Milano

Riaprire i Navigli a Milano, esperti al lavoro in vista del referendum: un canale sotterraneo e traffico rallentato

Il ponte delle Gabelle, uno dei punti studiati per il piano Navigli 
Più di 7 km di canali con 10 conche e 43 ponti collegherebbero la Martesana alla Darsena. Allo studio il tracciato d'acqua con gli interventi per anticipare il maxi piano
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Chi lo sostiene, ed è la maggioranza, ne sottolinea i vari benefici: rifornirebbe la Darsena di acqua pulita e anche il sistema irriguo locale, in particolare le campagne a Sud di Milano. E ancora: il collegamento idraulico sotterraneo che crea dibattito potrebbe servire per riscaldare la città con le pompe di calore e aiutare a contenere la falda che sale. C'è però chi teme che quel grosso tubo da costruire come prima cosa sotto il tracciato dei Navigli da far poi riaffiorare potrebbe segnare in realtà la fine del "grande sogno": la tubazione permetterebbe riaperture programmate di tratti degli antichi Navigli e dunque il timore è che poi ci si fermi qui anziché proseguire nel più ambizioso disegno di riscoperta totale e navigabilità dei canali.

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È il tema che anima il comitato scientifico tecnico nominato dalla giunta Sala per trasformare in progetto esecutivo la promessa elettorale di riaprire i Navigli. E sarà su quel piano che i milanesi saranno chiamati a esprimersi in una consultazione "entro al fine del 2017" come annunciato dal sindaco. La connessione idraulica sotterranea è l'oggetto che ha catalizzato il lavoro dei tecnici nei primi due incontri sul progetto dei 7,7 chilometri di Navigli riscoperti che con dieci conche e 43 ponti collegherebbero la Martesana alla Darsena; 400 milioni la stima dei costi anche se per molti esperti è sommaria e troppo alta. In attesa di trattare poi un altro tema, quello legato agli impatti che la riapertura dei canali avranno sulla mobilità cittadina. Nel comitato c'è un fronte di chi spererebbe di poter anticipare i tempi: "Sarebbe interessante mettere in atto in anticipo rispetto alla fine del progetto un sistema di moderazione del traffico (traffic calming) lungo la Cerchia dei Navigli - propone il coordinatore del comitato, l'architetto Antonello Boatti - un sistema di zone 30 e di provvedimenti che elimini il traffico di scorrimento lungo la circonvallazione".
Un'idea su cui la giunta è perplessa: "L'area è già gravata dai cantieri del metrò 4 - dice l'assessore alla Mobilità, Marco Granelli - in questo momento non sono allo studio altri interventi sulla Cerchia". Ma la proposta piace molto all'anima più verde della maggioranza: "La riapertura dei Navigli è la vera opera pubblica per cui Milano andrà n Europa e preparare il terreno con il traffic calming è la cosa migliore così la gente si abitua - dice il presidente commissione Mobilità, Carlo Monguzzi, Pd - ci sono difficoltà, lo capisco, ma è il momento per osare".

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Il tema della mobilità verrà affrontato a maggio, nel prossimo incontro. Intanto i tecnici di Mm stanno mettendo a punto un progetto preliminare sulla tubazione sotterranea, ritenuta "prodromica all'apertura dei Navigli - dice Boatti - anche se va fatta in modo che sia utile anche dopo". La tubazione, 27 milioni di costo, sarebbe il primo passaggio per la riapertura dei Navigli: si unirebbero i cantieri a quelli di M4, per creare meno disagi. Oggi, l'acqua (pulita) della Martesana si mescola a quella (meno pulita) del Seveso: i due corsi procedono lungo i Bastioni verso Porta Romana e San Donato per poi buttarsi nel Lambro. Il progetto del "tubo" servirà a separare Martesana e Seveso tra via Gioia e via Chiarissimi e a riportare il canale lungo il percorso storico della "fossa interna".

E avrà altre funzioni. Fungendo da serbatoio, permetterebbe di portare l'acqua in superficie in alcuni punti mirati, come nelle conche dell'Incoronata e Viarenna: "Ma così si rischia di non fare il progetto vero che è un'altra cosa - avverte Roberto Biscardini, presidente dell'associazione Riaprire i Navigli - è importante invece che tutto il piano venga fatto, ora che anche la Regione si è impegnata a promuovere un protocollo d'intesa".
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