Comune di Parma, il previsionale 2017. Ferretti: "Bilancio sano per una città inclusiva"

Nell'ultimo documento preventivo dell'Amministrazione Pizzarotti 138 milioni di euro di investimenti. Il 28% della spesa corrente (64,5 milioni di euro) dedicata al sociale. Voto in Consiglio il 20 dicembre

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Il Comune di Parma si appresta ad approvare il bilancio previsionale del 2017, che verrà votato a dicembre. Queste le tappe dell'ultimo bilancio di previsione dell'Amministrazione Pizzarotti, prima delle elezioni amministrative dell'anno prossimo. La "maratona" del bilancio inizia il 12 dicembre con la presentazione al Consiglio comunale; il 16 dicembre la discussione in aula; il 20 dicembre altra seduta con repliche, dichiarazioni e voto finale del documento.

"È un bilancio sano che mette in sicurezza i conti del Comune di Parma, e non rileva nessun indicatore di deficitarietà". Così lo ha presentato l'assessore al Bilancio Marco Ferretti, martedì pomeriggio nel corso delle commissioni congiunte Patrimonio, partecipazioni e Garanzia e controllo. "Un bilancio che non ha nulla a che vedere col bilancio del Comune del 2012".

Bilancio di fine mandato, 40mila euro per la stesura

"Questo è l'ultimo bilancio di previsione dell'Amministrazione Pizzarotti - ha proseguito Ferretti - completamente differente da quelli che si è trovata ad affrontare nei primi anni di mandato. Abbiamo di fronte una Parma che può permettersi un bilancio per essere una città, equilibrata, sostenibile, attrattiva e inclusiva", ha aggiunto il delegato. "Non abbiamo fatto un'operazione di mero consenso politico-elettorale, che poteva essere facile - ha sottolineato a Repubblica Parma - abbiamo preferito preservare tutti i servizi, dare stabilità e nuove agevolazioni soprattutto sul sociale".

"Presto presenteremo il Bilancio preventivo - ha ricordato anche il sindaco Federico Pizzarotti su Facebook - entro dicembre, come avviene nei Comuni con i conti in ordine, l’economia solida e lo sguardo rivolto verso il domani. Una sola anticipazione: il debito scende ancora, mentre gli investimenti sulla nostra Parma continuano. Grazie a tutti gli assessori per l'impegno di questi anni".

I numeri del previsionale. 231,8 milioni di euro di spesa corrente nel bilancio del 2017; 64,5 milioni di euro - il 28% della spesa corrente - dedicati al sociale e al welfare; 1,6 milioni di euro di contributi economici per "sconti sui consumi" per le famiglie in difficoltà. Risorse stanziate anche per l'integrazione scolastica e per la seconda accoglienza dei migranti. Ancora: 25 milioni - circa l'11% - per istruzione e diritto allo studio; 10,6 milioni di euro - il 4,6% - dedicati alla cultura (3,2 milioni di euro sul Teatro Regio); 43 milioni di euro - il 19% - dedicati all'ambiente e sviluppo sostenibile e tutela del territorio; 1,3 milioni di euro le entrate dalla tassa di soggiorno. "Nel 2017 il Comune di Parma va a confermare tutti i servizi in essere e cerca di crearne qualcun altro", ha analizzato l'assessore Ferretti. Sono 36 le nuove unità assunte negli asili comunali (10 per i nidi, 26 per le materne). "Un bilancio che dà l'idea della sicurezza, che parla di servizi e non di tasse", ha aggiunto.

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Opere pubbliche, 138 milioni di euro nel triennio 2017-2019. Nel bilancio figurano investimenti per 138 milioni di euro sul triennio 2017-2019, di cui 47,4 milioni di euro per il piano annuale del 2017. Sei i piani straordinari - illustrati dall'assessore all'Urbanistica Michele Alinovi - viabilità e mobilità sostenibile (9,8 milioni di euro riqualificazione strade, marciapiedi, piste ciclabili, mobilità sosteniblie nuove piste ciclabili, nuove infrastrutture e migliormento della viabilità), spazi pubblici, verde pubblico e salvaguardia ambientale (7,5 milioni di euro), edilizia scolastica (3,4 milioni di euro, tra cui la realizzazione del terzo e ultimo stralcio della scuola Anna Frank), edilizia sociale (15 milioni di euro, realizzazione e riqualificazione strutture per anziani come la nuova Villa Parma, nuovi edifici residenziali Erp nel comparto Vicofertile nord ed ex Altea, oltre che manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico per circa due milioni di euro sugli alloggi Erp già esistenti), impianti sportivi (3,4 milioni di euro per la riqualificazione e la realizzazione di nuovi impianti sportivi e palestre, tra cui il Palasport dove finora sono stati completati interventi per 400mila euro, a cui si aggiungono i 500mila euro attualmente in gara, e altrettanti per i prossimi tre anni), spazi socio-culturali (500mila euro per opere di completamento del Teatro dei Dialetti, proseguono gli interventi di adeguamento anti-incendio del Teatro al Parco e di Teatro Due, cantiere attivo sul chiostro della Civica con interventi di miglioramento sismico e rifacimento delle coperture, più un milione di euro per la crociera dell'Ospedale Vecchio a cui si aggiungerà 1,3 milioni di euro della Regione per realizzare la galleria culturale urbana come museo multimediale della città).

