Roma

Roma, nomine, ira di Raggi nella chat con Marra “Potevi dirlo prima”

Negli atti dell’inchiesta il messaggio che proverebbe come la sindaca fosse ignara della promozione del fratello del capo del Personale: “Così mi metti in difficoltà”. Sms via Telegram dopo la bufera per la promozione del fratello. La sindaca aveva sostenuto di aver deciso in totale autonomia

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"Questa cosa dello stipendio (aumento, ndr) mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire”, scrive un’inviperita sindaca Virginia Raggi all’allora capo del personale Raffaele Marra su Telegram. Lo scambio di sms riguarda l’assunzione, con annesso ritocco del salario, più 20mila euro l’anno, a Renato, fratello di Raffaele, al vertice del Dipartimento turismo.

Il messaggio, depositato nei giorni scorsi in procura, rischia di imbarazzare, e non poco, la prima cittadina. Se sul piano giudiziario ci saranno conseguenze lo si vedrà nelle prossime settimane. Di sicuro potrebbe aprirsi per la sindaca un’infuocata questione politica. Il messaggio sconfessa la linea sin qui tenuta dalla Raggi, scritta nero su bianco in una memoria depositata lo scorso 15 dicembre all’Anac. “Mera e pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte”, scriveva l’inquilina di palazzo Senatorio, in un documento depositato all’Autorità anticorruzione, in merito al ruolo giocato da Marra sull’assunzione del fratello.

Ebbene la strigliata via Telegram a Raffaele rappresenterebbe al contrario una parte attiva dell’ex finanziere nella partita che ha portato Renato al vertice del dipartimento turismo. Nomina poi revocata dalla sindaca, anche dopo il parere negativo dell’Anac per possibile conflitto d’interessi.
Ciò che conta per i pm che indagano sulla corruzione di Sergio Scarpellini a favore di Marra è invece il peso specifico dell’sms. È la riprova che Raffaele era uno che in Campidoglio aveva un grande potere. Cosa della quale, sostiene l’accusa, era al corrente anche il costruttore Scarpellini che quel potere voleva sfruttare in tutti i modi. In procura dovranno ora decidere se far confluire l’ultimo sms scovato nel cellulare di Marra anche su un altro fascicolo, quello sulle nomine battezzate dalla prima cittadina, nelle mani del pm Francesco Dall’Olio.

Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo avevano comunque già fotografato l’influenza di Marra sulla sindaca. In altri sms era emerso che il capo della segreteria politica della Raggi, Salvatore Romeo, si rivolgeva a Marra chiamandolo “capo”, e che lui si era fatto da tramite, durante la campagna elettorale per far arrivare alla candidata pentastellata una serie di consigli.

Sulle strategie per vincere le elezioni e anche, durante il ballottaggio, su come rispondere a Roberto Giachetti, suo avversario nella corsa a sindaco. Insomma, secondo il l’aggiunto Paolo Ielo e la pm Barbara Zuin, Marra era uomo di fiducia, che godeva anche di una certa autonomia, della prima cittadina. Tanto che, nel suo cellulare sequestrato il 16 dicembre scorso, giorno dell’arresto per corruzione dell’ex capo del personale, Raggi è memorizzata in rubrica con il nome “mio sindaco”. Come a rivendicare il merito di averla forgiata.

Un contributo, il suo, che Virginia Raggi apprezza parecchio: è lo stesso Romeo a dire a Marra, dopo la vittoria, che la sindaca gli ha riferito che "tutti gli assessori se lo litigano per averlo come capo di gabinetto".

Gli scambi via whatsapp tra Marra e Romeo erano piuttosto frequenti. Nella chat tra i due, i carabinieri avevano trovato anche uno schema con una nuova ripartizione dei dipartimenti comunali, che l’ex capo del personale chiama “macrostruttura”.