Beaubourg, l'astronave nel cuore di Parigi

Il Centre Pompidou apriva 40 anni fa. Sembrava un vascello spaziale ed era il simbolo di una nuova idea di cultura. Intervista al suo creatore: Renzo Piano

NEW YORK. «Le rivoluzioni non le fanno gli architetti. Noi osserviamo, interpretiamo i cambiamenti in atto nel mondo. Allora il cambiamento era nell’aria, qualcuno doveva ben costruire un museo che uscisse dalla sacralità, che smettesse di intimidire. Così è nato il Beaubourg». Renzo Piano riflette così sul significato dell’opera che 40 anni fa veniva inaugurata a Parigi (31 gennaio 1977), cambiando per sempre la nostra idea dei musei ma anche molto di più: il nostro modo di concepire l’architettura, l’urbanistica, gli spazi delle nostre città. Per molti di noi c’è un “prima” e un “dopo” il Beaubourg, ricordiamo la nostra scoperta di quel museo come uno shock culturale, una scoperta, una provocazione, una scossa capace di far crollare pregiudizi e stereotipi. Dopo la scoperta del Beaubourg – “la Fabbrica”, “l’Astronave” – non avremmo mai più guardato un museo con gli stessi occhi. Fu vinta la sfida lanciata dal presidente Georges Pompidou che voleva «un insieme architettonico e urbano capace di segnare la nostra epoca».

(continua sul numero del 6 gennaio)
 
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