"Una città equilibrata da punto di vista urbanistico - ha valutato l'assessore Alinovi a Repubblica Parma - investire con equilibrio su tutto il territorio comunale, puntando soprattutto là dove c'è più bisogno di interventi di rigenerazione urbana, offerta di nuovi servizi. La città attrattiva che deve mettere in bella mostra se stessa dal punto di vista del decoro urbano e della valorizzazione dei nostri siti storico-monumentali, e dei luoghi simbolo della città e particolarmente importanti dal punto di vista turistico. Una città sostenibile - ha aggiunto il delegato all'Urbanistica - che investe sugli obiettivi ambientali, sulla riqualificazione energetica, sulla ciclopedonalità, la mobilità sostenibile, e sulla sicurezza del proprio territorio dal punto di vista sismico, idrogeologico e antincendio. Una città inclusiva: attraverso la rigenerazione dello spazio pubblico e dei luoghi di socializzazione riesce a innescare processi di coesione sociale senza dimenticare tematiche quali l'emergenza abitativa mediante modelli innovativi anche di co-housing".

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Società partecipate, tre chiuse entro l'anno. Ferretti ha poi confermato la riduzione delle società partecipate: "Da qui a Natale se ne chiuderanno tre: Parma Energia, Casadesso, e il consorzio Tecninnova". Entro giugno 2017, poi un'altra operazione di razionalizzazione. "Con la chiusura delle partecipate otterremo un'ulteriore riduzione del debito", ha detto il delegato al Bilancio ricordando poi la riduzione del 40% dell'indebitamento sul consolidato del gruppo Parma: da 573 milioni del 2012 a 343 milioni di euro del 2015.

Parma città della gastronomia, nasce la fondazione. In Consiglio, poi, verrà votata la costituzione della fondazione di partecipazione senza scopo di lucro chiamata "Parma Unesco creative city of gastronomy", organo collegiale che vede la nascita dopo un anno dall'ottenimento del riconoscimento di "città creativa della gastronomia" da parte dell'Unesco, che ogni quattro anni verifica quanto contenuto all'interno del dossier di candidatura. Sempre sulla scia del riconoscimento ottenuto, il complesso monumentale di San Paolo candidato a luogo di promozione e rappresentazione del territorio, legato ai temi dell'agroalimentare e all'enogastronomia, con un taglio culturale nel futuro museo nazionale della gastronomia.

"Abbiamo deciso di costituire una fondazione di partecipazione con l'obiettivo di coordinare le attività indicate all'interno del dossier - ha spiegato l'assessore al Commercio Cristiano Casa - affinché Parma e il suo territorio possano mantenere le premesse e le promesse contenute nel documento. Una fondazione aperta il cui obiettivo è partire con gli undici soci fondatori più il Comune, e poi permettere un'apertura alla città e a chiunque voglia parteciparvi". La fondazione è dotata di fondo patrimoniale e di un fondo di gestione.

(alessandro trentadue)

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15 commenti

  • se i conti sono tanto a posto perché devono vendere tutte quelle azioni?

    e perché, visto che i conti sono posto, oltre a parlare di servizi non parlano anche di tasse ?
    sembrano tizi che hanno bisogno di gettare del gran fumo e non si capisce perché

  • Filippo trasparenza 14 dicembre 2016 alle 16:45

    @signora Elisabetta Isi mi pare che la sua giusta critica alla relazione tecnicamente sbagliata del Commissario da cui è nata la favola del debito di 8oomilioni utilizzata dai grillini per fini elettorali, commette un errore facendo riferimento all'attivo patrimoniale. IL PUNTO CRITICO DEI CONTI SBAGLIATI DI CICLOSI nel 2002 è rappresentato dal fatto che nel 2002 la legge di contabilità pubblica per i Comune prevedeva un bilancio finanziario di competenza mentre la contabilità delle società partecipate prevedeva e prevede un Bilancio ECONOMICO. Questo significa che TECNICAMENTE per la diversità della gestione NON ERA POSSIBILE UNA VALUTAZIONE CONGIUNTA DELLA SITUAZIONE DEL COMUNE CO QUELLA DELLE PARTECIPATE UN BILANCIO CONSOLIDATO NON SI POTEVA FARE E COSI' FINO AL 2015.
    Dal 2016 la legge di contabilità comunale è cambiata ed è cambiata la struttura del Bilancio Comunale che avrà anche i dati funanziari ed economici e non a caso nel 2017 i Comuni faranno i Bilanci Consolidati con le partecipate.

  • Esce la nuova classifica del Sole 24 Ore che vede Parma riflettere in negativo i suoi problemi, che sono la coesione sociale, la legalità, il degrado, a fronte di una città che è più ricca della media nazionale, ma che soffre di patologie per lei nuove rispetto anche solo a pochi anni fa. I problemi sono arrivati e non sono stati arginati, come si sarebbe potuto.

    Vi sono luoghi simbolo, e penso a piazzale della Pace, a viale vittoria, a via San Leonardo, a piazzale Picelli (ma ne potremmo elencare moltissimi altri), dove la città non ritrova più se stessa, dove lo spazio pubblico è espropriato da illegalità e degrado. I pusher che spacciano liberamente tra i sacchetti di rifiuti sui marciapiedi sono un mix inaccettabile per una comunità civile.

    E penso al disagio delle famiglie, di chi ha bambini, degli anziani, della povertà che cresce.

    Siamo contenti che la fontana di barriera Repubblica sia tornata a splendere, ma chi è in difficoltà vorrebbe che quella fontana non rappresentasse solo il messaggio elettoralistico di un Comune che si è svegliato all’ultimo, ma fosse il segno di una città che affronta complessivamente le sue patologie, i temi reali di un declino che è nei fatti, al di là di ogni classifica dei giornali.

    Serve un’inversione di rotta, urgente, ma non ne vediamo i segnali.

    Si discute in questi giorni di bilancio preventivo, di numeri e risorse. Al di là dei numeri, quel bilancio appare un documento freddo, distante da una visione di futuro che rilanci le prospettive di Parma.

    Ricorda davvero il bilancio di un condominio che fa quadrare i conti e programma qualche spesa straordinaria a fronte di qualche economia di troppo. Ma Parma non è un condominio, è una comunità complessa, che ha bisogno di riprendere in mano sé stessa, partendo dal controllo delle sue strade e piazze, dalla attenzione prioritaria per le famiglie, per le persone, per la cultura, per i giovani che tendono a vedere prospettive solo andandosene all’estero.

