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Gianni Morandi, 40 dischi e tanti amici: "Vedo Jagger e McCartney, più vecchi, e vado avanti"

'L'eterno ragazzo' pubblica 'd'amore d'autore', l'album numero 40, otto brani dedicate al sentimento dei sentimenti e scritte da Elisa, Ermal Meta, Tommaso Paradiso e grandi come Fossati e Ligabue: "Ho puntato anche sui giovani perché mi piacciono molto"

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A sua insaputa Gianni Morandi cita il Dante Alighieri della Divina Commedia ("l’amor che move il sole e l’altre stelle") quando gli chiedono cosa abbia capito dell’amore: "Che è il motore di tutto, ti motiva, se non l’hai stai male, che tu abbia 20 anni come 70". La domanda non è peregrina, primo perché l’amore è il tema di gran parte delle oltre 600 canzoni del suo repertorio, secondo perché è anche il tema del nuovo disco d’amore d’autore. Otto canzoni dedicate al sentimento dei sentimenti e scritte apposta per lui, su misura, da grandi nomi come Elisa (la canzone più bella e più 'morandiana' è sua, Se ti sembra poco), Ivano Fossati, Ligabue (che ha composto il primo singolo Dobbiamo fare luce) e giovani come Ermal Meta, Levante, Tommaso Paradiso, Paolo Simoni. Più Onda su onda di Paolo Conte in duetto con Fiorella Mannoia.

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Morandi, questo è il suo disco numero 40. Cifra tonda.
"E mi colpisce che esca subito dopo la morte di Luis Bacalov, cui devo tantissimo: è stato tra i primi con cui ho lavorato e per me ha scritto canzoni fondamentali come Se non avessi più te, La fisarmonica e soprattutto Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, con cui io sono e sarò sempre identificato malgrado tutto quel che ho fatto dopo. Era un grande davvero".

Parlando di questo disco, come mai adesso, quattro anni dopo Bisogna vivere?
"Perché mi hanno proposto un tour, che partirà il prossimo 24 febbraio da Rimini e girerà i palasport fino al 28 marzo. E servivano canzoni nuove, per non andare solo di repertorio. Come sono cambiati i tempi, eh? Una volta si facevano i tour per promuovere i dischi, ora è l’esatto opposto. Ora i dischi non si vendono più. Credo che la Sony con me farà i soldi solo quando morirò".

Come ha scelto gli autori?
"Tutto è partito da Ligabue: gli ho chiesto una canzone e lui mi ha dato questa, che rappresenta al meglio la mia voglia di novità e di energia. Mi ha molto motivato nel cercare gli altri autori, e mi sono mosso scegliendo, molto semplicemente, chi mi piace. Ho puntato anche sui giovani perché mi piacciono molto e sono sempre attento alle nuove realtà. Tra l’altro questo è un momento molto fertile, per citare dei nomi non presenti nel disco posso dire Le Luci della Centrale Elettrica o Coez. Un periodo creativo come furono gli anni Settanta, con la differenza che i giovani di adesso cantano meglio di quelli di allora, che puntavano più sui testi e meno sulle qualità vocali".

Qualcosa l’ha sorpresa?
"Che tanti le abbiano scritte apposta per me, anzi proprio modellandole su di me. Appare spesso la parola 'correre', forse perché tutti mi associano alla passione per la maratona. A proposito, l’anno prossimo tornerò a New York a 20 anni dalla prima. Ma stavolta non baderò più al tempo che farò in gara, qualunque andrò bene, l’età è quella che è".

A proposito, perdoni la domanda, ma quanto tempo intende andare avanti? Ha alle spalle 55 anni di carriera, quasi un padre della patria.
"Me lo dicono in molti, ma non mi sento davvero tale. Ma su di me ci sono tanti luoghi comuni, tipo 'l’eterno ragazzo', 'la faccia pulita'. Diciamo che i miei subbugli interni lascio che restino interni e resto una persona normale. Quanto all’età, certo che ci penso. Ma poi vedo Mick Jagger e Paul McCartney che sono più vecchi di me e continuano. Di sicuro smetterò prima di sembrare patetico, magari avvisatemi voi cinque minuti prima che arrivi la Teresina".

Chi?
"Come dire il rimbambimento. Che ha tre fasi. Nella prima tu sei rinco, ma gli altri non se ne accorgono. Nella seconda te ne accorgi sia tu che gli altri. Nella terza se ne accorgono solo gli altri. Voglio fermarmi prima di arrivare alla terza".

L’anno scorso ha fatto un trionfale tour con Claudio Baglioni. Ha consigli da dargli per Sanremo?
"Direi che non ne ha bisogno, è uno che cura tutti i dettagli e metterà la musica sopra a tutto. So che il suo festival non prevederà le eliminazioni, credo abbia ragione lui anche se io le avevo lasciate. Ma non mi piace l’idea di eliminare un artista. Per questo ho rifiutato tante proposte di fare il giudice ai talent show, l’idea di dire sì o no a un giovane mi inquieta. Comunque se Claudio mi chiamerà come ospite o per inventarci qualcosa di divertente al festival andrò. Per ora non lo ha fatto".

Lei è reduce anche dal fresco successo della fiction L’isola di Pietro su Mediaset. Prevede un bis?
"I nuovi episodi sono in fase di scrittura, poi vedremo i tempi. Dipenderà anche dal tour, che adesso è il mio unico pensiero".

Inevitabile chiudere con il calcio, vista la sua passione.
"Che sofferenza, l’altra sera ho pianto alla fine del match con l’Italia. Ci sarà una festa e noi non ne faremo parte".

Tavecchio dovrebbe dimettersi?
"Non lo so. So che io non ne prenderò il posto".