Torino

Torino, il grillino ribelle Bertola sul caso Raggi-Romeo: "Vi spiego il giochino delle polizze vita"

Il fondatore del M5S sotto la Mole su Facebook: "Sono contenitori di soldi da investire. Se uno vuole un favore dal futuro sindaco, lo nomina beneficiario..."

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“Visto che molti non capiscono la vicenda Raggi-Romeo vi spiego come funziona il giochino delle polizze vita”. Vittorio Bertola, uno dei fondatori del Movimento 5 Stelle a Torino, ex consigliere comunale, considerato da sempre vicinissimo a Gianroberto Casaleggio e a Beppe Grillo, inizia così un lungo post sul proprio profilo Facebook in cui si propone di chiarire ai propri seguaci i contorni dell'ultimo scandalo che ha colpito la sindaca Virginia Raggi. “Il passaggio di denaro tramite una polizza vita è molto meno tracciabile di una mazzetta in contanti”, mette subito in chiaro Bertola, che dopo le ultime amministrative è entrato in polemica con i vecchi compagni e il nuovo corso grillino.

“Da parecchi anni – esordisce il dissidente cinquestelle torinese – si sono diffuse polizze vita che lo sono solo di nome; in realtà sono contenitori di soldi da investire, che però godono delle agevolazioni fiscali delle polizze vita. In particolare – chiarisce Bertola – sono impignorabili e permettono di nominare un beneficiario anche diverso dai propri eredi, il quale riceverà i soldi senza pagare le tasse che ci sarebbero sulla successione o sul pagamento di una fattura o di un reddito, e senza tutti i controlli su bonifici o pagamenti in contanti di importo elevato. Molte di queste polizze permettono inoltre il riscatto, pur pagando una penale, anche se l'assicurato non è morto; basta che sia trascorso qualche anno”.
Una volta chiariti tutti gli aspetti tecnici del meccanismo Bertola tira le somme e prova, dunque, ad applicarlo al caso Romeo-Raggi: “Detto quindi che la vicenda è tutta da chiarire e che bisognerà capire i dettagli della polizza e gli altri fatti – mette le mani avanti il fondatore del M5S torinese – il giochino poteva funzionare così: io che voglio un favore dal futuro sindaco di Roma, prima delle elezioni prendo una polizza e lo nomino come beneficiario; dopodiché, se lui vince e mi fa il favore, io faccio passare il tempo minimo necessario e poi riscatto la polizza e lui incassa, altrimenti cambio di nuovo il beneficiario e mi tengo i soldi senza alcuna spesa. Se poi volessi essere sicuro, prima delle elezioni potrei fare la stessa cosa verso esponenti di partiti diversi, così posso poi fare il giochino chiunque sia a vincere”.

Bertola riconosce che “non sarebbe necessario che il beneficiario (la sindaca Raggi, ndr) sia d'accordo o lo sappia, ma sarebbe piuttosto strano – ragiona – che io, neo-sindaca di Roma, nominassi come mio braccio destro di totale fiducia uno che mi vuole talmente male da cercare di ricattarmi a mia insaputa; e se fossi sotto ricatto, sarebbe piuttosto strano che, una volta scoperto, invece di andare a denunciarlo io gli triplicassi lo stipendio”.

Sulla base di quali prove Bertola sostiene tutto questo? Interpellato il grillino della prima ora Bertola si limita a dire: “Conosco molte persone del Movimento a Roma e il legame tra Romeo e la Raggi è sempre stato molto chiacchierato”. E “trovare una spiegazione limpida per questa storia è difficile”.