    Rilevo anche il mantenimento delle tariffe al massimo, a partire dalle rette degli asili nido, e una previsione esasperata di ricorso alle multe. Anche gli avanzi di gestione rivelano la difficoltà di programmare e agire correttamente, ma la cosa più appariscente di questo documento è la mancanza di una visione per la città, l'assenza totale di un obiettivo alto che restituisca il senso del lavoro amministrativo. Parma ha bisogno di risolvere problemi concreti, ma ha anche bisogno di tornare a guardare al futuro mettendo in atto strategie di largo respiro. Purtroppo questo bilancio non fa né l'una né l'altra cosa.

  • E' vergognoso che la relazione dell'ex Commissario Ciclosi era gravemente sbagliata nei numeri e nelle considerazioni. Indicare il totale dei debiti a breve e a lungo termine, di funzionamento e di finanziamento senza citare i crediti, l'attivo immobilizzato e il Patrimonio Netto (che era centinaia di milioni di euro grazie agli investimenti ingenti in strutture e infrastrutture che abbiamo fatto negli anni) è un informazione fuorviante e distorta che è servita solo per destare allarmismo (lo stesso ex Assessore Capelli aveva dichiarato che " è un dato di comune esperienza che il debito di un qualsiasi soggetto debba essere valutato alla luce del suo patrimonio"). Come è anche fuorviante considerare i residui passivi e non i residui attivi (che superavano i 200 milioni di euro). Inoltre vi erano errori macroscopici (veniva riportato un debito di Parma Gestione Entrate di 21 milioni quando in realtà non era altro che un versamento effettuato nelle casse comunali relativo al saldo ICI; nel bilancio di Stu Authority veniva riportato un debito di 36 milioni quando in realtà era un debito a totale carico EFSA e inoltre venivano riportati i debiti per intero di società partecipate, come per esempio nel caso dell'Autocamionale della Cisa, nelle quali il Comune aveva una partecipazione del 2/3 per cento!!!).

  • Pietro Vignali (ex Sindaco di Parma) 12 dicembre 2016 alle 09:17

    Quello che sorprende di più fra le dichiarazioni che hanno accompagnato la presentazione al bilancio 2017 è che “questo è il primo bilancio senza rischi di default”. E’ falso. Questa è la piu’ grande montaturanella storia politica della città. Su questo aspetto e piu’ in generale sulla situazione di bilancio del Comune di Parma e sulla relazione dell’ex Commissario Ciclosi si è fatta in passato volutamente molta confusione e disinformazione ed è questa l’occasione per ristabilire alcune verità.
    Mi si consenta di essere circostanziato.
    1)Innanzitutto e una volta per tutte l’indebitamento di finanziamento del Comune di Parma al momento delle mie dimissioni, risultante dal rendiconto approvato dal collegio sindacale, era di euro 165.001.294,29 (quando sono diventato Sindaco nel 2007 era già di 151 milioni) pari a 883,83 euro per abitante, una cifra di molto inferiore alla media dei Comuni italiani (oltre il 50’ posto nella classifica sull’indebitamento dei Comuni secondo i dati del Ministero dell’Interno pubblicati dal Sole 24 ore) nonostante una media annuale ingente di investimenti in strutture e infrastrutture di oltre 90 milioni all’anno.
    2) L’indebitamento operativo a breve, come precisato il 28 luglio 2012 anche dall’ex Assessore al bilancio dell’attuale Giunta, Capelli, “ammontava a euro 71.070.680”. “Si trattava, continua Capelli, di debito commerciale interamente accumulato a causa di inasprimenti progressivi del patto di stabilità a partire dal 2009”. La vera camicia di forza dell’ente infatti era proprio il patto di stabilità che, come avvenuto per tutti i Comuni d’Italia, non ha consentito il pagamento immediato dei debiti nei confronti dei fornitori e non per mancanza di liquidità. Ne è prova il fatto che appena il Governo ha consentito di “sfondare il patto di stabilità” i debiti sono stati interamente pagati . Ergo, le risorse c'erano eccome. Non sono comparse per miracolo. Sempre l’ex Assessore Capelli dichiarava nel 2012 “chi parla di dissesto del Comune di Parma parla a sproposito in modo irresponsabile”.
    3) Per quanto riguarda la liquidità al passaggio di consegne avvenuto tra il sottoscritto e l’ex Commissario Prefettizio Anna Maria Cancellieri (poi diventata Ministro dell’Interno) è stata fatta il 3 novembre 2011 la “verifica straordinaria di cassa” alla presenza del responsabile del servizio di tesoreria della Banca del Monte dalla quale è emerso che il saldo di cassa al momento delle mie dimissioni era ampiamente positivo e ammontava a euro 55.132.323,09. Durante quella verifica lo stesso Commissario Cancellieri asserì che si trattava di un “buon punto di partenza se si considera che l’autunno risulta essere uno dei periodi peggiori dell’anno in termini di cassa”.
    4) A questa consistenza di cassa inoltre vanno aggiunti gli oltre 70 milioni di euro di fondi della metropolitana. Infatti nel corso del 2010 ho bloccato il progetto della metropolitana di Parma che avrebbe comportato ulteriori 130 milioni (come minimo) di esposizione bancaria per il Comune e più di 170 milioni per lo Stato che invece sono riuscito a riconvertire in 71 milioni di euro in favore della nostra città che ho lasciato in eredità all’attuale Giunta,Quella scelta ha prodotto quindi un differenziale positivo per le casse comunali di oltre 200 milioni di euro.
    5) Il raddoppio dell’addizionale Irpef e l’applicazione dell’aliquota massima dell’IMU, deliberate dopo le mie dimissioni hanno garantito all’attuale Amministrazione, maggiori entrate di parte corrente rispetto alla mia (che pur potendo non ha mai alzato le tasse e le tariffe) per circa oltre 45 milioni di euro.
    6) Occorre poi tenere presente anche i seguenti elementi risultanti dalla relazione del Collegio dei Revisori dei Conti al rendiconto 2011 che attestano un equilibrio che è stato salvaguardato nel tempo:
    - avanzo di cassa all’1/1/2011 di euro 64.028.978,40;
    - patto di stabilità sempre rispettato;
    - sempre rispettato il limite di indebitamento nel triennio 2009/2011 previsto dall’art 204 e 207 del DL 267/2000;
    - sempre rispettati tutti i parametri di deficitarietà, come attestato dalla Corte dei Conti
    - infine un patrimonio netto positivo di euro 700.000.000.

