Cronaca

Biotestamento, in Molise i parroci protestano con le campane a morto. "L'Italia ha scelto di far morire"

L'Aula di Montecitorio durante il voto del ddl sul testamento biologico (ansa)
Era già accaduto con le Union civili e le adozioni gay. Il gesto di sei sacerdoti si è ripetuto dopo l'approvazione alla Camera dell'articolo sulle Disposizioni anticipate di trattamento nell'ambito del ddl sul testamento biologico. Spiegato con un necrologio: "Perché la Vita è vittima della morte, dall'aborto all'eutanasia delle Dat"
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CAMPOBASSO - Campane a morto, non in memoria di chi non c'è più ma contro il ddl sul biotestamento, approvato ieri alla Camera e ora in attesa del passaggio in Senato. E' la forma di protesta scelta da sei parroci molisani, decisi ad attirare l'attenzione in particlolare sulle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), nell'ambito della legge sul testamento biologico. Una legge che alla Chiesa "non piace" perché potenzialmente soggetta a "derive pericolose", spiega a Repubblica il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei).

SCHEDA: TESTAMENTO BIOLOGICO

In Molise la singolare iniziativa è stata condivisa dai sacerdoti di Carovilli (Isernia), Castropignano (Campobasso), Duronia (Campobasso), Pietrabbondante (Isernia), Salcito (Campobasso), che hanno anche fatto affiggere a Pietrabbondante un necrologio, che recita: "Le campane suonano a morto perché la Vita è vittima della morte dall'aborto all'eutanasia delle Dat. Con queste l'Italia ha scelto di far morire, non di far vivere. Prosit". In una nota, si spiega che i parroci "hanno voluto richiamare l'attenzione delle loro comunità sul funesto evento legislativo, che creerà una grande mole di problemi e minerà alla base la certezza della indisponibilità della vita umana. Invitano anche tutti a una seria riflessione, a emendare sostanzialmente al Senato la norma, e bocciarla addirittura come inutile, potendo fare riferimento già alle normative sull'accanimento terapeutico e cure palliative".
 

Campane a morto per biotestamento, il parroco: "E' una legge che uccide"

Don Mario Fangio, parroco di Carovilli, raggiunto dall'Ansa chiarisce ulteriormente: "Ho voluto evidenziare questo delittuoso evento di uno Stato che invece di aiutare a vivere aiuta a morire". E non è la prima volta che le campane a morto risuonano con mestizia contro la politica. Ieri il sacerdote 73enne, originario di Castiglion Messer Marino (Chieti), ha infatti ripetuto un rituale "inaugurato" con l'approvazione della legge sulle Unioni Civili e riproposto poi con le adozioni gay. "Non è contestazione al diritto dello Stato di darsi delle leggi ma è la contestazione al contenuto di questa legge che secondo il nostro modo di intendere è assurda totalmente".
 

Le Dichiarazioni anticipate di trattamento sono regolate dall'art.3 del ddl. L'articolo, approvato ieri con 313 voti favorevoli e 59 voti contrari, dispone che ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi, può esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari , attraverso disposizioni anticipate. La persona deve indicare un suo fiduciario che ne faccia le veci e la rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie.

Le Dat devono essere redatte in forma scritta (o videoregistrate a seconda delle condizioni del paziente) e vincolano il medico che è tenuto a rispettarne il contenuto. Tuttavia, le Dat possono essere disattese qualora appaiano palesemente incongrue o le condizioni nel frattempo siano mutate e se siano sopraggiunte nuove terapie non prevedibili al momento della loro compilazione. Con la medesima forma scritta le Dat sono rinnovabili, modificabili e revocabili in ogni momento. In caso di emergenza possono essere modificate o annullate anche a voce. Infine, le Dat vengono inserite in registri regionali.


E, proprio a proposito della registrazione delle Disposizioni anticipate, si registra l'intervento della ministra della Sanità, Beatrice Lorenzin, affermando che, dopo l'approvazione alla Camera,  "sono rimasti in sospeso alcuni elementi, a partire dal registro delle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat). Elementi che spero possano essere ripresi al Senato".

Le parole della ministra sono accolte come un positivo segno di attenzione da Donata Lenzi, capogruppo Pd in Commissione affari sociali della Camera e relatrice al ddl sul consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento. "L'impegno di Lorenzin a seguire il tema del ddl sul fine vita e a rendere efficaci le dichiarazioni anticipate di trattamento è molto positivo. Infatti, solo con l'appoggio del Ministero sarà possibile realizzare un registro nazionale delle Dat che, anche se non indispensabile, è certamente utile per rendere le dichiarazioni anticipate note agli operatori sanitari. Ci auguriamo che il Senato possa iniziare in breve tempo l'esame del ddl".