di collaudo e progettazione delle opere alla sua convivente e allo studio del fratello. In un'intercettazione Rivolta, al telefono con la compagna, avrebbe detto: "Con questi ci rifacciamo il salotto". Parlava, ricostruiscono gli inquirenti, di una presunta tangente da 13mila euro ricevuta da uno dei quattro imprenditori indagati. Indagata e sottoposta ad obbligo di firma solo per un episodio, Liccati, secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbe ricevuto un bonifico con il denaro sul suo conto dal fratello del sindaco.

"Io quel pm lo rovino". Ancora intercettato, Rivolta si lascia andare a uno sfogo sul pm. "Non uso più i telefoni perché quel figlio di p... di Furno mi ha puntato il fucile contro per colpa di quella testa di c...". Parlando con un suo collaboratore, nel settembre 2016, Rivolta esprimeva più volte la volontà di "epurare" il municipio da chi non si voleva adeguare al suo "sistema" di lavoro. Nella stessa intercettazione telefonica, Rivolta parlava ancora del magistrato: "Poi la farò pagare a Furno, perché gli manderò io i giusti da Furno a Milano, a dire chi c... sta puntando contro, perché questo lo rovino".