    7)La relazione dell’ex Commissario Ciclosi era gravemente sbagliata nei numeri e nelle considerazioni. Indicare il totale dei debiti a breve e a lungo termine, di funzionamento e di finanziamento senza citare i crediti, l’attivo immobilizzato e il Patrimonio Netto (che era di centinaia di milioni di euro grazie agli investimenti ingenti in strutture e infrastrutture che abbiamo fatto negli anni) è un informazione fuorviante e distorta che è servita solo per destare allarmismo (lo stesso ex Assessore Capelli aveva dichiarato che “ e’ un dato di comune esperienza che il debito di un qualsiasi soggetto debba essere valutato alla luce del suo patrimonio”). Come è anche fuorviante considerare i residui passivi e non i residui attivi (che superavano i 200 milioni di euro). Inoltre vi erano errori macroscopici (veniva riportato un debito di Parma Gestione Entrate di 21 milioni quando in realtà non era altro che un versamento effettuato nelle casse comunali relativo al saldo ICI; nel bilancio di Stu Authority veniva riportato un debito di 36 milioni quando in realtà era un debito a totale carico di EFSA e inoltre venivano riportati i debiti per intero di società partecipate, come per esempio nel caso dell’Autocamionale della Cisa, nelle quali il Comune aveva una partecipazione del 2/3 per cento!!).
    8)Diversa e più complicata era invece la situazione delle società partecipate.
    Su questo argomento occorre però rilevare tre cose.
    a)Innanzitutto si tratta di investimenti strategici (come nel caso della nuova stazione progettata dall’architetto Bohigas completata anche grazie ai fondi ex metropolitana che ho ottenuto dal Governo) che una volta terminati rimangono nel patrimonio della città.
    b)Secondo, per chiarire una volta per tutte, viste le reiterate polemiche su questo punto, oltre il 90% di queste scelte progettuali sono state compiute dall’Amministrazione precedente alla mia.
    c) Le principali criticità del debito delle partecipate erano relative soprattutto alle Società di Trasformazione Urbanistica e alla Spip, i cui interventi sono stati decisi quando io non ero ancora Sindaco. La mia Giunta si è trovata con i cantieri già in corso e con imponenti operazioni immobiliari, come nel caso della Spip (proprio mentre scoppiava a livello mondiale la crisi economico-finanziaria-immobiliare nel 2008) già deliberate. E comunque anche in questo caso non sono stati fatti miracoli ma si è proceduto vendendo la StuPasubbio, facendo fallire la SPIP e utilizzando le azioni Iren (la società che io ho voluto favorendo la fusione di Enia con Iride, scelta che ha valorizzato la nostra multiutility) per le società che compongono STT.
    Pietro Vignali (ex Sindaco di Parma)

  • Filippo trasparenza 11 dicembre 2016 alle 20:33

    RIPETO ANCHE PER IL CANDIDATO ALFIERI ALCUNI ELEMENTI CERTI E DATI CONTABILI UFFICIALI DEI CONTI CONSUNTIVI DEL COMUNE CHE HO POTUTO ACCERTARE SEGUENDO IN QUESTI ANNI TUTTI I CONSIGLI COMUNALI
    Il capogruppo Bosi dovrebbe sapere ( e sicuramente fa finta di non sapere conoscendo il suo titolo accademico ) CHE IL SISTEMA CONTABILE PUBBLICO TRADIZIONALE DEI COMUNI FINO AL 2016 ERA COMPLETAMENTE DIVERSO DAL SISTEMA PRIVATISTICO DELLE SOCIETA' DEL COMUNE. PERTANTO NEL 2012 FINO AL 2015 UN BILANCIO CONSOLIDATO DEI CREDITI O DEBITI DI COMUNE E PARTECIPATE TECNICAMENTE NON SI PUO' AVERE : Non si sommano mele con pere ! Solo nel 2017, per legge, ci sarà UN VERO ED UFFICIALE BILANCIO CONSOLIDATO RIFERITO PERO' AL 2016 NON AL 2012: mancando questo dato iniziale certo ed ufficiale la riduzione del 40% è una balla buona per le elezioni. IL LAVORO AFFIDATO DAL COMUNE ALLA FACOLTA' DELL'ASSESSORE VENDUTO COME BILANCIO CONSOLIDATO PER GLI ANNI PRECEDENTI AL 2016, PROPRIO PERCHE' LE CONTABILITA' NON ERANO COMPATIBILI, E' MANCAVANO LE REGOLE E' UN SEMPLICE STUDIO UN ESPERIMENTO SENZA ALCUN VALORE UFFICIALE CONTABILE E GIURIDICO TANT' E' CHE SEPPURE LO STUDIO E' PUBBLICATO NEL SITO ( come ha detto Bosi ) IL DOCUMENTO DELL'UNIVERSITA' NON E' STATO MAI APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE.

