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Coppa d'Africa, è favola Camerun: l'Egitto di Cuper e Salah cede in finale

(reuters)
Arrivati pieni di problemi e con 8 giocatori che avevano rifiutato la convocazione, i Leoni Indomabili completano il cammino trionfale liquidando i faraoni. Rete di Elneny nel primo tempo, nella ripresa N'Koulou e Aboubakar ribaltano tutto
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ROMA - Insieme a quella dello Zambia nel 2012, quella del Camerun è la più bella favola espressa negli ultimi anni dalla coppa d'Africa. I Leoni Indomabili ovviamente hanno diverso blasone, sono la storia del calcio africano, sono i miti N'Kono, Milla, Eto'o. Eppure la vittoria con l'Egitto, 2-1 in finale, in generale il cammino in tutta la competizione, ha un qualcosa di magico. Mai come in questa edizione il Camerun si era infatti presentato a fari spenti. Matip (Liverpool), Choupo Moting (Schalke), Onana (Ajax): sono solo tre degli otto che avevano detto no alla convocazione, preferendo restare nel salotto sicuramente più attrezzato, ma meno affascinante dei club europei. E' forse nel momento di quei no che il ct Hugo Broos ha iniziato a vincere: non ha fatto la prima donna, si è ricordato che in fondo anche lui era lì un po' per caso (aveva risposto ad un bando presentato via internet dalla federazione), ed ha trasformato l'emergenza in energia vincente. Perché la vittoria del Camerun è un inno agli eroi per caso. Uno di questi è il portiere Ondoa: nel Siviglia B non gioca mai, ma all'ultimo minuto del girone di qualificazione aveva fatto fuori con una parata super il Gabon padrone di casa. Paradossalmente la sua unica pecca l'ha evidenziata solo nella finale, quando Elneny, imbeccato da Salah, lo ha beffato sul suo palo con un tiro non sembrato irresistibile. 
  E' stato il punto di svolta, perché i Leoni proprio in quel momento onorano il resto del loro alias, Indomabili. Un secondo tempo veemente, in cui il Camerun mette una fisicità insostenibile per gli egiziani. La fotografia del concetto sono le accelerazioni semplicemente spaventose di Bassogog, un ragazzone che i danesi dell'Aalborg hanno scovato in una squadretta della terza serie Usa, i Wilmington Hammerheads. Forse è lui la vera rivelazione del torneo. Poi ci si rimette di mezzo il caso... Il difensore centrale Teikeu, il leader del reparto, si fa male, tocca ad una stella che aveva detto sì al viaggio (N'Kolou) per poi essere escluso dalla squadra titolare in corso d'opera. E' lui, con un colpo di testa di precisione e potenza, ad impattare la sfida, di fatto la indirizza verso un inevitabile epilogo. L'Egitto non c'è più, le rughe del ct Hector Cuper diventano solchi nei quali scorrono fiumi di ricordi, di troppe finali perse, di campionati sfumati all'ultima giornata.

Al tecnico argentino resta solo Salah: gli egiziani si affidano sistematicamente al lancio lungo cercando l'attaccante della Roma, che per poco non incide con un numero di alta scuola (stop volante e colpo di tacco a seguire). Ma la storia è scritta, perché nel frattempo Broos ha mandato nella mischia la seconda delle stelle irrequiete, Aboubakar: e anche lui ringrazia a modo suo, con un controllo in area condito da un sombrero ed un destro al volo che spegne l'ultimo sogno di vittoria del 44enne portiere  egiziano El Hadary. La coppa d'Africa è del Camerun, non accadeva da 15 anni, ed anche le due sconfitte in finale con l'Egitto (che non perdeva una gara di fase finale dal 2004, contro l'Algeria) sono definitivamente vendicate.
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