Il Gusto

Il sushi vi ha stancato? E' il momento delle cucina giapponese di trattoria

Ramen
Ramen 
Milano, il gruppo Toridoll aprirà tre locali nel corso dell'anno, il primo tra pochi giorni. Poi sbarcherà a Roma e in altre città. In carta ramen, soba e piatti della tradizione poco diffusi in Italia. Seguici anche su Facebook
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L’Italia ama appassionatamente il Giappone. E gli investitori giapponesi ricambiano con trasporto. Perciò, preparatevi a un arrivo massiccio. Il primo passo è l’imminente sbarco di Toridoll, vero colosso della ristorazione, con milleduecento locali disseminati nel mondo, che sta per aprire due ristoranti a Milano. Ma ce ne sono già altri tre in programma nel giro di un lustro, di cui uno entro quest’anno, mentre prima della fine del 2020 le aperture dovrebbero arrivare a 15 e interessare Roma e l’Italia del Nord.
L'insegna del nuovo punto vendita milanese
L'insegna del nuovo punto vendita milanese 
I due indirizzi milanesi saranno entrambi in via Vigevano, ormai una vera food street che parte dalla Darsena e prosegue parallela al Naviglio Grande, zona di grade richiamo per l’alta concentrazione di bar, bistrot e ristoranti. L’impresa è stata resa possibile nella pratica dall’intervento di Issei Komi, da anni residente a Milano, che con la sua società Italia Fudosan è specializzato nel reperire location e favorire le operazioni burocratiche e legali per società giapponesi, con attenzione speciale alla ristorazione.

Il primo aprirà tra due settimane, spazio minuscolo (ma per i giapponesi non è un problema) con mattoni a vista e soppalco, una trentina di coperti. Nome: La bottega del ramen, marchio creato appositamente da Toridoll per l’avventura italiana e quindi,conseguentemente, grande scelta di questo tipico piatto di pasta, che assomiglia ai nostri tagliolini o spaghettoni e che in Italia viene solitamente proposto in brodo. Qui, come avviene in Giappone, verranno offerti con o senza liquido, secondo la stagione. Se d’inverno una bella scodella di ramen immersi nel brodo fumante fa piacere, d’estate cambia tutto, e quindi saranno soba asciutti accompagnati da julienne di verdure, uovo sodo e salse. Qualche stuzzichino, una piccola scelta di birre giapponesi e vini italiani, acqua, succhi di frutta, e basta.

Il primo marzo toccherà a Tokyo Table, brand già collaudato con successo negli Stati Uniti e in America centrale e del sud, che avrà dimensioni molto superiori, circa cento coperti, un target medio e un menu che rappresenta una proposta media della cucina giapponese: una grande scelta di otsumami (stuzzichini) e poi piatti di pasta, di pesce e di carne. Insomma quello che mangia in Giappone la gente normale, che sceglie sushi forse una volta al mese o anche meno. Mentre in Italia il concetto di cibo giapponese è (erroneamente) legato quasi esclusivamente a sushi e sashimi, cioè pesce crudo in varie forme. Qui sta, per noi, il pregio dell’operazione.
Perché favorirà una maggior diffusione della cucina giapponese autentica, e non mediata dal filtro non sempre entusiasmante dei ristoratori cinesi (che comunque così hanno fatto un grande lavoro di promozione). Non uno sproloquio di sushi, sashimi, nigiri, uramaki e altre cose di gusto più californiano che nipponico, ma tanti piatti caldi di una tradizione gastronomica che ha molto altro da dire. E poi, sarà una cucina accessibile, con un costo medio sui 40 euro, mentre finora i pochi locali giapponesi autentici in Italia si sono sempre attestati su un range di prezzi decisamente alto.   
Un punto vendita Toridoll in Giappone
Un punto vendita Toridoll in Giappone 
L’Italia rappresenta il primo esperimento della nuova politica di espansione europea della compagnia. Toridoll Holdings, quotata in borsa, ha avuto lo scorso anno un totale di transazioni commerciali per oltre 95 miliardi di yen. Dei suoi 1.200 locali, 900 sono in Giappone, il resto soprattutto in Asia (Corea,Cina, Vietnam, Thailanda, Malesia) e poi in America, Emirati, Africa, e Australia, e danno lavoro, tra fissi e part time, a circa 12mila persone.