    Chiarito, una volta per tutti LA VERITA' SUL DEBITO EREDITATO DAGLI EX GRILLINI ( dal quale detrarre circa 150milioni per il fallimento SPIP e la liberazione dalla STU Pasubio passiamo al Bilancio del Comune per il quale è stato ricordato in Consiglio che è stato risanato con l'aumento di tutte le tasse dal Commissario COME E' CERTIFCATO DAL CONTO CONSUNTIVO 2012 che presenta maggiori Entrate correnti ( AVANZO) rispetto alle Spese di oltre 22milioni e TUTTI GLI ANNI 2013-2015 i CONTI CONSUNTIVI CON LE TASSE AL MASSIMO HANNO RIPORTATO SEMPRE AVANZI MILIONARI che, come ha detto tante volte l'ex consigliera comunale Guarnieri, hanno creato TESORETTI fubescamente destinati nel 2016 e 2017 , come stiamo constatando per essere svelati e tirati fuori per fare opere e lavori in vista delle elezioni !

  • Massimo Rutigliano 11 dicembre 2016 alle 17:20

    Nell' intervento di circa un mese fa mi ero "permesso" di evidenziare quella che, a mio avviso, nonostante i vari proclami, era la reale situazione del "debito Parma" e mi ero permesso di dire: "parliamone...". Invece di urlare ciascuno il proprio pezzo di verità o di bugia perchè non ne parliamo seriamente con "carte alla mano"? Io anche da "non candidato" sono disponibile a farlo...e sarebbe simpatico che la stampa organizzasse un pacato confronto sull'argomento con il Sindaco, Bosi, Alfieri, Scarpa, Dall'Olio, Capelli, Parolari (attestatore del piano di ristrutturazione del debito di STT), ecc ecc...

  • Luigi Alfieri candidato a sindaco 11 dicembre 2016 alle 13:36

    BOSI GIOCA COI NUMERI MA NON RIESCE A SMENTIRE
    LE CONCLUSIONI DEL SUO EX ASSESSORE CAPELLI

    Alfieri: nessun goffo pasticcio contabile nel mio comunicato sul bilancio del comune e sui debiti
    ereditati. Attaccandomi personalmente dimostra di temere la mia candidatura a sindaco.

