Cultura

E' morto Claudio Pavone: aprì il dibattito sulla Resistenza come guerra civile

Aveva 95 anni, la sua opera 'Una guerra civile' è stato uno snodo centrale della storiografia sugli anni tra il 1943 e il 1945
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ROMA - È scomparso a Roma Claudio Pavone, tra i più autorevoli storici italiani e uno degli ultimo grandi maestri del Novecento. Classe 1920 - avrebbe compiuto 96 anni domani 30 novembre - è autore di libri importanti, capaci di cambiare lo sguardo sulla storia. Nel suo lavoro più celebre, Una guerra civile (1991 Bollati Boringhieri), sostenne che la Resistenza oltre a essere una guerra di liberazione dai nazifascisti fu anche una guerra civile tra italiani.

Una lettura profondamente innovativa, che non mancò di suscitare discussione nelle file del partigianato. Ma gli argomenti usati da Pavone - e la sua specchiata biografia di resistente - finirono per risultare più forti rispetto alle critiche. E oggi quel suo lavoro figura come un titolo spartiacque, capace di segnare gli studi storici e il senso comune intorno alla guerra partigiana.

Nato pochi anni prima dell'avvento di Mussolini, Pavone crebbe sotto la dittatura che non gli impedì di maturare una coscienza civile: l'8 settembre 1943, a Roma, assiste al disfacimento delle forze armate e dell'apparato statale, prende contatti con il Psiup -  Partito Socialista d'Unità Proletaria - e diventa assistente di Eugenio Colorni, figura storica dell'antifascismo. Il 25 aprile del 1945, giorno della liberazione, Pavone è a Milano: di quella giornata ricorderà l'incredibile anarchia, "tra pulsione di festa e spettacolo di morte". Misura e sensibilità resteranno componenti fondamentali di una personalità colta ed elegante, che avrebbe coltivato la sua passione civile attraverso lavori storiografici fondamentali.

Per moltissimi anni, nel dopoguerra, svolse il lavoro di archivista. Ebbe un ruolo importante nella sistemazione dell'Archivio Centrale dello Stato. La frequentazione con i documenti gli consente di approfondire il suo interesse per la storia. Dalla metà degli anni Settanta riceve un incarico all'università e fino alla pensione sarà professore a Pisa. La prima opera rilevante sul piano storiografico si intitola "La continuità dello Stato: Istituzioni e uomini": lo studioso vi sostiene la tesi della continuità dello Stato, degli apparati burocratici e dei funzionari, nel passaggio tra il regime fascista e la democrazia. Tesi storiografica innovativa che inaugurò un nuovo filone della ricerca anche sul piano metodologico (allo stesso tema è dedicato  il volume più recente "Alle origini della Repubblica").

La sua opera più famosa porta come sottotitolo "Saggio storico sulla moralità nella Resistenza". Ricchissimo di materiale documentario, e forse anche frutto dell'esperienza diretta vissuta da combattente, il libro punta per la prima volta la lente storiografica sulle motivazioni, i comportamenti, le aspettative dei partigiani. Un'opera cardine della storiografia, che "sdogana" la nozione di guerra civile, fino a quel momento invalsa soltanto nella pubblicistica neofascista. La Resistenza secondo Pavone è stata una triplice guerra: patriottica contro l'invasore tedesco, civile tra italiani fascisti e italiani antifascisti, e di classe tra rivoluzionari e classi borghesi. Non mancarono le polemiche, ma Pavone ebbe dalla sua parte figure antifasciste della statura di Vittorio Foa e Norberto Bobbio, che aveva partecipato all'elaborazione dell'opera.

Caposcuola di un revisionismo di sinistra, Pavone non avrebbe poi esitato a intervenire nella battaglia politico-culturale contro un "neorevisionismo" anti-antifascista che voleva deformare la storia d'Italia, rendendola più adatta al nuovo corso politico inaugurato nel 1994 da Silvio Berlusconi e i postfascisti.

Intellettuale rigoroso, fu allergico alle "sciatterie" di ricostruzioni storiche strumentali. E tra le imprese cui teneva di più era anche la sua rivista "Parolechiave", con cui indagava i temi della contemporaneità. Sposato, tre figlie, ha poi incontrato la seconda moglie, la storica Anna Rossi-Doria, con cui ha condiviso tantissimi anni di amore e di ricerca.         
    
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