Cultura

Furti d'arte, ritrovata a New York una parte della nave di Caligola

 Il mosaico del ponte della nave di Caligola (ansa)
Il comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ha recuperato dei reperti archeologici rubati da musei e da scavi clandestini. Tra i pezzi un mosaico appartenente al ponte di comando del vascello
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Monete, libri e manoscritti, rubati tanti anni fa dai musei e da scavi archeologici clandestini, torneranno in Italia i prossimi giorni. Un bottino che si trovava negli Usa e che è stato recuperato dal comando dei Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale. 

Tra gli oggetti ritrovati il 'pezzo forte' appartiene a una nave da cerimonia - utilizzata per le funzioni religiose - dell'imperatore Caligola, recuperato nella casa di una cittadina italiana residente negli Stati Uniti. Si tratta di un frammento del I secolo d.C. che faceva parte del pavimento del ponte di comando: un quadrato in marmo a mosaico con serpentino e porfido che creano un motivo floreale. Un'imbarcazione - lunga oltre 70 metri - decorata come una villa, a testimonianza di quanto fosse lussuosa la vita dei regnanti romani, anche lontano dai loro palazzi nella capitale, e descritta con ammirazione da Svetonio nelle sue Vite dei Cesari: "Dieci file di remi, la poppa brillante di gioielli, ampi bagni, gallerie e saloni, sempre rifornite di gran varietà di viti e di alberi da frutto".
 
L'ingresso del Museo delle Navi a Nemi (ansa)

Secondo gli storici, le navi di questo tipo sarebbero tre, ma solo due furono recuperate nel lago di Nemi, a sud di Roma. Una storia travagliata: riuscite a sfuggire alla distruzione di molti altri oggetti appartenuti a Caligola - vittima della damnatio memoriae dopo la sua deposizione come imperatore - si cercò di portarle alla luce a partire dal Rinascimento, quando vennero scoperte nel lago. Dopo alcuni tentativi, con successi parziali,  fu solo nel 1928 che si portò a termine quest'obbiettivo. Come da copione per reperti appartenenti alla romanità, cui il regime fascista ostentava di ispirarsi, il loro recupero fu oggetto di una campagna faraonica: fu lo stesso Benito Mussolini, per l'occasione ad autorizzare lo svuotamento parziale del lago. 

Dopo un decennio trascorso all'interno di un hangar, le imbarcazioni vennero trasportate nel Museo delle navi romane, progettato dall'architetto Vittorio Ballio Morpurgo, molto attivo nel periodo del regime, e inaugurato nel 1940 dallo stesso Mussolini. Ma le peripezie non erano finite: un incendio doloso, nel 1944, le distrusse quasi interamente, bruciandone gli scafi e il timone, e il prezioso cimelio, una delle parti incolumi, fu trafugato. I visitatori del Museo delle navi romane possono, tuttavia, ammirare i modellini delle navi in scala 1/5.
 
Tra gli oggetti recuperati, anche un vaso risalente al 360-350 a.C. Un cratere apulo a figure rosse attribuito all'artista Python e rubato in Campania, nel corso di uno scavo clandestino, da un trafficante italiano di opere d'arte e venduto poi al Metropolitan Museum di New York che, saputa la sua storia, ha deciso di restituirlo.

Un'altra anfora del V secolo, attribuita al pittore Charmides, è stata ritrovata grazie a una ricerca sul web: investigando sul mercato online, i Carabinieri l'hanno scovata nel sito di una galleria d'arte newyorchese. Il vaso, attico con figure rosse, arrivava dalla Puglia.

Il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha espresso la sua grande soddisfazione. Durante una conferenza stampa a New York, nella sede del consolato italiano, il ministro ha elogiato lo sforzo congiunto delle autorità americane e italiane, guidate dal Capitano Fabrizio Parrulli: "Grazie alla preziosa attività investigativa del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e alla fattiva collaborazione delle autorità statunitensi, presto i reperti ritorneranno in Italia. Tutti saranno ricollocati nei luoghi di provenienza da dove l'attività criminale li aveva sottratti".