    Con ogni evidenza, questa volta ho colpito gli ex grillini del sindaco Pizzarotti nel loro tallone d’Achille. Ho infilato il dito nella piaga e violato il nervo scoperto. Solo così si spiega la scompostezza con cui il capogruppo in consiglio comunale dei “pentastellati pentiti” risponde alle mie osservazioni in merito al debito del comune e al bilancio triennale 2017-2019, pubblicate dalla Gazzetta di Parma e da numerosi siti web.
    Con questo scritto il Bosi viola la regola numero uno della comunicazione accorta, la regola dell’elefante e del moscerino: l’elefante (in questo caso la Maggioranza ex grillina) non deve mai rispondere agli attacchi del moscerino (l’”autocandidato sindaco”, che sarei io). Se lo fa, riconosce al moscerino la dignità dell’elefante. Ergo, lo qualifica come lo sfidante di cui avere paura, tanta paura alle prossime elezioni.
    Il comunicato che ha emesso ieri il Bosi è uno straordinario esempio di disinformazione da osteria di campagna. Quella mal fatta, facilmente smascherabile.
    Anziché confutare tecnicamente le asserzioni messe per iscritto non da me, ma dall’ex assessore al bilancio dei 5 stelle, Gino Capelli (questo fa bruciare Bosi: che io usi le parole del “suo” Capelli), fa delle vuote tiratine politiche. Non ha smentito le seguenti asserzioni contenute nella nota a commento della relazione commissariale stesa dallo stimatissimo commercialista il 9 ottobre 2012. La prima: “Chi parla di dissesto del comune di Parma parla a sproposito in modo irresponsabile”. La seconda “E’ un dato di comune esperienza che il debito di un qualsiasi soggetto debba essere valutato alla luce del suo patrimonio e della sostenibilità del debito rispetto alla propria condizione patrimoniale e finanziaria”. Al che io, con le mie parole, ho aggiunto: “Quindi spiega l’ex assessore, se vuoi conoscere il patrimonio netto del gruppo Comune devi sottrarre il passivo all’attivo. Ebbene, come si legge nella relazione, sottraendo al patrimonio delle partecipate i loro debiti (607 milioni dice Capelli) resta un patrimonio netto di 112 milioni”.
    Perché Bosi non confuta ora quanto scritto dal suo ex assessore 5 anni fa? Perché non lo confutò allora? E sono stato magnanimo nel non riferire altri scritti di Capelli in relazione alla situazione nel 2012, l’anno orribile (poi si è solo migliorato in automatico e grazie alla legge sblocca debiti): “Appaiono quindi completamente infondate e fuori luogo le voci in ordine al dissesto del comune di Parma”: non lo dice Alfieri, lo dice l’ottimo, veramente ottimo, assessore scelto da Federico Pizzarotti. Spieghi Bosi perché Capelli ha lasciato la Giunta.
    Perché, invece di abbaiare alla luna, non confuta quanto abbiamo scritto io e l’ex assessore?
    “Il Comune di Parma non era a rischio default. – Ho scritto nel comunicato - Il vero problema era il debito delle partecipate. E qui la partita è stata vinta in tre mosse: il Comune ha venduto una delle società più indebitate, Stu Pasubio, con tutti i suoi passivi (il sindaco è indagato per questa operazione), che son scomparsi dal debito. Poi ha fatto fallire Spip e, qui, se ne è andata un’altra fetta immensa di debito, con buona pace dei poveri creditori della società. Poi ha “venduto” (in realtà si tratta di operazione ben più complessa di una vendita) azioni Iren di sua proprietà per pagare i debiti di STT. E, così, oggi si può dire che il debito è passato da 573 milioni di euro a 343. Ma non parliamo di miracolo”. Queste stesse cose le ha scritte l’avvocato Massimo Rutigliano in un clamoroso articolo pubblicato sulla Gazzetta. Perché non è stato smentito? Perché sono vere. Quindi, Bosi non lo confuta perché è inconfutabile.
    Poi, l’ex grillino cerca di barare sulle tecniche di bilancio, confondendo le idee ai lettori inesperti. Scrive il Bosi: “Forse Alfieri è ignaro del fatto che le opere pubbliche non si finanziano con le tasse, ma con le entrate in conto capitale (come gli oneri di urbanizzazione o le alienazioni)”. E bravo Bosi. Che finge di non sapere che gli investimenti si finanziano anche con i trasferimenti in conto capitale e con le entrate del titolo sesto: mutui e altre tipologie di capitale a prestito. I mutui si pagano e si rimborsano con le entrate correnti. Quindi, con le tasse. Meno mutui meno tasse. Regola aurea.
    Poi perché Bosi non spiega come si è formato il tesoretto di 48 milioni per il 2017 e quello di 138 milioni per i prossimi tre anni? Quel tesoretto sbandierando il quale il sindaco e gli assessori si sono fatti belli sulla Gazzetta venerdì.
    Per dargli una mano gli vorrei ricordare che si crearono le partecipate per aggirare le rigide regole del bilancio autorizzatorio. Ebbene, sono ancora lì e ancora si possono usare al medesimo scopo. E Parma Infrastrutture viene ancora usata.
    Un’altra cosa che non capisco nel confuso articolo di Bosi è come si permetta di dire: “Ciò che dispiace però è notare la bassezza del livello delle priorità di Alfieri. Forse non ha ben presente il contesto sociale in cui oggi tutte le Amministrazioni sono costrette ad operare: famiglie alla ricerca di un tetto sotto cui vivere, un aiuto per pagare le bollette, un sostegno per i familiari anziani. Proprio le fasce più disagiate sono sempre state in cima alla nostra agenda. Ciò è dimostrato dal fatto che non un solo euro è stato tolto dal welfare, non un solo servizio sociale è stato ridotto”.
    Per me il welfare è il punto cardine delle attività di qualsiasi amministrazione comunale. Mi spieghi il Bosi dove ha dedotto il contrario. Piuttosto, il welfare è stato il settore in cui più ha mancato la giunta ex grillina. Le fasce più disagiate sono state talmente in cima alle vostre agende che una sera che lei di certo non può dimenticare, centinaia di persone, di famiglie, si riversarono in piazza Garibaldi manifestando pacificamente a difesa dei diritti dei ragazzi disabili, cui il vostro assessore al welfare Laura Rossi, tanto vicino alle fasce deboli, aveva tolto gli educatori, supporto troppo costoso a vostro dire per le casse comunali.
    Nessuna riduzione no, solo perché la città di Parma, solidale, sensibile, e vicina ai più fragili non ve lo ha permesso. Anche qua ritirata istituzionale e silenzio calato, nessuna scusa. E che dire delle rette dei nidi e delle scuole dell'infanzia, che la vostra giunta ha portato a livelli insostenibili?
    Il Bosi dice: noi ex grillini, stiamo lavorando a testa bassa per la gente di Parma… Certo con in testa il sindaco, che, in questi anni, ha dovuto passare metà del suo tempo a battibeccare con Grillo e Casaleggio su temi che riguardano solo la sua carriera politica, poveretto. Capisco le difficoltà diPizzarotti: alternare il duro lavoro quotidiano in comune e le diatribe romane ai suoi numerosi viaggi (istituzionali per carità), che lo hanno tenuto lontano da Parma, nel mese di settembre a Bruxelles, nel mese di ottobre (in piena emergenza legionella) ad Abu Dhabi, nel mese di novembre prima in Cina e poi a New York (non ricordiamo la data di quello in Giappone, comunque istituzionale anche quello). Attendiamo fiduciosi i prossimi viaggi.
    Poi Bosi spiega di avere dimezzato il costo dei dirigenti: ma bisogna fare attenzione, visto che poi questa amministrazione ha dal 2012 ad oggi aumentato le posizioni di responsabilità (i funzionari assurti ad incarichi vice dirigenziali), di una dozzina. Che dire poi del costo del direttore generale, tanto inutile prima, quanto necessario e introdotto in poche settimane poi (nell'agosto del 2015), praticamente oltre la metà del mandato, con un costo che presumiamo altissimo?
    Ma l’operazione più bella del Bosi è definirmi populista. Come Trump, come gli inglesi della Brexit… Tutti vincenti. Lo considero un augurio. Lui che ha militato per anni nel più populista dei movimenti italiani, sul tema dovrebbe saperla lunga.
    Leggo e rileggo le parole finali del Bosi, come ascolto e riascolto le barzellette di Cantoni: (Alfieri) “pensa veramente che se avessimo guardato al consenso avremmo tirato tanto la cinghia per lasciare un tesoretto a chi verrà? Perché Alfieri forse ignora anche il fatto che quella previsione di investimenti ricadrà quasi interamente oltre le elezioni, non aiutando in alcun modo una ipotetica candidatura di Pizzarotti”. Questa è una battuta da Rick e Gian: tutti i parmigiani sanno che quando un sindaco concentra gli investimenti nell’ultimo anno di mandato, lo fa per essere rieletto o per fare eleggere uno del suo partito. Lo dimostra ampiamente la pagina trionfale pubblicata sulla Gazzetta di venerdì. Fare credere il contrario vuole dire fare passare i lettori per scemi. Ma davvero. Da ultimo, signor Bosi, grazie per la pubblicità elettorale gratuita che mi sta facendo.

