Cronaca

Beppino Englaro: "Biotestamento, finalmente le future Eluana non resteranno intrappolate"

Il papà della donna in stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte naturale avvenuta nel 2009 in seguito all'interruzione della nutrizione artificiale: "Con la nuova legge ora una persona può disporre della sua salute e dire il fatidico 'no grazie'"

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MILANO - Beppino Englaro si trova a Torino, oggi alle 10 partecipa a un incontro sul fine vita alla sede della Uil Piemonte, in via Bologna, e la voce è un po' stanca: "Qualcuno mi chiede se per noi è una vittoria, come se avessimo tagliato un traguardo... Ma come posso chiamare vittoria qualcosa che nasce dalla morte di mia figlia?".

Che cos'è questa giornata per lei?
"La questione, ridotta all'osso, è che Eluana aveva delle idee chiare e solide sulla vita, che ben conoscevamo, e quando poco prima dell'incidente ci ha scritto la lettera di Natale, parlava della nostra famiglia come di un nucleo basato sul rispetto e sull'aiuto reciproco. Ecco, è lei che ha portato al massimo livello la sua richiesta di diritti fondamentali e il suo è diventato il caso costituzionale più importante di questi tempi. Oggi l'Eluana di turno può evitare di farsi intrappolare, finita la prima fase dell'emergenza, in cure che non servono a niente".

È giusto riassumere che con i vostri ricorsi si giudici rivendicavate la possibilità di rifiutare le cure e che gli articoli di legge appena approvati vanno in questo senso?
"Occorre precisare meglio, adesso è la persona che può disporre della sua salute in base ai suoi convincimenti. Può pronunciare il famoso "no grazie" espresso nella mia prima intervista. Il "lascia che la morte accada". Allora i medici dicevano che la non-vita, o la non-morte, stavano nelle loro procedure, quindi nessuno poteva cambiare le cose. Ma mai dire mai".

Era 18 gennaio 1992 quando Eluana ebbe l'incidente mortale, poi bisognò portarla a Udine e solo il 9 febbraio 2009 spirò, quindi dopo diciassette anni in stato vegetativo...
"Diciassette anni e 22 giorni, 6mila e 233 giorni, e oggi siamo a oltre un quarto di secolo. Ma lo scorrere dei decenni resta sopportabile se si pensa che ogni evoluzione ha i suoi tempi e che ogni cittadino, dal basso, può andare sino in fondo nell'esercizio dei diritti. Noi semplici cittadini abbiamo questo potere di andare avanti, e ce lo scordiamo sempre. Per me, per mia moglie Sati e per nostra figlia era importante un valore, e cioè che la vera libertà sta dentro la società e dentro la legalità. C'erano alternative? No".

"No" per un quarto di secolo?
"Se c'è toccato questo destino, se la famiglia ha fatto ciò che doveva per tutelare la ragazza, la politica, che ci ha messo il suo tempo, sarà giudicata dall'opinione pubblica, che è la corte suprema di ogni politico. Infatti, ora che l'opinione pubblica è finalmente bene informata, i partiti posso continuare a ignorare il tema?".

La nuova legge ricalca la storia processuale di Eluana?
"Moltissimo. I diritti fondamentali era già chiari nella sentenza della cassazione, del 2007, e in quella del consiglio di Stato, del 2014. Il rifiuto all'idratazione nasceva dai ragionamenti della comunità scientifica internazionale e oggi la struttura medica non può più negarmi l'accompagnamento nel morire. Un medico dirà no, ma un altro dirà sì. In fondo la sedazione profonda, che fa parte della clinica medica, significa solo "lascia che la morte accada"".

Diversa da suicidio assistito ed eutanasia, è giusto sottolinearlo?
"Infatti, non ha niente a che vedere. Non vanno confusi. Non c'è l'ora fissata per smettere di respirare, si lascia che il fisico rispetti i suoi tempi. Il morire, la scienza lo ha accertato nei minimi dettagli, è un processo".

Lei è stato più volte accusato di aver alzato i toni dello scontro per entrare in politica.
"Non vale la pena di rispondere. Non sono mai stato sfiorato dalla tentazione. Sono qui, un cittadino. E so solo che se non fosse esistita una ragazza come la nostra Eluana, con i suoi convincimenti, ai quali abbiamo dato voce con tutte le nostre forze di genitori, il paese sarebbe più indietro".