  • Marco Bosi Capogruppo Effetto Parma 10 dicembre 2016 alle 15:14

    Alfieri fa il tonfo con un goffo pasticcio contabile

    C'è chi si lavora ogni giorno a testa bassa per la propria città e chi si limita alla propaganda da campagna elettorale. È tutta qui la differenza tra l'Amministrazione Pizzarotti e il populismo del candidato autoproclamato Luigi Alfieri. Ieri infatti il candidato ha tentato di avventurarsi sul tema del bilancio, ma ha fatto subito il tonfo con un goffo pasticcio contabile. Alfieri si è infatti prodigato in una più che fantasiosa ricostruzione dei fatti nel maldestro tentativo di negare un risultato innegabile e ormai riconosciuto da tutti: il risanamento del bilancio comunale. Dalle due l'una: o Alfieri non ha idea di come sia strutturato un bilancio comunale, oppure volutamente mente ai cittadini per qualche voto in più, in perfetto stile vecchia politica. Lasciamo decidere ai cittadini cosa sia peggio.

    Alfieri nella sua ricostruzione arriva a sostenere che non fossimo sull'orlo del default. Dimentica che non fu Pizzarotti a paventare quel rischio, bensì il Commissario Ciclosi, i revisori dei conti, il Candidato PD Bernazzoli e poi tutte le opposizioni unite che chiesero la procedura di pre-dissesto. Fu allora che l'Assessore al Bilancio Capelli disse che non eravamo ancora in default ed eravamo convinti che grazie ad una seria politica di efficientamento saremmo riusciti a scongiurare quella sciagura. I risparmi sono arrivati da diversi capitoli di spesa, a cominciare dal costo dei dirigenti che è stato dimezzato. Alfieri inoltre parla di servizi come quello della cura dei parchi, ma forse è ignaro che quelle spese erano state scaricate su Parma Infrastrutture: una società che perdeva 16 Milioni all'anno e nessuna banca voleva finanziare. E che dire delle famigerate fontane? Al nostro arrivo abbiamo trovato 2 anni di bollette dell'acqua non pagate. La nostra responsabilità e la nostra etica ci ha imposto di interrompere questa vergognosa pratica di scaricare sulle Amministrazioni successive i costi delle cose fatte.

    Ciò che dispiace però è notare la bassezza del livello delle priorità di Alfieri. Forse non ha ben presente il contesto sociale in cui oggi tutte le Amministrazioni sono costrette ad operare: famiglie alla ricerca di un tetto sotto cui vivere, un aiuto per pagare le bollette, un sostegno per i familiari anziani. Proprio le fasce più disagiate sono sempre state in cima alla nostra agenda. Ciò è dimostrato dal fatto che non un solo euro è stato tolto dal welfare, non un solo servizio sociale è stato ridotto. E ringrazio i Sindacati per averlo riconosciuto anche relativamente a questo bilancio.

    Infine Alfieri parla di tesoretto mischiando i numeri del piano triennale delle opere pubbliche. Forse Alfieri è ignaro del fatto che le opere pubbliche non si finanziano con le tasse, ma con le entrate in conto capitale (come gli oneri di urbanizzazione o le alienazioni). Pensa veramente che se avessimo guardato al consenso avremmo tirato tanto la cinghia per lasciare un tesoretto a chi verrà? Perché Alfieri forse ignora anche il fatto che quella previsione di investimenti ricadrà quasi interamente oltre le elezioni, non aiutando in alcun modo una ipotetica candidatura di Pizzarotti. Ciò che invece non è ipotetico è il pressapochismo con cui Alfieri vorrebbe amministrare la nostra città. I parmigiani però ricordano bene com'è finita quando si è gestito il bilancio con faciloneria, dubito che abbiano nostalgia di quel tempo.

    Marco Bosi
    Capogruppo Effetto Parma

  • ALFIERI: I CITTADINI SPREMUTI DAL COMUNE
    PER FARE SCINTILLE NELL’ANNO DELLE ELEZIONI?

    Per un lustro ci hanno detto che eravamo pieni di debiti e che per questo tasse e tariffe dovevano essere tenute ai massimi. Ora compare un tesoretto di 138 milioni di euro. E allora?

    Alla fine ha tolto la maschera. Per 5 anni Pizzarotti ha detto che Parma, a causa di 800 milioni di euro di debiti, doveva subire tutte le tasse e le tariffe al top, che si doveva risparmiare su tutto. Che gli appalti andavano fatti al massimo ribasso. Ha lasciato seccare le fontane, ha lasciato che i parchi fossero in preda al degrado, che le erbacce crescessero sui monumenti, che le multe si moltiplicassero, che la qualità dei servizi scemasse. Non ha investito sulla sicurezza e nella lotta al degrado. Poi, pochi giorni, fa la scoperta: i soldi ci sono. L’assessore al bilancio Ferretti in un’intervista ha dichiarato: “faremo investimenti per 138 milioni di euro nei prossimi tre anni”. Ieri il sindaco sulla Gazzetta gli ha dato manforte. “Nel 2017 investiremo 48 milioni”.
    In questi cinque anni di cinghia tirata, il comune ha ammucchiato un bel tesoretto da spendere nell’anno delle elezioni. Come succedeva ai tempi di Cirino Pomicino e Rino Formica. Si vota? E noi tagliamo nastri. Fantastico, questo significa riportare l’orologio ai bei tempi di una Parma gloriosa. Il commento di Ferretti? “Un rilancio che parla di servizi e non di tasse”. Appunto, nelle comparsate mediatiche di questi giorni gli amministratori non parlano mai di tasse. E nel caso non affiancano mai la parola riduzione alla parola “tributi” o alla parola “tariffe”. Magari ci faranno una bella sorpresa durante la presentazione in consiglio comunale e ci stupiranno con effetti speciali.
    Quello che sorprende più di tutto in questa continua serie di glorificazioni del bilancio 2017, è una dichiarazione del professor Ferretti: “questo è il primo bilancio senza rischi di default”. Ma davvero? Abbiamo provato a verificare. La frase è quanto meno azzardata. Forse è il caso di fare un po’ di storia del debito del Comune, del debito delle partecipate e del debito consolidato, che sono tre cose diverse. In pratica le tre carte. E’ opportuno perché questa amministrazione ha tenuto puntata sui cittadini la pistola degli 800 milioni di debito, che, si badi bene, non è il debito del Comune, ma il debito del comune (basso) più il debito delle partecipate (molto alto).
    Frugando tra antichi documenti, abbiamo trovato una nota a commento della relazione commissariale stesa dal dottor Gino Capelli, già assessore al bilancio degli allora 5 stelle, stesa il 9 ottobre 2012. Vi si legge: “Chi parla di dissesto del comune di Parma parla a sproposito in modo irresponsabile”. Poi aggiunge: “L’attuale equilibrio di bilancio è di fatto conseguente all’attività del Commissario”, ossia il prefetto Ciclosi. Quindi, per l’ex assessore di Pizzarotti il Comune non rischiava il default neppure nel più nero degli anni grillini: il 2012. Figuriamoci negli anni successivi.
    Ma non finisce qui. Capelli aggiunge: “E’ un dato di comune esperienza che il debito di un qualsiasi soggetto debba essere valutato alla luce del suo patrimonio e della sostenibilità del debito rispetto alla propria condizione patrimoniale e finanziaria”. Quindi spiega l’ex assessore, se vuoi conoscere il patrimonio netto del gruppo comune devi sottrarre il passivo all’attivo. Ebbene, come si legge nella relazione, sottraendo al patrimonio delle partecipate i loro debiti (607 milioni dice) resta un patrimonio netto di 112 milioni. “Se siamo una famiglia e abbiamo contratto un mutuo per acquistare un’abitazione, a fronte del debito contratto con il mutuo ho il valore dell’immobile… Pertanto, se vogliamo vedere l’effettiva situazione patrimoniale della famiglia, dobbiamo fare riferimento non solo al debito, ma anche all’attivo costituito dall’abitazione”. Aveva ragione Capelli a dire questo, se è vero che il Comune oggi naviga in buone acque; come dice Pizzarotti. Ma non perché sia stato fatto un miracolo. Ma perché su quegli 800 milioni totali e quei seicento delle partecipate si poteva lavorare e andare in fretta a una riduzione. Per non parlare del debito del Comune che non è mai stato grave. Se per lungo tempo l’amministrazione non ha potuto saldare i suoi debiti verso i fornitori ciò non era dovuto alla mancanza di soldi ma ai meccanismi del patto di stabilità. Appena il governo ha varato lo “sblocca debiti”, i creditori sono stati soddisfatti senza problemi.
    Il Comune di Parma non era a rischio default. Il vero problema era il debito delle partecipate. E qui qui la partita è stata vinta in tre mosse: il Comune ha venduto una delle società più indebitate, Stu Pasubio, con tutti i suoi passivi (il sindaco è indagato per questa operazione), che son scomparsi dal debito. Poi ha fatto fallire Spip, e qui se ne è andata un’altra fetta immensa di debito, con buona pace dei poveri creditori della società. Poi ha “venduto” (in realtà si tratta di operazione ben più complessa di una vendita) azioni Iren di sua proprietà per pagare i debiti di STT. E così oggi si può dire che il debito delle partecipate è passato da 573 milioni di euro a 343. Ma non parliamo di miracolo.
    Allora viene spontanea la domanda finale: perché in parallelo non sono diminuite le tasse o aumentati barra migliorati i servizi? Il sospetto è questo: bisognava essere pronti ad affrontare le elezioni 2017, tagliando nastri a volontà e rilasciando interviste.

  • Sempre cifre ad minchiam sul debito, complimenti. Gli anni scorsi parlavano di un debito quasi miliardario, adesso dicono che era di 573 milioni. Se la riduzione è dovuta al fallimento di Spip (loro malgrado), la svendita di Stu Pasubio, più tasse e tariffe ai massimi ancora complimenti per l'impresa.

  • Non parla di tasse perché restano al massimo?
    "Non abbiamo fatto un'operazione di mero consenso politico-elettorale, che poteva essere facile”: patetici fino all’ultimo.

  • Filippo Bertozzi 7 dicembre 2016 alle 13:52

    "Con la chiusura delle partecipate otterremo un'ulteriore riduzione del debito", ha detto il delegato al Bilancio ricordando poi la riduzione del 40% dell'indebitamento sul consolidato del gruppo Parma: da 573 milioni del 2012 a 343 milioni di euro del 2015.
    Ahhh... non che fossero pochi, ma allora non erano 840 milioni come hanno ripetuto per anni...!
    Contiamo poi che il fallimento spip e il "regalo" dell'altra partecipata (poi vedremo cosa ne diranno magistratura e corte dei conti...) hanno eliminato gran parte di questa riduzione, e aliquote e tasse gravate sui cittadini sono ancora ai massimi: qual è stata la tanto millantata capacità di questa giunta?!
    Ma adesso che i soldi ci sono (tanto quanto prima), li si investe in opere che non sono "di mero consenso politico elettorale"....
    No..., sicuramente: e gli asini volano (ma soprattutto, ci credono!).

  • Ma il bilancio del Comune non è mai stato disastroso, tanto è vero che con lo Sblocca Debiti di Renzi si sono potuti pagare i debiti verso gli imprenditori, senza problemi. Il problema era il bilancio delle partecipate. Sanato facendo fallire Spip, vendendo Stu Pasubio e consegnando le azioni Iren alle banche per fare fronte ai debiti di STT. Intanto tasse e tariffe restano ai massimi. Dove è il miracolo? Il miracolo è nascondere che si sono tartassati i cittadini per potere fare la volta finale pre elettorale.

  • Sono state abbassate le aliquote che anche l'anno scorso per scelta politica vennero tenute al massimo per finanziare tagli di nastro in vista delle elezioni?